Franco Borga

 

 

Daum Nancy

 

 

 

 

 

Galleria delle Opere

 


 

 

La famiglia Daum lascia l'Alsazia, occupata dai Tedeschi, e si trasferisce a Nancy, dove nel 1878 il capofamiglia, il notaio Jean Daum (1825-1885), rileva una vetreria in dissesto che lavorava sellame e gobeleterie di tipo commerciale. I figli, Auguste (1853-1909) laureato in diritto, e Antonin (1864-1930) laureato in ingegneria, a loro volta entrano nella vetreria: il primo si occupa dell'amministrazione e delle vendite, il secondo, spirito artistico, amante della letteratura e della musica, assume la direzione della produzione, che ben presto diventerà artistica.
Il primo passo è quello di acquistare un grande caseggiato con annessa la vecchia stazione delle diligenze. Pur incontrando difficoltà economiche non indifferenti, con un programma intelligente e tenacia lavorativa, riescono a conquistare la stima generale, elevando la firma Daum, accanto a quella di Gallé, ai vertici dell'Art Nouveau.
La manifattura Daum, allora Verrerie de Nancy, apre il suo atelier di decorazione nel 1891, dando avvio alla pittura a smalto ed oro (prima del 1890 per la gobeleterie si praticava l'incisione alla ruota e alla punta di diamante realizzando decori ancora neoclassici); nel 1893 si inizia l'incisione ad acido su vetri a più strati. Coperte con bitume o vernice giudaica, le parti da non intaccare,  l'acido lavora fino ad asportare e rendere visibili gli strati di vetro sottostante, di diverso colore. L'operazione si ripete più volte, oltre che per incidere le linee esterne, anche per dare plasticità al soggetto.
Antonin Daum, favorisce le iniziative personali dei suoi collaboratori, e più tecniche vengono impiegate contemporaneamente, ma è sempre lui che compone le ricette che costituiscono l'originale tavolozza cromatica di cui tiene gelosamente segreto il procedimento preparatorio. I pezzi prodotti a motivi naturalistici, fiori e paesaggi, sono ottenuti soffiando il vetro in forme di terra refrattaria o in stampi in metallo, montati a libro con cerniere che ne consentono l'apertura. Anche per la lavorazione di decorazione a caldo, le famose applications, la manifattura desta notevole interesse per i risultati estetici raggiunti: fiori, frutti, insetti, cabochons, ma anche gocce, lacrime, manici, colli, gambi di vasi; le applicazioni possono essere più o meno in rilievo.
La manifattura sul finire del secolo è in pieno sviluppo e conta trecento lavoranti tra soffiatori, decoratori e incisori; tra le lavorazioni che eccellono vi sono: l'uso della mola per intagliare, sfaccettare e abradere il vetro o il cristallo, da cui i fa mosi martelés, e l'incisione alla ruota in cui si usano dischi di ferro, rame, piombo, legno ed infine sughero per imprimere al vetro, con la lucidatura, quel tocco finale morbido e delicato. Il numero delle tecniche intraprese da Daum è tale che non ha uguali fra le vetrerie. Nel 1904, Daum si accorda con Amalric Walter, proveniente dalla Sèvres, assumendolo per la lavorazione della pâte de verre. Maestro in questa tecnica, egli realizza vasi, ma soprattutto piccole sculture in vetro fuso, dalle sfumature delicate, dal giallo all'ocra al bruno, e dal verde alle tenui sfumature di azzurro. La lavorazione è firmata Daum fino al 1914, anno in cui Walter ottiene il permesso di firmare col proprio nome, spesso accompagnato a quello dello scultore Henri Bergé. Lunga è la lista degli artisti che contribuiscono a scrivere la storia nancéienne, operando per Daum: Jacques Gruber, celebre per le sue vetrate e le importanti opere in ebanisteria; Louis Majorelle, amico d'infanzia di Antonin Daum, ebanista ed esecutore di stilizzati bronzi e snelli ferri battuti; Edgard Brandt che fornisce i suoi pregevoli ferri battuti; i fratelli Schneider, maestri vetrai; Eugène Damman e Dufour, pittori e de coratori; Eugène Gall, capo-vetraio, più volte premiato in occasione di mostre a cui Daum partecipa durante i suoi quanrant' anni di per manenza nella manifattura. Egli eccelle per le sue esecuzioni di pezzi unici di straordinaria creazione e tecnica, vetri intercalati e vetri con applicazioni a caldo. Infine, tra le decine di incisori alla ruota, vanno ricordati per le splendide opere, i fratelli Henri e Paul Racadot (in particolare il secondo che insegna quest'arte alle nuove leve), i Merchand, padre e figlio, e (dopo il 1914) Louis Gisquet. Talvolta a firma della produzione Daum si trovano le iniziali di questi artisti accanto al logo Daum-Nancy, ma anche in assenza delle loro sigle un occhio esperto individua il loro operare. Nel periodo fra le due guerre emergono i nomi di Emile Toussant, Gaston Poulet e Emile Wirtz.
Nel 1901 viene fondata la famosa Ecole de Nancy, per la cooperazione e lo sviluppo delle arti, dell'industria e dell'artigianato: a questa alleanza aderiscono Emile Gallé (eletto presidente), i Daum, Louis Majorelle, Eugène Vallin e Victor Prouvé, ma ne beneficieranno direttamente o indirettamente tutti gli artisti della laboriosa terra lorenese.
L'Art Nouveau all'apice alla fine del secolo, dura formalmente fino al 1914, anno in cui la manifattura Daum spegne i forni a causa della guerra.
Intanto però, con l'entrata nel 1911 di Paul Daum (1888-1944), nipote di Antonin, la manifattura aveva avviato un periodo di transizione, iniziando una svolta stilistica, che, fermata dalla guerra, si sarebbe imposta dopo la riapertura, nel 1919, con decori stilizzati, in opposizione all'Art Nouveau: vasi e coppe ornati in applicazione a caldo, arricchiti da pastiglie o cabochon, formanti grappoli, bacche, ramages, o semplicemente decori astratti. Dopo la guerra Antonin Daum resta ad osservare i nipoti che prendono le redini della vetreria portandola alle più alte vette dell'Art Déco. Morirà nel 1930, restando nella storia del vetro il grande artista che ha saputo trasformare con l'arte del fuoco la materia vetro in opere e capolavori. Seguendo la nuova linea estetica, Daum crea ormai vasi e lampade con forme, colori e ornamentazioni completamente rinnovati: la materia è ora a forti spessori, colorata nella massa nei toni verde acqua, blu glaciale, giallo paglia, bruno, bianco latte e ghiaccio. I decori non osservano più la natura, una visione cubista mette in risalto geometrie formate da cerchi, quadrati, rettangoli, losanghe e spirali, o motivi di pura invenzione, che si ripetono su tutto il corpo del vaso, oppure compaiono fortemente stilizzati cervi, gabbiani, fiori, frutti in puro stile déco. Le tecniche adottate per questi pezzi sono l'incisione ad acido per immersione prolungata e ripetuta più volte, l'intaglio profondo alla mola su un vetro ricco e molto puro che, a differenza di prima, viene lavorato nel suo spessore senza la necessità dei multistrati.
L'interesse destato da questi ultimi vetri Daum si diffonde dopo il consenso ottenuto nel 1925, quando la manifattura presenta alla grande Esposizione di Arti Decorative di Parigi, cinquanta pezzi fuori concorso. Paul Daum dirige l'Impresa coadiuvato dal maestro decoratore Emile Wirtz fino al 1940, quando per la seconda guerra mondiale la fabbrica si ferma. Nel 1937 la manifattura partecipa all'Exposition Internationale des Arts et Techniques di Parigi con opere in vetro monocrome sempre più spoglie di decorazione e con una nuova linea di cristalli incolori intagliati alla mola dalle sfaccettature che rifrangono la luce.
Deportato dai nazisti, Paul Daum non fa ritorno. Nel 1945, alla riapertura, le mansioni direttive della firma sono assunte da Henri Daum (1889-1960) fratello di Paul, da Michel Daum (n. 1900), figlio di Antonin e dai nipoti Jacques Daum e Antoine Froissart. Inizia l'era del cristallo bianco trasparente dalle infinite armoniose forme, tirato per torsione e lavorato alla pinza e al crochet, nello stile più tardi chiamato "anni 50". Le opere sono firmate "Daum" con la croce di Lorena e "Nancy".

 


Franco Borga

 

 

 

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