THOMAS HÖPKER

 

Michele Catania

 

 

 

" ...le nostre fotografie sono frutto del modo di vivere di ciascuno di noi, di ciò che leggiamo, mangiamo, indossiamo e sogniamo. Credo che sia impossibile eseguire una foto se già non l'abbiamo giacente da qualche parte dentro di noi". 

 

 

Thomas Höpker nasce il 10 giugno 1936 a Monaco di Baviera. Già all'età di quattordici anni inizia a fotografare con una vecchia fotocamera a lastre 9 x 12, ricevuta come regalo dal nonno, e sperimenta la camera oscura. Agli inizi segue la corrente della "Fotografia soggettiva", di Otto Steinert1.

Tra il 1956 e il 1959 studia storia dell'arte e archeologia presso l'Università Göttingen della sua città,  vincendo due premi "Photokinn", per la categoria studenti. Conseguita la laurea, nel  1960 diviene fotoreporter del "Muenchner Illustrierte"; nel 1962 viene ingaggiato dalla rivista "Kristall" di Amburgo e nello stesso anno riprende volti e villaggi peruviani. Nel 1963 viaggia in Brasile, Etiopia, Iran, Medio Oriente. In Egitto immortala un gruppo di turisti sui cammelli2.

Sempre per conto di "Kristall" va a New York; viaggia per tre mesi attraverso gli USA.
Nel 1964 entra a far parte dello staff fotografico del settimanale tedesco "Stern"; sarà proprio nel corso dell'anno che affermerà:

 

" ...io non sono un artista, sono un creatore di immagini".

 

 

Del 1964 sono le fotografie di un deposito-officina di pneumatici a cielo aperto3; Mendicante invalido4, Quincy (Illinois), e Veterani di guerra statunitensi5.

Inizia la sua collaborazione con l'agenzia "Magnum Photos".

Nel 1965 viaggia nel Borneo settentrionale, riprende i villaggi Dayak6.

Nello stesso anno espone presso il "Kunst und Gewerbe Museum" di Amburgo, insieme con Stefan Moses, Max Scheler ed Eberhard Seeliger.

 

Nel caso della celebre foto di Cassius Clay, in cui spicca in primo piano il suo minaccioso pugno, Höpker ha saputo instaurare un rapporto di fiducia e di solidarietà con il campione del mondo7.

Cassius Clay, che più tardi avrebbe cambiato il suo nome in Muhammad Ali, anche per protestare contro l'oppressione di altre persone di colore nel suo paese, con la sua pronunciata tendenza a rappresentare e creare una certa immagine di se stesso, all'epoca si era ripetutamente prestato per il fotografo tedesco, in pose suggestive.

 

 

" ...quanto più lavoro nel campo della fotografia, tanto più mi rendo conto della limitatezza del mio vocabolario visuale".

 

 

" ... la fotografia è un lavoro pesante, in quanto, che piova o splenda il sole, che faccia caldo o freddo, devi portarti appresso chili e chili di attrezzatura, e perché a volte devi star lì, fermo, agli angoli delle strade: insomma, un'attività certamente non aristocratica".

 

 

 

Nel 1967 Höpker viaggia in India per documentare la carestia; realizza fotografie in bianco e nero dai forti contrasti chiaroscurali, pregni di patos. A Patna riprende un uomo morente per la fame, disteso vicino ad una grande ciotola per l'acqua; a due metri di distanza,  dall'altra parte di  un muretto in cemento, una vacca sacra riposa beatamente. Realizza foto di gente semplice, dai corpi asciutti e dai volti profondamente segnati dal sole, immersa nella quotidianità del loro dramma familiare. A Deshnoke, riprende l'interno di un tempio consacrato ai topi, dove spiccano i corpi di due uomini, uno prostrato in segno di devozione con le mani conserte nel classico gestuale induista; vicino, a terra, in un vassoio si trovano tre topi in buona salute.

Nel 1968 riprende i villaggi e le popolazioni del Messico. Ottiene il premio  "Kulturpreis Deutsche Gesellschaft für Photographie". È da questo momento che si intensifica l'utilizzo della fotografia a colori.
Altri servizi sulla Rhodesia (Zimbabwe); sul corpo dei Marines USA e successivamente sulla Spagna e il Portogallo.

Dal 1971 inizia a lavorare come cameraman e regista, realizza film propri, produce documentari televisivi a Washington e nel Canada.
Nel 1973 realizza due film sulla carestia in Etiopia
8 (Il Villaggio Arabati) ed organizza per conto di "Stern" un'attività di soccorso alle zone disastrate.

Nello stesso anno espone in una collettiva a Londra.

Dal 1974, in collaborazione con la moglie Eva Windmöller che da lungo tempo è scrittrice per "Stern", lavora come corrispondente nella Repubblica Democratica Tedesca. Si trasferisce, assieme alla moglie, a Berlino Est per due anni,  durante i quali cattura il volto inedito di quella Germania; visita i dissidenti quali Wolf Biermann9 e Robert Havemann10, riprende manifestazioni pubbliche, autovetture decrepite, manifesti di Erich Honecker11 davanti ai condomini presidiati dai soldati russi, cogliendo immagini talvolta piene di umorismo. Nel 1976 ottiene la Bundesverdienstkreuz (Croce al merito della Repubblica Federale Tedesca). Viaggia nel Sahara e in Groenlandia.  Verso la metà del 1976 si trasferisce a New York e lavora con un gruppo di reporter negli USA. Espone in due personali alla Galleria Rizzoli di New York ed alla Rizzoli Gallery di Washington. L'anno seguente, a Kyoto (Giappone) realizza: Ragazza giapponese con il trucco tradizionale; Ombrelli da cerimonia; Il giardino dei desideri; a Tokio: Bambina durante una processione shintoista, suggestive foto dall'acceso cromatismo. Sempre nel 1977 prende parte alla collettiva "Mack - Expedition in künstliche Gärten" alla Kunsthalle di Düsseldorf.
Dal 1978, comincia a lavorare per la neonata edizione americana della rivista "Geo"; è responsabile, quale direttore esecutivo, del settore fotografia e grafica fino al 1981, quando si dimette.
Si stabilisce fuori New York per lavorare come libero professionista per diverse riviste e case editrici.

Dal 1982 intraprende viaggi in Grecia, a Cuba, in California, Africa occidentale, Africa del Sudovest (Namibia).
Comincia a lavorare a un libro sulla storia delle ex colonie tedesche e a un altro su New York.
Durante la sua carriera Thomas Höpker ha viaggiato in tutto il mondo, ottenendo contratti da varie riviste, durante i quali ha sempre realizzato anche molti scatti che hanno arricchito il suo archivio personale.

Nel 1989, è il primo tedesco a divenire membro  a pieno titolo dell'"Agenzia Magnum"12, della quale condivide peraltro gli ideali. Per tutti gli associati della "Magnum" la fotografia è uno strumento di divulgazione che consente di creare un mondo più giusto.

 

" ...il fotografo si interessa, si preoccupa dei suoi simili, dei problemi del mondo, delle persone che soffrono, che porta nel suo lavoro compassione. Noi cerchiamo di mantenere questo concetto con grande attenzione. Ancora attuale per noi il tema: noi ci preoccupiamo del terzo mondo e dei non privilegiati".

 

La "Magnum" ha seguito dai suoi primi passi, due impronte di massima, dettate dai fondatori  Robert Capa e Henri Cartier-Bresson. Capa, classico reporter di guerra e fotoreporter, Henri artista dedito all'immagine ed alla composizione. Tra questi due estremi, si muove la "Magnum" ancora oggi.

Nel 1992 Thomas Höpker diviene Vice Presidente della "Magnum Photos".

Nel 1999, ottiene un riconoscimento da parte del Ministero tedesco degli Esteri, per il film televisivo La morte in un campo di mais, realizzato nel 1998 in Guatemala.
Tra le fotografie più inquietanti realizzate dal fotografo, vi sono quelle dell' 11 settembre 2001. La mattina degli attentati terroristici, Höpker aveva ricevuto una telefonata nella sua casa sulla Upper East Side, per avvertirlo che il World Trade Center era in fiamme.
Mentre si dirigeva con la sua automobile in direzione del Ponte di Brooklyn, quando poteva già vedere la colonna di fumo che saliva da sud di Manhattan, in un piccolo parco di Brooklyn,  vide alcuni giovani seduti al sole, perfettamente rilassati che conversavano tranquillamente - un'immagine di normalità in quei momenti di panico. Thomas fermò l'auto e senza esitare fotografò quella situazione.
La fotografia è paradossale - persone rilassate e spensierate, mentre a poca distanza si stava consumando un'immane tragedia. In un primo momento, al fotografo, l'immagine non era sembrata troppo rilevante,  per la distanza che intercorreva tra i due eventi e per il fatto che ancora non si sapeva bene cosa stesse succedendo al World Trade Center, egli spiegò successivamente. Solo dopo che l'atto terroristico divenne di dominio pubblico, e con il crollo delle Torri gemelle, quella foto divenne un'immagine di grandissimo impatto
13.

Un giorno è stato chiesto a Thomas Höpker ogni quanto tempo si riesce a scattare una foto davvero magistrale?

 

"Una volta l'anno, forse, se si è fortunati. Non è molto gradevole, dover ammettere che tanti fotogrammi sono male esposti o poco incisi o, peggio ancora, banali".

 

 

" ... non basta che l'immagine sia "bella": deve essere "mozzafiato"; non basta che sia "insolita", ma piuttosto abbiamo bisogno dello "strano", del "bizzarro", del "pazzesco". Altrimenti, le nostre foto passeranno inosservate".
 

 

 

Thomas Höpker è un fotografo sensibile ai drammi dell'umanità, il cui linguaggio visivo è caratterizzato da una profondo rispetto; egli si è prodigato in più occasioni promuovendo attività di soccorso alle zone disastrate ed alle popolazioni, nelle varie parti del mondo. Anche se le sue foto possono essere inquietanti, crude, sconvolgenti, in nessun caso lo si può accusare di manipolare la realtà facendo immaginare eventi mai accaduti, o per farla apparire diversa da come essa sia. Anzi, proprio lui è un sostenitore del vero, del reale, di ciò che accade nel momento.
 

" ... sono e sono sempre stato un sostenitore della spontanea e realistica fotografia di giornalismo", egli spiega. "Io fotografo ciò che c'è".

 

" ... essere lì: questa è la maledizione e la forza del mezzo di comunicazione fotografico. Un cronista può scrivere i suoi pezzi stando dietro le linee, un fotografo, invece, non ha scelta, deve essere proprio lì dove le cose succedono. Quanto più un fotografo si è avvicinato al suo soggetto, tanto più chi ne vede le foto si convince di stare osservando un frammento di realtà. La fotografia è infatti la vera prova che una certa cosa è avvenuta". 


" ... oggi, "migliorare" le fotografie con ritocchi o fotomontaggi è ritenuto un metodo sorpassato, per non dire decisamente immorale".


Höpker ha sempre utilizzato l'ultima tecnologia. Ha iniziato a lavorare con la fotografia a colori  già alla fine del '60, e  negli ultimi anni, ha utilizzato solo tecnologia digitale.
"Lo strumento più importante di un fotografo sono i suoi piedi", dice Höpker come un consiglio. Lui cammina per ore nella città a caccia di immagini; ottimizza le foto sul computer di casa e si stampa persino le foto delle mostre da solo. Non si porta più dietro un equipaggiamento pesante, esce con una sola fotocamera reflex e con un obiettivo di lunghezza focale da 24 a 105 millimetri.

 

" ... faccio al computer solo quello che prima facevo nella camera oscura. Cambio il contrasto e la luminosità o schiarisco dei punti. Trovo invece che sia scorretto falsificare il contenuto, come ad esempio  eliminare un palo telegrafico o, peggio, inserire nella foto una persona, mettere un cappello a qualcuno o colorare il cappello. Altri - la maggior parte dei giovani fotografi - lo fanno. Come osservatore so che non è così e quindi l'immagine perde il suo messaggio, non vi è più la storia  dalla realtà, ma un prodotto rispettabile, che un artista ha composto con la sua immaginazione. La bellezza della fotografia è che può mostrare una parte della realtà".

 

Thomas Höpker, durante le interviste che spesso gli vengono fatte, spiega anche come il lavoro di fotoreporter sia molto cambiato da quando lui ha iniziato a lavorare: innanzitutto il problema della sicurezza. Una volta era possibile trovarsi in prima fila, addirittura toccare l'evento, mentre oggi gli addetti alla sicurezza tengono tutti a grande distanza e questo costringe il fotografo ad utilizzare maggiormente i teleobiettivi.

Poi ci sono i tagli alle spese; in passato le grandi agenzie inviavano i fotografi in viaggi di reportage che potevano durare anche diversi mesi, mentre attualmente gli incarichi prevedono spesso il rientro in giornata, per evitare i costi di albergo. Le foto vengono elaborate sul posto ed inviate da lì, tramite internet, all'agenzia. Un lavoro estremamente concentrato che non lascia spazio alla riflessione ed all'errore, ma che ha anche un suo aspetto positivo; al tempo della fotografia analogica il fotografo consegnava all'agenzia un gran quantitativo di scatti su rullino e la scelta della foto da pubblicare, fatta in redazione, non era sempre quella più adeguata, spesso non cogliendo lo spirito dell'evento e mortificando l'autore. Oggi il fotografo, dopo la sua selezione, invia solamente quelle foto che ritiene essere significative.
Non poco determinante oggi, inoltre, è l'aspetto della digitalizzazione e di Internet.
Con la tecnologia digitale si sono ridotti drasticamente i costi di realizzazione, ed inoltre l'intero processo, dallo scatto alla stampa, fino alla pubblicazione, sono sotto il totale controllo del fotografo. Ognuno diviene il suo produttore, o anche il suo editore, rendendo disponibili a tutti le proprie immagini, e questo è certamente una grande opportunità. Il problema che si pone a questo punto è come guadagnare da tutto questo?

 

 

" ... Su siti come Flickr vengono pubblicate un'enorme quantità di immagini, e se si cerca seriamente, ci sono anche foto giornalistiche - a volte anche molto buone. Esse vengono vendute per un paio di dollari, forse anche per 50, ma non per  250 o 1000, che sarebbe il loro giusto valore. La concorrenza a basso costo di questi prodotti economici è immenso. In aggiunta, giornali ed agenzie cercano immagini che provengono da persone che erano sul posto quando le cose accadevano. Le foto dell'attentato alla metropolitana di Londra, scattate con telefoni cellulari, erano già on-line, quando i fotografi professionisti nemmeno sapevano dell'evento. D'altronde non si possono congelare le agenzie, bisogna andare avanti".

 


Ci sono miliardi di foto sui siti web. Il livello medio è terribile, ma ci sono anche fotografie di alta qualità, buone composizioni o scatti suggestivi. Un'immagine buona trova comunque il suo spazio, anche in rete, afferma
Höpker. Nondimeno queste immagini, con la stessa rapidità che vengono conosciute, vengono dimenticate. Tutto quello che accade su Internet, è come una fugace illusione che svanisce con lo spegnersi del computer; il valore commerciale è sminuito o addirittura nullo. Al contrario, una fotografia su una bella carta che si può toccare, che si può appendere alla parete o appoggiare su un tavolo, è  un oggetto concreto. Höpker ritiene che la fotografia su carta sarà rivalutata sempre più come controcorrente all'Internet. Attualmente l'attenzione si sta spostando dalla pittura verso la fotografia, e lo dimostrano le crescenti esposizioni nelle gallerie e nei musei. La fotografia viene sempre più percepita e considerata come un genere d'arte ed essa è sempre più costosa, cosa positiva per il fotografo.
 

Dopo la scomparsa della moglie Eva Windmöller, avvenuta nel 2002, Thomas Höpker si è sposato con la regista Christine Kruchen. Dal 2003 al gennaio 2007 ha rivestito la carica di Presidente della "Magnum Photos".

 


" ... Noi decidiamo chi ne diventa membro. Ognuno dei nostri tre grandi uffici, riceve circa 100 o più richieste di candidati, che vengono ridotte a due o tre. Così rimane solo una manciata di candidati da prendere in considerazione. Il processo, per una adesione completa, richiede almeno sei anni  è davvero molto difficile ed impegnativo e molti se ne vanno prima. In questo modo, restiamo il club per fotografi più esclusivo al mondo".

 


Nel 2006 il "Museum für Kunst und Gewerbe" di Amburgo ha reso omaggio a Höpker, con una grande retrospettiva di opere del periodo compreso tra il 1955 e il 2005.

Presso la "Galleria Robert Morat", sempre ad Amburgo, vennero esposte in contemporanea, diverse fotografie selezionate dell'artista.

Tra i suoi recenti interessi, vi è la documentazione fotografica dell'estinzione della cultura Maya in Guatemala.
 

" ...raccontare un fatto avvincente, comunicare un pensiero importante: questo è il nocciolo del vero giornalismo fotografico. Fatelo in modo semplice e diretto. E, per favore, senza troppo stile!"

 

 

 

Michele Catania
 


NOTE

1 Otto Stainert (Saarbrucken 1915 - Essen 1978), nel 1949, fonda con P. Keetman, L.  Windstober e  altri, il gruppo “Fotoform”, che si proponeva di far riscoprire le forme espressive dell’avanguardia fotografica d’anteguerra. Nel 1951, organizza una serie di mostre con il titolo “Fotografia soggettiva” che designeranno un’intera corrente stilistica la quale utilizzava effetti surrealisti dai contrasti netti, strutture astratte,  stampe in negativo, solarizzazioni. Queste tecniche si rifacevano dichiaratamente ad alcuni grandi fotografi come Man Ray e soprattutto Moholy-Nagy.

2 La foto "ricordo" risulta curiosa, sopratutto per le due anziane signore in primo piano, che in gonna, avranno incontrato non poche difficoltà nel salire in groppa all'animale; dietro, un uomo di mezza età, in giacca e cravatta, si erge fiero sulla sua cavalcatura.

3 Tra i molti pneumatici accatastati, un grande cartellone con lateralmente le scritte "Butterball - Swift's Premium - Turkey,  sul quale spicca in primo piano la foto di un enorme tacchino sopra una tavola imbandita per la "Festa del Ringraziamento"

4 L'uomo, privo degli arti inferiori, si cimenta in un'acrobazia a testa in giù lungo un marciapiede della città.

5 Realizzata durante un raduno a San Francisco di ex combattenti del secondo conflitto mondiale.

6 Si tratta di importanti gruppi etnici, cacciatori di teste che abitano lungo i fiumi, in caratteristiche abitazioni chiamate “Longhouse”. Nel Borneo Malese ancora oggi si incontrano luoghi selvaggi ed incontaminati con una flora e fauna straordinaria: la Raflesia, il fiore più grande al mondo (può raggiungere anche un metro di diametro), diversi tipi di piante carnivore, la scimmia Nasica dal lungo naso a proboscide, i macachi e moltissime specie di uccelli rari.

7 La Stern, nel 1966, aveva chiesto a Höpker di introdurre i lettori nel mondo della boxe, privilegiando il nuovo culto della personalità, in un momento in cui la discriminazione razziale era ancora forte soprattutto nel sud degli Stati Uniti.

8 L'incapacità del governo di gestire la crisi provocò la caduta dal potere dell'imperatore Haile Selassie.

9 Wolf Biermann nasce ad Amburgo il 15/11/1936. Il padre Dagobert Biermann, operaio ai cantieri navali e militante comunista, muore trucidato in un campo di concentramento nazista nel 1943. Comunista convinto, Wolf a soli 17 anni decide di passare nella Germania dell'Est.
Entrato a far parte del Berliner Ensemble quale assistente alla regia, studia filosofia, matematica e contemporaneamente è allievo del musicista Hanns Eisler. Inizia a scrivere poesie e canzoni, e ballate, nelle quali, in modo ironico e sarcastico, esprime una continua critica alle severe condizioni di vita imposte alla popolazione della Rdt. Questo gli procura, nel 1965, da parte del partito, il divieto di pubblicazione e di esibizione in pubblico. Ma le sue canzoni e le sue poesie diventano popolari nella Germania federale: "Die Drahtharfe" (L'arpa di fili di ferro), 1965; "Mit Marx- und Engelszungen" (Con la lingua di Marx ed Engels), 1968; "Deutschland. Ein Wintermärchen" (Germania. Una fiaba invernale), 1972; "Für meine Genossen" (Per i miei compagni), 1972, e vengono vendute in numerose copie.
Nel novembre del 1976, dopo una tournée musicale attraverso la Germania federale organizzata dal sindacato dei metalmeccanici, la DDR gli toglie il diritto di cittadinanza.

10 Figlio del maestro e scrittore Hans Havemann (1887-1985), dal 1929 al 1933, Robert  Havemann studiò chimica all'Università di Monaco di Baviera e Berlino.

Durante il nazismo organizzò azioni di resistenza e venne arrestato nel 1943 dalla Gestapo; condannato a morte per alto tradimento, con esecuzione posticipata alla fine del conflitto, venne internato nel carcere di Brandeburgo, a svolgere il suo lavoro di ricerca per il Terzo Reich. Il 27 Aprile 1945 venne liberato, assieme a tutti gli altri reclusi, dall'Armata Rossa. Dopo la guerra, lavorò al "Kaiser-Wilhelm-Institut" di Berlino ovest, ma nel 1950 fu licenziato per aver criticato la politica statunitense per le armi atomiche. Trasferitosi nella DDR, ricevette l'incarico di direttore dell'Istituto per la Chimica Fisica presso l'Università Humboldt di Berlino Est e Professore Ordinario di Chimica e Fisica.
Inseritosi nella vita politica della DDR, partecipò attivamente alla costruzione del socialismo fino a divenire uno dei membri del Parlamento. Dopo le rivelazioni su Stalin maturò uno sguardo più critico nei confronti del regime; le sue critiche alla politica DDR e la proposta dell'introduzione del sistema parlamentare, gli costarono il licenziamento dall'incarico all'università, l'espulsione dall'Accademia delle Scienze ed il divieto di esercitare la professione. Non poté più parlare in manifestazioni pubbliche o pubblicare scritti filosofico-scientifici nella DDR. Dopo la sua protesta contro l'espulsione di Biermann nel novembre 1976, venne condannato agli arresti domiciliari, sorvegliato continuamente. Si spense il 9 aprile 1982. Insieme all'amico Wolf Biermann, divenne simbolo della dissidenza e dell’opposizione nella DDR.

11 Erich Honecker nasce a Neunkirchen, il 25 agosto 1912. Attivista comunista, per essersi opposto al partito nazista, nel 1937 viene incarcerato fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.Stabilitosi nella DDR, è stato tra i fondatori nonché il primo Presidente della FDJ, l'organizzazione giovanile della SED. Con il sostegno di Brežnev, nel 1971 divenne Primo Segretario, poi Segretario Generale del Comitato Centrale, svolgendo le funzioni di Presidente del Consiglio Nazionale della Sicurezza e di Presidente del Consiglio Nazionale. In qualità di segretario della sicurezza del Comitato Centrale del partito, fu il principale organizzatore dell'erezione del Muro di Berlino, voluta da Ulbricht nell'estate del 1961. Si occupo' di perfezionare il controllo interno, in particolare la repressione di ogni opposizione tramite la Stasi. Si battè instancabilmente per far riconoscere la DDR quale Stato a livello internazionale.Contrario al processo di riforme portato avanti da Michail Gorbačëv in URSS, si pose in autonomia da Mosca. Con la dissoluzione dei Paesi socialisti in Europa orientale, nell'ottobre 1989 Honecker si dimise dalle sue cariche e il 3 dicembre fu escluso dal partito. Venne aperta, a suo carico, un'istruttoria da parte della magistratura della DDR, per abuso d'ufficio e alto tradimento, che porterà ad un processo contro Honecker e altri politici del regime, accusati di reati economici e diversi casi di omicidio. I processi a suo carico, in seguito ad una grave malattia di cui soffriva, vennero interrotti nel 1993, Honecker si trasferì in Cile, presso la figlia, dove morì il 29 maggio 1994.

12 Prestigiosa agenzia fotogiornalistica, fondata nel 1947 da Robert Capa assieme ad Henri Cartier-Bresson, George Rodger e David "Chim" Seymour. Strutturata quale cooperativa, consente ai fotografi iscritti di mantenere libertà d'azione e indipendenza.

13 Dopo la pubblicazione, la foto ha suscitato grandi polemiche negli Stati Uniti; Höpker è stato il bersaglio di grandi critiche da parte di chi trovava la sua fotografia una "banalizzazione" del terrore.



 

 

Bibliografia:

 

Thomas Höpker - Photographien 1955 - 2005, Schirmer/Mosel 2008/2011

 

Return of the Maya: Guatemala - A Tale of Survival. Stockport 1998
 

Thomas Höpker - Die grossen Fotografen, Christian Verlag 1985

 

Thomas Höpker - Rolf Winter, Ansichten: Fotos von 1960 bis 1985, Ed. Braus, Heidelberg 1985

 

I grandi fotografi, Thomas Höpker - Fabbri 1982

 

Eva Windmöller und Thomas Höpker - Leben in der DDR, Stern 1980

 

 

 

Sitografia:

 

Thomas Höpker - Magnum Photos

Interview mit Magnum-Fotograf Thomas Höpker

Thomas Höpker Interview - ''Füße sind das wichtigste Werkzeug des Fotografen''

Thomas Höpker - ArtFactsNet

Fotofestival Hannover

 

 

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