Tiffany, incomparabile maestro dei vetri Art Nouveau

 

 

Franco Borga

 

 

 

 

 

 

Lampada in vetro Favrile e bronzo a decoro di peonie, placchetta Tiffany Studios N.Y. 393, altezza regolabile massima cm 85, 1900 -1938. Coll. privata Torino.
 

 

Louis Confort Tiffany nasce il 18 febbraio 1848 a New York.
Il grande successo ottenuto da suo padre, capo di una gioielleria che esiste tuttora, gli permette di dedicarsi ai suoi interessi durante tutta la vita senza alcun problema finanziario. Tiffany, dopo il diploma alla Flushing Academy, decide di non andare all'università ma di continuare gli studi di pittura; viaggia per cinque anni, fino al 1869, in Francia, Inghilterra, Spagna, Italia ed Egitto, perfezionando i suoi studi a Parigi con il pittore Léon Bailly. Ritornato a New York nel 1870 carico di fotografie e appunti, diviene nel 1877 uno dei fondatori della Società degli Artisti Americani. Pur collaborando dapprima col padre, i suoi interessi sono via via sempre più rivolti verso i vetri, specie quei vetri iridescenti visti duranti gli scavi in Egitto che tanto l'avevano colpito. Inizialmente le sue creazioni, come quelle di Emile Gallé, sono dirette alla produzione di vasi e oggetti in ceramica, ed è qui che egli rivela i suoi primi interessi e le sue suggestioni verso l'arte orientale ed islamica. Contemporaneamente sviluppa la sua arte pittorica e il suo estro artistico realizzando le opere più disparate, dall'acquarello all'arredamento di interni, tra cui si possono citare le decorazioni per la casa di Mark Twain nel 1881, l'arredamento di molte stanze della Casa Bianca di Washington e il sipario del teatro Madison Square, tanto ammirato da Oscar Wilde.

 

 

 

 

 

Lampada in vetro Favrile e bronzo Dragonfly, placchetta Tiffany Studios N.Y. 397, alt. cm 78, 1899-1935. Coll. privata Torino.

 


Dopo il periodo in cui diviene l'arredatore dell'alta società americana, creando mobili, tappezzerie, arazzi, Tiffany, coadiuvato da bravi collaboratori, disegna e progetta finestre e vetrate legate a piombo; in questa arte, che lo appassiona, nel campo del vetro, materiale che particolarmente lo affascina. Le vetrate non cessano più di essere prodotte da Tiffany, e il maestro trova dapprima nei temi delle Sacre Scritture, poi nei paesaggi, la sua principale fonte di ispirazione. Le vetrate di Tiffany hanno grande risonanza anche a Parigi all'Esposizione del 1889, dove riceve, oltre al consenso della critica, anche varie ordinazioni; nel 1895 Bing commissiona a Tiffany una serie di vetrate fornendo i disegni di artisti contemporanei quali Henri Toulouse Lautrec, Pierre Bonnard, Edouard Vuillard, Vallotton, Paul Sérusier, Eugène Grasset. Proprio in questa occasione Tiffany scopre i vetri di Emile Gallé da cui rimane colpito, certamente studia il tipo di vetro di Loetz, Lobmeyr e Webb. Al ritorno a New York, con l'aiuto dei suoi chimici, riesce a mettere a punto una originale materia iridescente.

 

 

 

Lampada da terra in vetro Favrile e bronzo, placchetta Tiffany Studios N.Y. 503-7, alt. cm 160, 1899-1920. Doc. Sotheby's Milano 06-06-1991. 160, 1899-1920. Doc. Sotheby's Milano 06-06-1991.  

 

 

 

La tecnica di base consiste nell'inserire in punti stabiliti del bolo al momento della soffiatura, piccole quantità di vetro di vario colore, sistema per ottenere il decoro. L'operazione viene ripetuta più volte, poiché il pezzo va continuamente riscaldato nel forno e insufflato mentre cresce nella decorazione, forma e dimensioni volute. Questo tipo di vetro è chiamato Favrile (dall'inglese antico fabrile o dal latino fabrilis, fatto a mano), termine che viene registrato con marchio depositato nel 1894. I vasi finiti hanno superfici levigate, colori e disegni sono incorporati nel vetro senza necessità di interventi a freddo. Sulla superficie le sfumature e l'iridescenza, ottenuta per mezzo di vapori di ossidi ed acidi, rendono questi vetri simili a quelli antichi ritrovati negli scavi, di cui Tiffany possiede una ricca collezione. Tiffany giunge ai vertici dell'Art Nouveau; concorrenti in Europa e in America, tentano di imitarlo, senza mai riuscire a riprodurne perfettamente la tecnica e gli effetti (tra questi Martin Bach che, dopo aver lavorato per Tiffany, nel 1901 fonda la Quezal Art Glass).

 

 

 

Vaso in vetro Favrile a decoro argentato, firma L.C.T.,

alt. cm 23,5, 1900-1938. Coll. privata Torino.

 

 

 

 

 

 

 

 

Coppa in vetro Favrile ispirata al fiore, soffiata e modellata a caldo,

firma L.C.T., alt. cm 15, 1900.

Coll. privata Torino.

 

 

 

 

 

 

 

Lampada da terra in vetro Favrile e bronzo,
placchetta Tiffany Studios N.Y. 1537, alt. cm 194,
1899-1928. Doc. Sotheby's Milano 07-06-1990.

 

 

 

Tiffany non si limita al Favrile, ma sviluppa tutta una varietà di lavorazioni in cui il vetro è soggetto a differenti interventi, a cominciare da due classici tipi di vetro iridescenti che sono color oro o blu scuro con tonalità cangianti che riflettono il porpora, il viola, il giallo, il verde e il blu. Sulla superficie di oggetti decorati lucidi vengono applicati gocce e fili di vetro colorato; altri, allo stato plastico, sono pettinati con uncini metallici creando disegni di foglie o piume, noti sono gli effetti a penne di pavone e i motivi astratti. Si effettua la pittura a lustro (tecnica simile a quella usata per la ceramica). Tra le sue novità troviamo il "vetro agata", fuso miscelando diversi colori opachi fino a fargli acquisire un aspetto striato, la cui esecuzione è effettuata a bassa temperatura per evitare che i colori si fondano fra loro. Il "vetro lava" che simula gli effetti di un'eruzione vulcanica, dalle irregolari colature dei colori scuri sulle pareti del vaso con luminose iridescenze dorate; il "vetro cipriota" dalla superficie iridescente e porosa; il "vetro reattivo", conosciuto anche come vetro lampeggiato, per l'effetto di cambiamento di colore secondo la luce e i punti di osservazione, ottenuto con un sottile vetro incolore ed un vetro trasparente colorato che riscaldati rendono l'opalescenza. Il "vetro acquamarina" e una versione della tecnica Paperweights (fermacarte), con cui Tiffany crea vasi e oggetti trasparenti molto spessi color verde pallido, che all'interno racchiudono decorazioni marine, pesci, ricci di mare e alghe; occasionalmente anche la superficie è incisa alla ruota con figure di insetti. Inoltre la manifattura utilizza le tecniche del "vetro millefiori" e, sebbene in maniera molto ridotta, il "vetro a cammeo", in cui primeggia l'intaglio alla ruota a motivi vegetali di viticci. Tra i vetri di Tiffany più famosi per il design, vi sono i "vasi a forma di fiore", eleganti calici dal lungo stelo poggianti su una base circolare, istoriati da policromi petali di fiori; i "vasi a collo di cigno", panciuti flaconi o bottiglie dal collo lungo, sottile e curvato, la cui forma si ispira alle antiche fiasche persiane per l'acqua di rose; i vasi della serie Jack-in-the Pulpit, in vetro iridescente oro o blu, che rappresentano spettacolari corolle di fiori dal bordo ondulato inclinato su un lato, con lo stelo che lo unisce ad una base a forma di cipolla schiacciata.

 

Vasi in vetro Favrile, il terzo a decoro incrostato, l' ultimo a decoro intercalato, firma L.C.T.,
1899-1935. Doc. Sotheby's Monaco 19-10-1986.

 

 

La manifattura produce i primi vetri soffiati verso la fine del 1893. Alla direzione di questa lavorazione vi è Arthur J. Nash (1848-1934), che agisce sotto il diretto controllo di Tiffany.

 

 

 

 

Vasi a decoro incrostato di Favrile, foglie di ninfee, firme L.C.T.alt. cm 11,5 e alt. cm 9,8, 1913-1921.
Doc. Satheby's Monaco 13-04-1986.

 

 

Il successo di Tiffany è immediato nonostante i prezzi elevatissimi, la richiesta aumenta vertiginosamente da parte di collezionisti e amatori. Il suo rappresentante per l'Europa, Samuel Bing, con sede a Parigi in rue de Provence, organizza nel 1889 a Londra una grande mostra delle sue opere. Nel 1894 il Musée des Arts Décoratifs di Parigi acquista il primo vetro a calice, e nel 1896 il collezionista Havemeyer fa la donazione di 56 tra i migliori pezzi di vetro Favrile al Metropolitan Museum di New York. Nello stesso anno anche il Victoria e Albert Museum di Londra si arricchisce di molti vetri di Tiffany. Innumerevoli sono i premi ricevuti, come tante sono le mostre sia in città americane che europee, ma la grande consacrazione di Tiffany avviene all'Esposizione Universale di Parigi del 1900, in cui è riconosciuto come il principale interprete americano dell'Art Nouveau.

 

 

 

Insieme di vasi in vetro Favrile, al centro Jack-in-the Pulpit e a destra due vasi a forma di fiore, firma L.C.T., 1899-1920. Doc. Sotheby's New York 03-07-1987.

 

Come nessun altro artista del vetro, egli dedica i suoi sforzi all'arte dell'illuminazione. Nel 1893 presenta a Chicago le prime lampade da tavolo, a stelo da terra e le sospensioni, a mosaico con motivi floreali o geometrici, dando sfogo ad una sinfonia di colori. Le lampade sono eseguite con una vasta gamma di disegni, sia delle basi che dei paralumi, fino a raggiungere circa 500 diversi modelli di ognuno, molti di essi intercambiabili, rendendo così possibili le più varie combinazioni. Le basi sono fatte solitamente di bronzo, ma anche di vetro, ceramica, mosaico di vetro, o di una combinazione di uno o più di questi materiali, mentre i paralumi sono composti da tessere di vetri colorati legati a piombo con la stessa tecnica delle vetrate. Di ogni modello si esegue uno stampo, che permette di riprodurlo più volte in diverse misure. Le lastre di vetro da cui Tiffany ricava i mosaici policromi per comporre i disegni delle vetrate e i decori dei paralumi, sono prodotte con sistema industriale, versando l'amalgama di vetro fuso su una lastra di ferro e spianando la materia con un rullo. Altre sono realizzate con i tradizionali metodi della "corona" e del "cilindro", che comportano l'uso della canna da soffio. Le lastre di vetro fuso sono coperte di gocce di altro colore, per ottenere particolari effetti a chiazze, e combinazioni di strati di vetro traslucido vengono sovrapposti a strati di vetro opaco. Tra le lampade da tavolo più apprezzate è Dragonfly in vetro opalino e vetro Favrile. Il paralume è decorato con libellule rosse dalle ali spiegate su fondo color giallo e verde smeraldo, con applicazioni di jewel glass (h. cm 68, diam. cm 50). Disegnata dalla collaboratrice di Tiffany Clara Driscoll per l'Esposizione Universale di Parigi del 1900, dove riceve il Gran Prix, la lampada è realizzata anche in altre versioni dal disegno leggermente modificato e in altri colori (comprese le basi che sono intercambiabili, come per quasi tutti gli altri modelli). A Clara Driscoll si devono, fra gli altri, anche i modelli Rose, Lotus, Geranium, Ivy, Butterfly. Altra nota disegnatrice è Curtis Freshel, creatrice della famosa lampada Wisteria, del 1900: grappoli di fiori di glicini bianchi e azzurri, poggiano su una base in bronzo che rappresenta il tronco con le radici e si ramifica fino alla parte superiore del paralume (h. cm 83 , diam. cm 47). Esiste in dimensione più piccola con qualche variante (h. cm 45, diam. 25). Della stessa autrice la lampada Grapevine, sorella della Wisteria, per forma e dimensioni: foglie e grappoli d'uva formano lo straordinario paralume sostenuto da uno stelo in bronzo che imita il tronco legnoso della vite. Un capolavoro disegnato dallo stesso Tiffany è la lampada Poppy in vetro opalino e vetro Favrile. Il paralume è decorato con papaveri rosso arancione e con foglie verdi. Le venature delle foglie sono sottolineate in bronzo filigranato applicato all'interno del paralume, mentre gli stami e i pistilli dei fiori sono evidenziati da bronzo applicato all'esterno sul vetro. Base in bronzo (h. cm 51, diam. cm 41). Nel 1902, all'Esposizione Internazionale di Arti Decorative e Moderne di Torino, a Tiffany viene assegnato il Grand Prix per la lampada Lily (nelle versioni da tavolo e da terra).

 

 

 

Lampada in vetro Favrile e bronzo Lily, versione da tavolo, ciascun giglio firmato L.C.T., alt. cm 51, 1902. Coll. privata Torino.

 

La lampada Lily si compone di tre, sei, dodici, oppure diciotto fiori di giglio rovesciati che formano i paralumi in vetro iridescente, montati su steli in bronzo, riuniti alla base a motivi vegetali. Ciascuno dei gigli è firmato L.C.T. All'Esposizione Universale di Saint-Louis nel 1904, Tiffany espone per la prima volta ceramiche, smalti e gioielli di sua produzione. Nel 1905 i Tiffany Studios di New York contano 200 operatori, quasi altrettanti ne occupano le fornaci Corona di Long Island. L'importanza della produzione Tiffany, oltre alla bellezza artistica ed estetica, sta nella tecnica sopraffina con cui ogni pezzo è eseguito e meticolosamente rifinito; fino a quando è l'artista stesso a seguire la produzione, nelle sue officine vengono eseguiti solo oggetti della massima qualità, senza preoccupazione per il costo. Un'opinione di Samuel Bing, riportata da Robert Koch, biografo e studioso di Tiffany, e condivisa dalla maggior parte dei critici: I vetri di Tiffany superano il confini dell'Art Nouveau per raggiungere le vette dell'arte pura. Negli anni Venti, con il calo d'interesse verso l'Art Nouveau, a cui Tiffany è sempre rimasto fedele, si riduce progressivamente la sua attività e l'artista si dedica sempre di più alla Fondazione per giovani artisti, che ha creato e che porta il suo nome. Gli allievi, fra i 25 e i 35 anni, dopo la prova d'ammissione, hanno modo di sostenere gli studi e dedicarsi alle ricerche artistiche grazie al lascito stabilito dal maestro. Nel 1928 la fabbrica di Corona, che da tanto tempo non produce nulla di nuovo ma stentatamente si limita alla replica di alcuni vecchi modelli, per la sospensione dell'apporto finanziario di Tiffany, è costretta alla chiusura (Corona è rilevata e diretta da A. Douglas Nash, figlio di Arthur Nash). La scomparsa di Louis Confort Tiffany, ormai prossimo agli 85 anni, avviene il 17 gennaio 1933; l'anno dopo la bancarotta degli Studios, di cui da anni egli, ritirate le azioni, non s'occupava più. I depositi degli Studios, con enormi quantitativi di vetri, si mantengono in stentata attività sino al 1938, sotto la direzione di Joseph Briggs: si accoppiano basi di metallo in giacenza ai paralumi fatti montare per la circostanza, e all'occasione si assemblano vetrate legate a piombo su disegni del 1900. Anche i vasi prodotti venti o trent'anni prima, giacenti nelle riserve degli Studios e mai numerati poiché mai usciti in consegna ai rivenditori, se richiesti sono ora posti in commercio. Dopo questa data l'ingente materiale rimasto nei depositi viene messo all'asta, solamente una parte è acquistata a costi irrisori, mentre un considerevole numero di vetri e di opere finiscono immagazzinati per lunghi anni. I vetri di Tiffany sono normalmente firmati alla punta sotto la base L.C.T., Louis Confort Tiffany, Louis C. Tiffany, Louis C. Tiffany Furnaces Inc., spesso con l'aggiunta del termine Favrile e talvolta anche dalla parola Studios. Generalmente la firma è seguita dal numero di inventario. Sui vasi di Tiffany si può trovare una varietà di scritture e di calligrafie poiché il maestro non firma mai personalmente, le firme sono eseguite dai collaboratori a opera ultimata; la numerazione non riguarda l'anno di produzione, ma segue l'ordine di uscita dai magazzini. I paralumi di vetro piombato hanno una piccola placca saldata al bordo superiore o inferiore, con incise le parole Tiffany Studios N.Y. (o New York per esteso), normalmente con il numero di inventario. Anche le basi di solito sono marcate Tiffany Studios N.Y. con un numero di inventario, ma qualcuna delle prime lampade porta il solo monogramma TGDC (Tiffany Glass Decorating Company). Si possono anche trovare, occasionalmente, etichette circolari di carta incollate alla base degli oggetti.
 

 

 

Franco Borga

 

 

 

 

 

 

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