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Ubaldo Bartolini (Montappone, Ascoli Piceno 1944)

 

 

Tra i primi a proporre una pittura di impostazione figurativa che fluirà nel movimento Anacronista, Bartolini ha in Lorraine e nei grandi paesaggisti fiamminghi (Van Ruysdael ad esempio) i suoi ispiratori. In realtà dimostra, osservando le sue tele, di tenere in considerazione i traguardi d'una pittura metereologica alla Friedrich più smaltata e contrastata, comunque di derivazione più tedesca che francese. Se infatti sono lontane le brume argentate d'un Corot, egli assimila un naturalismo preciso, consistente nel senso più pungente del termine e mitigato, da una presa diretta di coscienza, degli esiti paesaggistici d'un Annibale Carracci o dei pittori centroitaliani del Seicento. Questo "sublime citato", per dirla con Calvesi, che guarda alla vicina Recanati ed il suo illustre figlio, ha anche una vicinanza con sintesi simboliste: Verso la luce del 2002 può ricondurre alla mente soluzioni di Leon Spilliaert. Non solo; Incrocio del 1992 o Il pensiero del 1994 vedono un pittore attento e aggiornato al Boecklin più pacato ma inquietante.

 

 

Matteo Gardonio