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AQUILEIA

 

 

 

Aquileia (Acuilêe o Aquilêe in friulano, Aquilèa nel dialetto locale) è un comune di 3.480 abitanti della provincia di Udine.

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Coordinate geografiche 45°46′0″N 13°22′0″E
Altitudine 5 m s.l.m.
Superficie 36,84 km²
Densità 94,82 ab./km²
Frazioni: Belvedere
Comuni confinanti: Fiumicello, Grado (GO), Terzo di Aquileia, Villa Vicentina
Cod. postale 33051
Prefisso: 0431
Targa UD
Nome abitanti: aquileiesi
Patrono: santi Ermacora e Fortunato
Giorno festivo 12 luglio

 


 

 




La Storia

Fondata nel 181 a.C. come colonia di diritto latino da parte dei triumviri romani Lucio Manlio Acidino, Publio Scipione Nasica e Caio Flaminio mandati dal senato di Roma a sbarrare la strada ai barbari che minacciavano i confini orientali d'Italia, la città dapprima crebbe quale base militare per le campagne contro gli Istri, e contro vari popoli, fra cui i Carni e poi per l'espansione romana verso il Danubio.

I primi coloni furono 3000 fanti seguiti dalle rispettive famiglie provenienti dal Sannio a cui hanno fatto seguito dei gruppi di Veneteci.

Dall'origine di base militare deriva la forma quadrilatera del presidio, divisa dal cardine massimo, l'attuale via Giulia Augusta, e dal decumano massimo. Pacificata e romanizzata la regione, la città, municipio dopo l'89 si ingrandì in fasi successive, come attestano le diverse cinte murarie. Divenne centro politico-amministrativo (capitale della X Regione augustea, Venetia et Histria) e prospero emporio, avvantaggiata dal lungo sistema portuale e dalla raggiera di importanti strade che se ne dipartivano sia verso il Nord, oltre le Alpi e fino al Baltico ("via dell'ambra"), sia in senso latitudinale, dalle Gallie all'Oriente. Fin da tarda età repubblicana e durante quasi tutta l'epoca imperiale Aquileia costituì uno dei grandi centri nevralgici dell'Impero Romano.

Notevole fu la vita artistica, sostenuta dalla ricchezza dei committenti e dall'intensità dei traffici e dei contatti.

Gli apprestamenti difensivi, potenziati fra il II e il III secolo, le permisero di superare gli assedi dei Quadi e dei Marcomanni (166), e dell'imperatore Massimino il Trace, che vi perdette la vita (238).

Nonostante la Crisi del III secolo vi si ripercuotesse dolorosamente, la città, sede di numerosi uffici e istituzioni autorevoli, risultava ancora, alla morte dell'Imperatore Teodosio I (395), la 9° città dell'Impero e la quarta d'Italia, celebre per le sue mura e per il porto. Nel IV-V secolo a.C. si intensificarono le presenze imperiali e molti scontri sanguinosi risolsero contese fratricide (Costantino II, 339; Magnenzio, 350) o episodi di usurpazione: Teodosio I vi sconfisse Magno Massimo (388); Valentiniano III vi uccise Giovanni Primicerio (425).

Aquileia esercitò una nuova funzione morale e culturale con l'avvento del cristianesimo, che si disse predicato da san Marco, ed il cui sviluppo fu in ogni caso fondato su una serie di vescovi, diaconi e presbiteri che subirono il martirio (Ermagora e Fortunato, Ilario e Canziano, Crisogono). Nativo di Aquileia dovrebbe essere stato papa Pio I. Col vescovo Teodoro (m. 319 circa) la Chiesa si espresse pubblicamente con aule di culto splendidamente mosaicate. I vescovi di Aquileia crebbero di importanza nei secoli seguenti dando un vigoroso contributo allo sviluppo del cristianesimo occidentale sia sotto il profilo dottrinario (celebre e decisivo per la lotta contro l'arianesimo il concilio del 381, che interessò tutte le chiese d'Occidente) sia per l'autorità esercitata (fu metropoli per una ventina di diocesi in Italia e una decina oltre le Alpi). Si veda in proposito la lista dei Patriarchi di Aquileia.

Aquileia resistette alle ripetute incursioni di Alarico (401, 408) ma non ad Attila che in seguito ad un incidentale crollo di un muro di fortificazione riuscì a penetrare nella città devastandola (452) e, si dice, facendo spargere sale sulle sue rovine. Sopravvissero l'autorità della sua chiesa e il mito di una città che era stata potente, benché ormai il suo dominio diretto si limitasse ad un territorio di mediocre estensione che aveva i suoi punti di forza nell'area urbana con lo scalo marittimo e nel borgo di Grado. Quest'ultimo si sviluppò ed acquistò un'importanza sempre maggiore a seguito dell'invasione Longobarda del 568. Da quel momento la regione di Aquileia venne suddivisa fra romano-bizantini (che ne occuparono la zona litoranea) ed i Longobardi (la parte interna). La città tuttavia continuò a dare il suo nome al patriarcato omonimo, anche quando, nel XV secolo fu occupata dai Veneziani. Nel 1509 fu annessa al Sacro Romano Impero, seguendo successivamente le sorti degli Asburgo (salvo una breve parentesi napoleonica), fino alla sua definitiva riunione al resto del Friuli ed all'Italia immediatamente dopo la Prima guerra mondiale.

 
Geografia

L'abitato si sviluppa attorno alla basilica patriarcale per un raggio di circa un chilometro, inglobando anche i resti dell'antica città romana, ed è attraversato dal fiume Natissa. La parte sud del territorio comunale, retrostante alla laguna di Grado, è invece costituita da territorio coltivato (derivante da bonifiche) o piccole macchie di bosco planiziale. La frazione di Belvedere, prospiciente la laguna, ospita due tipici esempi di pinete (Pineta di S. Marc e Pineta di Bielvedè).
 
 
Monumenti
 
 

 
La Basilica e i suoi mosaici

 
 
 
 
La prima parte venne edificata nell'anno 313, successivamente all'editto di Milano, per volontà del Vescovo Teodoro. Essa era costituita da due aule parallele, connesse da una trasversale. Tra il 1021 ed il 1031 venne realizzata una quasi totale ricostruzione, per desiderio del Patriarca Popone, e venne edificato il campanile isolato, alto 73 metri, a cuspide, che costituì prototipo per le costruzioni friulane ed istriane.

In seguito al terremoto del 1348, la Basilica venne ulteriormente restaurata, acquisendo interventi in stile gotico, tra il 1350 e il 1381. Infine, accolse sovrapposizioni di matrice rinascimentale,soprattutto per quanto concerne le decorazioni della zona del presbiterio, nel periodo della dominazione veneziana.

La facciata a doppio spiovente, si apre allo spazio antistante attraverso una bifora ed un portico. L'interno è a croce latina, a tre navate e presenta il presbiterio rialzato.

Tra le antiche mura, si è conservato uno straordinario pavimento a mosaico di inizio del IV secolo, con scene dell'antico testamento, che è particolarmente interessante perché, se nella contemporanea pittura nelle catacombe a Roma si iniziava ad assistere a una semplificazione dello stile usato, a fronte di una maggior immediatezza della raffigurazione e un marcato simbolismo, ad Aquileia si notano ancora uno stile naturalistico di matrice ellenistica, sebbene già pienamente adeguato alla nuova simbologia cristiana.

Si nota quindi il "pesce", ictus in greco, acronimo di "Iesus Cristos Teu Uios Soter" (Gesù Cristo Salvatore figlio di Dio), le storie di Giona, esempio dell'Antico Testamento allusivo alla morte e resurrezione in tre giorni, il buon pastore eccetera.

I mosaici, in uno stato di conservazione eccezionale sia per ampiezza, che per completezza delle scene e interesse iconografico, si trova nell'antica basilica di Aquileia, quella dei "battezzati", poiché ad Aquileia esisteva anche una seconda chiesa, accanto alla prima, per i catecumeni, coloro cioè che non avevano ancora ricevuto il battesimo, secondo l'usanza di allora di battezzarsi solo in età adulta, che quindi erano spesso la maggioranza dei fedeli.

All'inizio della navata sinistra, si può accedere alla Cripta degli Scavi dove sono visibili i resti della Basilica Paleocristiana.

Alla fine della navata destra si incontra la cappella di Sant'Ambrogio o cappella della famiglia milanese dei Della Torre con all'interno i sepolcri di 5 membri di quella famiglia dei quali 3 Patriarchi di Aquileia tra cui Raimondo della Torre.
 
 
 
Luoghi d'interesse

- Chiesa dei Pagani
- Museo Paleocristiano
- Museo Archeologico Nazionale
- La Basilica (1031) (Basilica di Poppone)
- La Via Sacra del porto fluviale
- Porto Fluviale
- Basilica cristiana
- Sepolcreto Romano
- Passeggiata Archeologica
- Via Flavia
- Via Postumia
- Via Annia
- Pineta di San Marco

 

Crediti: Testi tratti dall'Enciclopedia Libera
Wikipedia. Tutti i testi di Wikipedia sono rilasciati sotto licenza GFDL.

Foto: Arte Ricerca


 


 

 

 

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