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Giuseppe Pavanello

UN MESSALE ILLUSTRATO DA GIAMBATTISTA TIEPOLO

 

 

Rendendo noto nel 1994 il disegno giovanile di Giambattista Tiepolo raffigurante l'Annunciazione, conservato nel Museo Civico di Bassano del Grappa, ci si chiedeva se quell'invenzione, caratterizzata da una accurata finitura di tratto, non potesse, in qualche modo, collegarsi con l'editoria sacra del tempo1. Il giovane pittore, si sa, era particolarmente legato ai Baglioni, tra i più affermati editori e librai dell'epoca, dalla fecondissima produzione sacra, al pari dei Pezzana, con i quali si erano imparentati.

Se non sono ancora emersi contributi di Giambattista per l'editoria religiosa di queste due grandi famiglie, si possono invece documentare suoi rapporti con l'editore Andrea Poleti, il quale dava alle stampe nel 1741 l'ennesima edizione del Missale Romanun2. Il volume è apparso alla mostra Gloria in Excelsis Deo. Immagini della Natività nelle incisioni dei grandi maestri dal XVI al XX secolo, curata da Stefano Liberati e allestita a Roma nel complesso di Santa Maria della Pace nel 19993.

 

1 - FRANCESCO ZUCCHI, da G. B. Tiepolo, Risurrezione, da Missale Romanum ..., Venezia 1741.

 

2 - Missale Romanum ... , frontespizio, Venezia 1741.

3 - FRANCESCO ZUCCHI, da G. B. Tiepolo, Crocifissione, da Missale Romanum ..., Venezia 1741.

4 - FRANCESCO ZUCCHI, da G. B. Tiepolo, San Pietro fra angioletti recanti le insegne pontificie, da Missale Romanum ..., Venezia 1741.

 

Nel catalogo si sottolinea l'importanza di queste tavole, incise da Francesco Zucchi (1698-1764) su disegno di Tiepolo, responsabile non solo delle quattro grandi scene, le uniche, comprese nel testo (mm 325 x 235), l'Annunciazione (pagina 1), l'Adorazione dei pastori (pagina 15; riprodotta nel catalogo della mostra), la Crocifissione (pagina 193) e la Risurrezione (pagina 203), ma anche della vignetta con l'immagine ovale di San Pietro fra angioletti recanti le insegne pontificie che adorna il frontespizio, pur se priva delle iniziali tiepolesche. Quest'ultima, infatti, reca soltanto l'iscrizione "E Zucchi S.", mentre nelle altre si legge "G.B.T.D".

(Giambattista Tiepolo disegnò) e "Franc. - oppure Franc.o - Zucchi Venet. Sculp." (Francesco Zucchi veneto scolpì). È comunque palese che l'invenzione della vignetta nel frontespizio appartiene al grande artista veneziano, tanto s'apparenta ai suoi modi - si consideri anche la scherzosità nella presentazione degli angioletti recanti la tiara e le chiavi pontificie - e alla sua abilità nel conferire vitalità anche a oggetti di contorno, come la croce papale, posta di traverso e con forte rilievo d'ombra portata. Fa da contrasto l'immagine severa del San Pietro, entro cornice ovale, prossima, per la forte componente realistica, alle icone piazzettesche.

Tutte le scene sacre sono presentate come fossero finti quadri, la cui cornice, tuttavia, è travalicata dalle testine di cherubini su nubi alla sommità, un motivo che ricorre da un brano all'altro. Come d'abitudine, le invenzioni sono state messe a punto dall'artista in disegni finiti.

 

5 - FRANCESCO ZUCCHI, da G. B. Tiepolo, Annunciazione, da Missale Romanum ..., Venezia 1741.

 

6 - GIAMBATTISTA TIEPOLO, Annunciazione, Gran Bretagna, collezione privata.

 

7 - GIAMBATTISTA TIEPOLO, Adorazione dei pastori, da Missale Romanum ..., Venezia 1741.

8 - GIAMBATTISTA TIEPOLO, Adorazione dei pastori. Ubicazione ignota (da Aikema, 2004).

 

Evidente il collegamento con l'Annunciazione già nella collezione di James Byam Shaw, caratterizzata, secondo Watson e Pallucchini, da una marcata impronta piazzettesca, e con una Adorazione dei pastori di ubicazione ignota4. Si tratta di composizioni eseguite a gessetto, ad evidenza finalizzate a trascrizioni incisorie, come già intuito da Watson, seguito da Aikema. Mentre la prima si presenta nello stesso verso dell'incisione, la seconda è in controparte rispetto alla stampa. Si pone pertanto il problema della loro corretta valutazione, e se non è inusuale una prassi che oscilla fra l'uno e l'altro procedimento nella riproduzione di disegni tiepoleschi, si può anche ipotizzare di trovarsi, in un caso, in presenza di una controprova, come autorizza a ritenere l'uso del mezzo impiegato, il gessetto appunto.

Tiepolo, comunque, vuol lasciare sottotono il suo apporto nel volume, facendo apporre sotto ciascuna tavola solamente le sue iniziali, come aveva già fatto per l'antiporta con il Ritratto del cardinale Giovanni Dolfin, pure incisa da Francesco Zucchi per il volume delle Tragedie di Giovanni Delfino apparso a Padova nel 17335: a quella data il pittore aveva eseguito da tempo i disegni per il nostro Messale.

 

 

Giuseppe Pavanello

 

 

NOTE

1 A. MARIUZ - G. PAVANELLO, Per la giovinezza di Giambattista Tiepolo. Un affresco e un disegno, "Arte Veneta", 47, 1994, p. 61, nota 17.

2 Missale Romanun ex Decreto Sacrosancti Concilii Tridentini Restitutum, S. Pii V Pontificis Maximi Jussu Editum, Clementis VIII & Urbani VIII Auctoritate recognitum, in quo Missae Novissimae Sanctorum accurate sunt dispositae, Venetiis, Apud Andream Poleti, MDCCXLI.

3 S. LIBERATI, Gloria in Excelsis Deo. Immagini della Natività nelle incisioni dei grandi maestri dal XVI al XX secolo, catalogo della mostra (Roma, Santa Maria della Pace), Roma 1999, p. 180, cat. 72. Ringrazio il professor Stefano Liberati per avermi cortesemente procurato le immagini delle incisioni del Messale.

4 Il disegno raffigurante l'Annunciazione (gessetto nero, 290 x 174 mm) è stato esposto alla mostra Eighteenth Century Venice allestita alla Whitechapel Art Gallery di Londra e al Museum and Art Gallery di Birmingham nel 1951: n. 126 del catalogo, a cura di F.J.B. WATSON. Il foglio con l'Adorazione dei pastori (gessetto rosso, 285 x 175 mm) è stato pubblicato da B. AIKEMA, Some Early Drawings by Giambattista Tiepolo, "Master Drawings", 42, 4, 2004, p. 367: illustrandoli entrambi, lo studioso li ritiene opera della bottega tiepolesca. Il commento di Rodolfo Pallucchini si rintraccia in La Pittura Veneziana del Settecento alla Whitechapel Art Gallery di Londra, "Arte Veneta", V, 1951, p. 214.

5 Cfr. G. PAVANELLO, Schedule sei e settecentesche, "Arte in Friuli Arte a Trieste", 16-17, 1997, pp. 81-84.

 

 

Arte in Friuli, Arte a Trieste  N°23                                                   © Edizioni della Laguna