Eugenio Gignous (Milano  1850 – Stresa 1906)

 

 

Eugenio Gignous nasce a Milano il 4 agosto 1850: figlio di Laurent, commerciante di seta francese, e di Maria Taveggia Brizzolara, di origini milanesi, il giovane viene spinto a lavorare nel negozio di apparecchi ortopedici di uno zio a causa di difficoltà finanziarie della famiglia. Contrario alla volontà dei genitori, Gignous decide peró di seguire la sua vocazione artistica iscrivendosi, nel 1864, al corso di ornato dell’Accademia di Brera, dove vince una medaglia d’argento; non soddisfatto del corso, l’anno successivo si trasferisce alla scuola di paesaggio di Luigi Riccardi, dove vi rimane fino al 1870, ottenendo diversi riconoscimenti (tra i tanti, la medaglia d’oro per i progressi alla scuola di paesaggio nel 1866). L’influenza del maestro risulta determinante per la resa plastica dei cieli di Gignous, intesi non come semplici sfondi di colore, ma come integrazione alla forma del terreno, mentre lo studio dal vero del paesaggio puó essergli stato suggerito dall’incontro con Gaetano Fasotti.

Terminati gli studi milanesi, Gignous espone subito alla Promotrice fiorentina, ed entra in contatto con la compagnia dei pittori scapigliati, diventando amico dei piú anziani Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni. Testimonianze plausibili di questo rapporto sono stati indicati i dipinti Cortile rustico alla Colombera (premiato a Brera nel 1870), che pare rappresenti la casa di Cremona in via del Conservatorio, e Tranquillo Cremona mentre dipinge all’aperto il ritratto di Benedetto Junck (1874 ca.), nonché l’opera, eseguita a quattro mani, Faust e Margherita nel bosco (1873), dove il paesaggio spetta a Gignous e le figure a Cremona. Inevitabilmente, lo stesso Gignous rimane stilisticamente influenzato da questo gruppo di artisti, orientandosi verso una pittura di sapore scapigliato.

Scettico su alcuni vizi, ma non completemente estraneo al modus vivendi dei suoi compagni, Gignous coltiva ulteriori amicizie, quali Achille Tominetti e Luigi Rossi, entrambi conosciuti a Brera. Con il primo espone diverse volte alle mostre nazionali piú importanti tra il 1870 e il 1875, forse eseguendo insieme alcuni dipinti, mentre dei confronti tra opere di Gignous e del luganese Rossi confermerebbero il rapporto lavorativo tra i due; il successivo spostamento di Rossi nell’Astigiano (1870) potrebbe spiegare, inoltre, l’avvicinamento di Gignous alla cosiddetta Scuola di Rivara, un gruppo di pittori paesaggisti antiaccademici attivo nella cittadina piemontese dal 1860 circa.

Verso la fine degli anni Settanta, dopo diversi viaggi (il Monviso, il Lago di Como, Varese, Savona e la Svizzera sono solo alcuni dei luoghi immortalati da Gignous) e un soggiorno a Roma, il Nostro entra in contatto con Filippo Carcano, forse conosciuto alle scuole serali della Famiglia Artistica, con il quale si ipotizza sia stato in Francia nel 1878, all’Esposizione di Parigi prima, e a Lione poi, a trovare alcuni parenti dello stesso Gignous. L’anno successivo Carcano, già frequentatore di quelle zone, porta Gignous sulle sponde del Lago Maggiore, che diverranno suo soggetto prediletto (Riva a Feriolo, 1886).

Entrato in contatto con la famiglia del dottor Angelo Ferri, Gignous ne sposerà la figlia Matilde il 19 marzo 1881 (nonostante l’opposizione iniziale dello stesso Ferri), dalla quale avrà sette figli; dedito al suo nuovo status di marito, il pittore si allontana in parte dall’ambiente artistico. D’altra parte, questo suo allontanamento non è cosí radicale, poiché rimane sempre nella cerchia degli artisti di Brera: dal 1880 al 1884, infatti, è socio onorario dell’Accademia, mentre dal 1885 al 1894 è membro del consiglio accademico. Nello stesso periodo, continua ad inviare dipinti ai vari concorsi d’arte, tra i quali la Promotrice torinese è spesso acquirente delle sue opere, cosí come il Ministero della Pubblica Istruzione; non mancano ovviamente estimatori privati, come un certo Wills, il quale acquista Autunno (1883), e Re Umberto, che nel 1891 gli compra due opere esposte alla prima Triennale di Milano (Marzo e Studio dal vero).

Dal 1887 si trasferisce definitivamente a Stresa, sul tanto amato Lago Maggiore, nonostante un’iniziale volontà di vivere nei dintorni della Laguna di Venezia, alla quale si oppone la moglie: da questo momento, il tema che domina la sua produzione sono sempre piú i paesaggi lacustri di quelle zone (Lago Maggiore, Feriolo, 1900 ca.). Da notare come la seriale realizzazione di alcuni soggetti nelle varie stagioni e in diverse condizioni atmosferiche, nella ricerca di una rappresentazione fedele del dato visivo nelle sue variazioni, richiami alla mente le sperimentazioni impressioniste di Claude Monet, condotte dal pittore francese una decina di anni prima.

I freddi inverni di Stresa, peró, spingono Gignous e famiglia a trascorrere la stagione in Liguria, cosi come l’afa estiva li spinge a cercare refrigerio in alta montagna, ampliando in tal modo i soggetti dipinti dall’artista.

Amante della pipa e del buon vino, col trascorrere del tempo viene rovinato da tabacco e alcool, tanto da morire di tumore alla gola il 30 agosto del 1906.

 

 

Mirko Moizi