VIDEO:  Dario Succi: Canaletto - Il molo dal bacino di San Marco  (YouTube)

 

 

 

Antonio Canal detto il Canaletto

Venezia 1697 - 1768

 

 

 

 

Il molo dal bacino di San Marco
Olio su tela
53,4 x 70,8 cm
Collezione privata

 


La veduta, già esposta nelle mostre: Canaletto, una Venecia imaginaria; Titian to Tiepolo; Three Centuries of Italian Art; Da Tiziano a Caravaggio a Tiepolo, reca sul telaio etichette e sigilli che documentano i passaggi, dall'Inghilterra (etichetta dello spedizioniere «J. Chenue – French Packer –
IO Great St Andrew Street, Shaftesbury Avenue, London WC») alla Francia (sigillo in ceralacca rossa della galerie Sedelmeyer, Parigi) e alla Svizzera (galerie Giese, Zürich Lintherschergasse 12 bei Hauptbanhof, 1942).

L'indicazione più notevole è quella relativa alla galerie Sedelmeyer che fu un importante punto di riferimento per l'arte antica nella capitale francese fra la fine dell'Ottocento e il secolo successivo. Il dipinto venne posto in vendita nel catalogo Illustrated Catalogue of 100 Paintings of Old Masters [...] belonging to the Sedelmeyer Gallery, Paris 1894, p. 71, n. 59. La galleria fu acquirente in quegli anni di alcuni importanti dipinti di Canaletto, di cui due provenienti dalla prestigiosa collezione Earl of Carlisle, Castle Howard (in tempi recenti restituiti a Bellotto): L'ingresso nel Canal Grande e Il ponte di Rialto da nord furono inclusi (sotto il n. 55) nel catalogo Hundred Paintings by Old Masters pubblicato nel 1895 (Constable-Links 1989, n. 171 e n. 236 (d). Il sigillo della galerie Sedelmeyer consente di identificare il dipinto qui schedato con quello che, secondo una notizia fornita da Constable (1989, n. 107), Si trovava nel 1894 presso Sedelmeyer e che lo studioso (con qualche dubbio: «perhaps») riteneva potesse essere identificato con la versione acquisita nel 1928 dalla Pinacoteca di Brera, Milano, con la quale l'aveva confuso. Infatti, la versione di Brera, iconograficamente quasi identica, non reca il sigillo della galerie Sedelmeyer: di essa si sa solo che, proveniente dalla collezione sir C.H. Seeley, fu venduta a Londra (con il pendant Il Canal Grande da campo San Vio) presso ChristiÈs il 22 giugno 1928, lotto 161. La coppia, acquistata dall'antiquario Bellesi, fu rivenduta alla Pinacoteca di Brera alla fine dello stesso anno.

La nostra veduta rivela una qualità pittorica eccellente, che dall'accuratissima stesura dei dettagli architettonici si estende alle macchiette, toccate con maestria e connotate dalla inconfondibile grafia canalettiana. Sopra le acque smeraldine, la cui increspatura è suggerita da tratti uncinati concatenati, si stende il cielo percorso da nuvole diafane che lasciano trasparire la sottostante preparazione a striature in diagonale, una caratteristica tipica degli originali canalettiani, presente anche nella versione a Brera. Pervasa da una luminosità straordinaria la veduta si colloca in una delle fasi più felici dell'itinerario artistico di Canaletto, essendo databile verso il 1737-1738, quando il maestro lavorava alacremente al servizio di Joseph Smith, il grande conoscitore e collezionista che fungeva da tramite tra l'artista e le pressanti richieste della nobiltà inglese. La datazione è confermata da un dettaglio visibile sulla prora del «galeone di stato» ancorato davanti al Palazzo Ducale, dove sono percettibili i colori bianco e argento dello stemma di Alvise Pisani, doge dal 1735 al 1741.
 

 

Dario Succi     

 

 


Bibliografia: Pedrocco 2001, pp. 106-107, Succi, Delneri 2001-1, n. 39; 2001-11, n. 41, Algranti 2002, n. 100; Sgarbi 2002, n. 72; Marshall 2004, p. 56.