Andrea da Pontedera (Pontedera 1295 ca - Orvieto? 1348-49)

 

 

                                                                   

 

Architetto e scultore, conosciuto anche come Andrea Pisano e Andrea di Ugolino; nato  nel 1295 circa e morto probabilmente nel 1348-49, forse a Orvieto.  Dal 22 gennaio 1329 al marzo 1335-36, Andrea compare ripetutamente in documenti riguardanti la porta di bronzo del Battistero di Firenze, che reca l'iscrizione «Andreas : Ugolini : Nini : De: Pisis : me fecit : A:D: M:CCC:XXX D. Il 26 aprile 1340 è ricordato come capomaestro dell'Opera del Duomo di Firenze. Il Vasari narra che l'artista lavorò per il Duca di Atene in qualità di architetto, ma poiché l'affermazione non trova conferma, è stata avanzata l'ipotesi che egli abbia lasciato Firenze nel 1343. Fra il 14 maggio 1347 ed il 26 aprile 1348 Andrea da Pontedera è citato quattro volte come capomaestro della Cattedrale di Orvieto, e il 19 luglio 1349 gli succede in tale carica il figlio Nino.
Nulla ci è noto dell'opera di Andrea prima del 1329-30. Nel 1335 ricorre due volte la qualifica di  « orefice » riferita ad A.ndrea per cui è probabile che egli abbia svolto il suo tirocinio nella bottega di qualche orafo. Una Annunciazione in legno, del Museo nazionale di Pisa, datata al 1321, è stata attribuita ad Andrea, dal Carli e dal Valentiner. Un numero eccezionale di documenti — pubblicati dal Frey ed analizzati dalla Falk — ci dà notizia del procedere dei lavori alla prima porta di bronzo del Battistero di Firenze. 
Secondo il Centiloquio di Antonio Pucci, Andrea assunse, dopo la morte di Giotto (1336), la direzione della costruzione del Campanile del Duomo di Firenze, apportando allo schema di Giotto miglioramenti o modifiche. È stato detto (Nardini), e largamente accettato (Lanyi, Paatz), che il terzo ripiano sotto il cornicione del Campanile, contenente le nicchie, nonché quello ad esso immediatamente sovrastante, siano opera di Andrea, che deve inoltre esser stato in stretto contatto con Giotto durante 1'esecuzione dei ripiani inferiori, ed ebbe una parte notevole nei bassorilievi in marmo che li ornano.
Di questi, ventotto sono in alto e rappresentano ad ovest i Sette Pianeti, a sud le Sette Virtù, ad est le Sette Arti Liberali, e a nord i Sette Sacramenti; in basso, invece, si hanno ventun rilievi esagonali rappresentanti la Creazione di Adamo, la Creazione di Eva, le Tribolazioni di Adamo ed Eva, Jabal, Jubal, Tubalcain e l' Ubriachezza di Noè, a ovest; Gionito, il Fabbricato dell'Astronomia, la Medicina, la Caccia, la Tessitura, il Phoroneus, il Legislatore, Dedalo, a sud; la Navigazione, Ercole e Caco, l'Agricoltura, l'Arte del Teatro, l'Architetto, ad est; lo Scultore e il Pittore, a nord.
Questo tema scolastico (v. Schlosser), che raffigura le Arti, le Scienze e i Lavori dell'Uomo, è forse dovuto a Giotto.
I ventotto rilievi del ripiano superiore sono attribuiti dal Ghiberti ad Andrea; quelli sulle facce ovest, sud ed est furono forse eseguiti nella sua bottega, mentre quelli sulla faccia nord sono riferibili ad Alberto Arnoldi. Quanto ai rilievi del ripiano inferiore, di qualità assai più alta sono in massima parte attribuibili ad Andrea.
Ad Orvieto, l'unico lavoro documentato di Andrea, è una Maestà di marmo, che si trovava prima sopra la Porta di Postierla della Cattedrale; la Vergine ed il Fanciullo e due Angeli senza testa si trovano ora nel Museo dell' Opera del Duomo. Prima che i documenti venissero messi in rapporto con la figura centrale, che è stata messa in loco nei primi mesi del 1348, essa veniva generalmente attribuita al figlio di Andrea, Nino.
La distinzione fra le tarde opere di Andrea e le prime opere di Nino costituisce il problema centrale della fase finale del lavoro di Andrea. Sembra che la Madonna di Orvieto sia stata scolpita a Pisa e si suppone in genere che nell'intervallo fra il 1343 — la presunta data della fine dell'attività di A. a Firenze — ed il 1347 — data in cui il suo nome appare in quel di Orvieto — Andrea lavorasse nella sua città natale. A questo periodo appartiene la tomba di Simone Saltarelli (morto nel 1342) in Santa Caterina, a Pisa. L'attribuzione della Madonna di Orvieto ad A. presenta delle difficoltà notevoli; anzi è probabile che ci si trovi di fronte ad una figura eseguita nella bottega di Andrea da Nino Pisano.

Si è discusso (Becherucci, Valentiner) sull'appartenenza ad A. di due opere più importanti: la "Madonna del Latte" già a Santa Maria della Spina a Pisa e la Madonna e Bambino con i SS. Pietro e Giovanni Battista proveniente dall'altare della stessa chiesa (Pisa, Museo Nazionale) inseparabili, come stile, dalla Madonna di Orvieto, e da negare così a Nino Pisano, al quale erano tradizionalmente attribuite. Ora, la Madonna sul monumento Saltarelli, la Madonna di Orvieto e le opere di Santa Maria della Spina sono evidentemente di un unico artista; ma appare più persuasivo attribuirle ad una fase giovanile di Nino anziché considerarle come un tardo lavoro di Andrea Pisano. La lunetta di S. Martino ed il Mendicante in San Martino di Pisa si ricollegano alle sculture del Campanile e possono benissimo essere stati eseguiti da Andrea dopo il 1343.
Andrea Pisano è, sotto molti aspetti, il più importante scultore che abbia lavorato a Firenze nel XIV secolo. È sulla porta di bronzo del Battistero che i modi compositivi e narrativi di Giotto vengono per la prima volta tradotti in rilievo; ragione per cui quest'opera costituisce una pietra miliare per lo sviluppo dello stile della scultura.
Il valore dell'opera di Andrea è stato generalmente riconosciuto da quando venne pubblicata l'estesa trattazione della sua opera nella seconda edizione delle Vite del Vasari; tuttavia egli rimane un artista avvolto nel mistero e la definizione della sua personalità è ancora assai incerta. Non si sono ancora potuti spiegare esaurientemente né i suoi rapporti con Giotto nelle sculture della porta di bronzo e del Campanile, né quelli posteriori con Nino. In netto contrasto con il suo predecessore nei lavori del Battistero (Tino di Camaino), Andrea da Pontedera era un classicista, nelle cui mani lo stile della scultura gotica acquista quel carattere che doveva essere mantenuto, in Firenze, per tutto il resto del secolo.
 

 

A.R.

 

 


BIBLIOGRAFIA:

J. Lanyi, L'ultima opera di Andrea Pisano, L'Arte, 1933

P. Cellini, Appunti orvietani per Andrea e Nino Pisano, L' Arte, 1933
I. Falk, Studien zu Andrea Pisano, Hamburg, 1940

J. Lanyi, The Genesis of Andrea Pisano' s Bronze Doors, AB, 1943

E. Carli, La mostra dell 'antica scultura pisana, Emporium, 1947

W. R. Valentiner, Andrea Pisano as Marble Sculptor, AQ, 1947

I. Toesca, Andrea e Nino Pisani, Firenze, 1950