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Bartolomeo Nazzari (Clusone 1693 – Milano 1758)  

 



Nato a Clusone (Bergamo) nel 1693, Bartolomeo Nazzari (o Nazari) riceve i primi rudimenti in patria. Dal 1717 si stabilisce a Venezia, dove frequenta la bottega di Angelo Trevisani e ha modo di conoscere la pittura di Sebastiano Bombelli, Antonio Pellegrini e Jacopo Amigoni. A partire dalla metà degli anni ’20 comincia a ritagliarsi un ruolo importante come ritrattista. Immortala le autorità politiche, come il provveditore generale Francesco Correr, e alcuni dei più importanti pittori del tempo, evidentemente consapevoli delle doti del collega: Sebastiano Ricci, Luca Carlevarijs, Canaletto, Francesco Polazzo, Giambattista Pittoni, Antonio Visentini, Giambattista Tiepolo e Francesco Zuccarelli. Ma la lista dei clienti famosi non finisce qui. Nazzari, infatti, oltre a soddisfare le richieste dei molti inglesi di stanza a Venezia, ritrae anche i protagonisti del mondo della musica, come la cantante Faustina Bordoni (moglie del noto compositore Johann Adolf Hasse) e il castrato Farinelli. Già nel 1733, Anton Maria Zanetti celebra le sue doti: “Particolarissimo è questo autore ne’ ritratti, quali forma simigliantissimi, e di gran forza, e vaghezza, ed è valoroso di più nell’istoriarli, e nel comporre e formare attrecci con tutta intelligenza, e bel modo”.
Nel 1736 Nazzari, accompagnato dall’amico Francesco Zuccarelli, rientra a Bergamo, dove sceglie di trattenersi solo per pochi mesi, giusto il tempo di eseguire una manciata di ritratti e di ottenere la commessa di alcune pale d’altare. Tornato a Venezia, continua a riscuotere un lusinghiero successo, tanto che nel 1744 viene chiamato a Francoforte dall’imperatore Carlo VII. All’amico Giacomo Carrara scrive: “Già avrà saputo la mia improvvisa partenza per Francfort per accompagnare il cav. Tedesco mio padrone e come, essendo stato onorato di fare il ritratto di Sua Maestà Imperiale e della Imperatrice per Monsg. Stoppani Nunzio appresso S.M., questi ritratti sono stati molto graditi. […] Inoltre ho avuto l’onore di baciare le mani all’Imperatore ed Imperatrice la quale si degnò parlarmi di cose appartenenti alla pittura”.
Nel corso degli anni successivi, di nuovo a Venezia, Nazzari si dedica soprattutto alle ‘teste di carattere’, il genere con il quale, stando al carteggio intrattenuto con Carrara, si sente più a suo agio. Nel 1757, tuttavia, decide di partire alla volta di Genova, desideroso di soddisfare le richieste del nuovo doge Giovanni Giacomo Grimaldi. L’anno successivo, invece, di rientro a Venezia, sceglie di fermarsi per alcuni mesi a Milano, ma nella città lombarda, “assalito da veemente flusso di sangue” (Tassi 1793), trova la morte.
 

 


Francesco Baccanelli