Teodoro Wolf Ferrari (Venezia 1878  -  San Zenone degli Ezzelini 1945)

 


Si forma all'Accademia delle Belle Arti di Venezia avendo come maestri G. Ciardi, P. Fragiacomo e M. Bortoluzzi. Si reca in seguito a Monaco di Baviera per completare i suoi studi. Nella città tedesca entra in contatto con il gruppo "Die Scholle" (La Zolla) e con artisti legati alle Secessioni. Nei primi anni del secolo partecipa a varie esposizioni in Germania; nel 1902 è presente all'Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Torino.
Rientrato definitivamente in Italia, Wolf Ferrari decora con altri artisti il Caffè Santa Margherita di Venezia, e poi lo stabilimento "Bagni" al Lido. Nel 1910 allestisce a Ca' Pesaro una personale comprendente cinquantadue opere, che poi viene portata a Stoccolma e ad Hannover. E' nella giuria di accettazione alle Esposizioni Nazionali Artistiche Giovanili di Napoli nel 1911 e 1912, e in quelle capesarine del 1919 e 1922. Partecipa alla Biennale del 1912, e poi a quella del 1914, ove presenta alcuni vetri realizzati assieme a Vittorio Zecchin. Nel 1913 e 1915 aderisce alla mostre della Secessione romana. Nel 1920 espone alla Galleria Geri Boralevi di Venezia assieme agli "artisti dissidenti di Ca' Pesaro". Dal 1920 al 1938 Wolf Ferrari partecipa, senza interruzione, all'Esposizione Internazionale. Nel 1924, su sollecito di Vittorio Emanuele III, compie un viaggio in Libia allo scopo di ritrarne gli aspetti più tipici.
Dopo questa data gli spostamenti dell'artista si fanno sempre più radi; egli, infatti, preferisce soggiornare a San Zenone degli Ezzelini, estraniandosi dai dibattiti artistici e lavorando assiduamente per preparare le numerose mostre che tiene nel Veneto.


 

Patrizia Fasolato

 

 

 

 

tratto da Punti di Vista  per gentile concessione di:     Edizioni della Laguna