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Giuseppe Tominz (Gorizia 1790 - Gradiscutta 1866)
 

 


Nasce il 6 luglio del 1790 a Gorizia. Perduta la madre prematuramente e, con il padre risposato, decise fin dal 1803 di allontanarsi da casa. L'anno di svolta è il 1808 quando giunse a Gorizia l'arciduchessa d'Austria Marianna la quale, capendo il talento del giovane, lo raccomanda al pittore Domenico Conti Bazzani che opera a Roma. Arrivò a Roma grazie al sostentamento economico del conte Giuseppe della Torre di Valsassina, e qui iniziò l'attività di copista. Frequenta l'Accademia di San Luca dove viene premiato nel 1814. Diviene amico del pittore Bartolomeo Pinelli. Rientrato a Gorizia, eseguì vari ritratti anche nella vicina Lubiana oltre alla pala per il Duomo della città natia. Capisce che la vicina Trieste, in quel momento, può dargli un agio economico ed inizia, a partire dal 1835 circa, a ritrarre buona parte della borghesia mercantile della città Tra il 1840 ed il 1846 partecipa regolarmente alle Esposizioni di Belle Arti triestine, sollevando lodi da più parti. Realizza centinaia di ritratti: di gruppo, individuali, affettivi ma sempre caratterizzati da una resa psicologica senza rivali, dovuta non solo alle capacità tecniche ma anche da una naturale ironia. Rientrato a Gorizia e defilato dai moti del '48, fa ritorno a Trieste nel 1850 rimanendovi cinque anni; ormai indebolito dalla vista e sovvertito da una nuova generazione di ritrattisti particolarmente agguerrita decide di stabilirsi definitivamente a Gradiscutta, nei pressi di Gorizia, dove muore nel 1866.
Una buona parte dei suoi dipinti, per lo più ritratti, sono conservati al Museo Civico Revoltella di Trieste. Ma sono visibili sue opere a Gorizia (Musei Provinciali) e Lubiana (Narodna Galerija).
 

 


Matteo Gardonio

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA:


Ottocento di frontiera: Gorizia 1780 - 1850; arte e cultura Milano Electa 1995 (con testi di Giuseppe Pavanello e Fabrizio Magani)


Remigio Marini, Giuseppe Tominz, 1950

 

 

SITOGRAFIA:

 

 

Giuseppe Tominz. L'arte delle virtù borghesi con testi di Maria Masau Dan, Susanna Gregorat, Nicoletta Bressan, Raffaella Sgubin, Piera Zanei