Roscitano Ezio (Reggio Calabria, 1889 - 1940)

 

 


Scultore e ceramista, ma si conoscono anche alcuni oli. Durante il terremoto di Messina del 1908, per salvare una donna (la madre ?), riportò la frattura della gamba destra, che gli rimase anchilosata. Abbandonati gli studi tecnici, a 19 anni si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Roma, allievo di Ettore Ferrari. Nella capitale aprì uno studio in via Margutta 22, facendosi conoscere per la prima volta nel 1917 alla LXXXVI Esposizione di Belle Arti della Società Amatori e Cultori, con due opere, Profumo di giovinezza, Un amico (a queste esposizioni prese parte per altre sette edizioni: 1918, ’19, con Ritratto di Antonio Carbonati, ‘20, ‘23, ’26 – edizione ove espose alcuni mobili in noce scolpito, un caminetto in pietra serena e travertino, e altre opere - ,’28, ’30 – con sala personale). Partecipo' alle Mostre Calabresi d’Arte Moderna di Reggio: 1920, con mostra individuale nella sala Roscitano – Alfano; 1922, in cui ebbe la medaglia d’argento per l’opera Ritratto. Fu presente alla Biennale Romana del 1921 (e poi anche del ’23 e del ’25), col bronzo La notte di Ronchi, 1920, eseguito per l’impresa di Fiume. D’Annunzio, al proposito, scrisse di “opera così nervosamente modellata” e ancora “di stile che rinnova la più antica tradizione e l’acuisce”. Nel ’22 prese parte alla Fiorentina Primaverile con i bronzi Testa di vecchio e Madonnina; e modellò in gesso per il Teatro Siracusa della stessa città il complesso scultoreo Allegoria delle Muse che adorna la sala nella parte alta. Nel 1923 realizzò il Monumento ai Caduti della Grande Guerra per Amendolara. Nello stesso anno prese parte alla Biennale Internazionale di Arti Decorative Moderne di Monza; alla quale fu presente anche nell’edizione del ’26, con l’opera Vaso di spighe. Del 1927 è il Complesso Monumentale a Carlo Turano, politico, oggi smembrato e ricollocato, il solo Monumento, in una piazza di Crotone su un basamento di granito grigio. Nel 1928 si trasferì a Parigi e l’anno successivo espose al “Salon du Printemps” l’opera Il Campione (premiata dalla giuria e per la quale aveva posato il ciclista olandese Peter Moeskops). Nel 1931 Joséphine Baker, la famosa Venere Nera, gli commissionò un Busto in marmo, per arredare la propria villa di Parigi. Un giorno del 1926 Alexandre Calder, dopo aver veduto la Baker e ispirato dalla mobilità indipendente delle vari parti del corpo della ballerina, tornato nel suo studio di rue Daguerre, creò una scultura in fil di ferro che divenne il prototipo delle sue famose composizioni mobili. Nel ’31 l’attrice commissionò l’opera a Roscitano: evidentemente l’artista a Parigi godeva di ampia popolarità e fama. Nella capitale francese prese parte a varie esposizioni, collettive (Salon des Sports, 1929; Salon des Artists Français,1929, ‘30, ’31, ’33; Salon d’Automne,1930, con Contadino calabrese e 1936, con Baccante; Salon Décorateurs, 1931, con un piatto in ceramica, Tre grazie; Exposition des Artists Indépendents, 1933, ’34, ’37, ‘38; Nouveau Salon, 1933; XVI Salon des Tuileries, 1938, con Vecchio narratore e Faunessa; Mostra Arti e Tecniche, 1937) e personali (Galerie Gauthier, 1931; Galerie du Journal, 1932 e ’33; Galerie Bernheim, 1933; Galerie Carmin, 1934, ’35, con Waltha Torrigiani, ’37, con Vittoria alata; Exposition Claire, 1934). Espose inoltre a Milano (quattordici opere alla Galleria Pesaro, 1931, assieme a Colao, Ortona, Monteleone, il Gruppo Artistico Calabrese, con testo in catalogo di Michele Biancale), a Roma (al Circolo di Roma, un gruppo di ceramiche) e in varie città europee: Bruxelles (Galerie de la Toison d’Or, 1938), Rouen (Aux Vieilles Façades, 1937), Amsterdam, Stoccolma. Lavorò anche il legno, Sorriso di Anna, Galletto (esposto nel 1919 a Roma nella Mostra “Gli animali nell’arte”); la pietra, Mystique; il gesso, Testa femminile, Ritratto di S. Rota, Ritratto di dama belga, Piccola Eva, Fanciulla con il disco; la terracotta, Busto di Madeleine Coupigny, Donna velata, Bagnante, Sorriso; il cristallo, Madonna con Bambino; e realizzò piatti, vasi e portafiori in ceramica, con tecnica “craquelé”. Nella Galleria Comunale di Arte Moderna, palazzo Braschi, di Roma l’opera Ritratto del conte Franco Spada, marmo, 1918. Nel 1945 nel Salone del Municipio di Reggio Calabria venne organizzata una mostra commemorativa dello scultore, con catalogo delle opere e nota critica di Enrico Aeberli. Sue opere nella rassegna La Divina Bellezza, complesso del San Giovanni, Catanzaro, 2002.

 


Enzo Le Pera

 

 

 

 

Bibliografia: Thieme/Becker; Pittori e pittura dell’Ottocento italiano, DeAgostini; La Pittura Napoletana dell’Ottocento, Pironti.