Michele Rapisardi (Catania 1822 - Firenze 1886)

 

 

 

    

   

 

 

 

Michele Rapisardi nasce a Catania il 27 dicembre 1822, da Giuseppe, pittore di ritratti e pale d'altare, e da Rosaria De Luca. Nel 1843, grazie ad un pensionato offertogli dal Comune, si reca a Roma, alla scuola del nudo dell'Accademia di San Luca. Nella capitale frequenta lo studio del Costa e la cerchia dei puristi. Nel 1847 si trasferisce a Firenze dove entra a contatto con l'ambiente artistico fiorentino; affascinato dai maestri del Trecento, Quattrocento e Cinquecento, sviluppa uno stile classico-romantico a tema storico, biblico, sacro e letterario, privilegiando riferimenti iconografici alla propria origine isolana. Nel 1849, Michele ritorna a Catania, per un anno e mezzo circa, dedicandosi al ritratto ed alla caricatura. Particolarmente apprezzato dall'ambiente siciliano e dalla sua borghesia, riceverà numerose commissioni nei decenni a venire, anche quando, stabilita altrove la propria dimora, le visite alla città natia saranno sempre più rare. Dal 1851, grazie ai contributi del Decurionato, intraprende un viaggio di studio nell'Italia Settentrionale che lo conduce a Bologna, Ferrara, Venezia, Padova, Verona, Milano, Brescia e Genova. Stabilitosi nuovamente e definitivamente a Firenze, frequenta assiduamente il Caffè Michelangelo, pur non aderendo al movimento di "macchia", per mantenersi ancorato ad una tradizione romantica, fuori dal suo tempo, tanto da venir definito da Telemaco Signorini "pittore di romanticismo feudale". Alla Promotrice del 1854 presenta i dipinti: I primi poeti italiani alla corte di Federico II; Il trovatore cacciato in bando; Le vergini di Sion che piangono sui monti di Salem la patria perduta.
Nel 1857,  espone, sempre alla Promotrice: I fuochi fatui (1855) e L'Edera. Nel 1860, al Concorso Ricasoli, presenta: Federico Barbarossa sconfitto dalla Lega Lombarda; nel 1861 alla prima Esposizione Nazionale di Firenze:
  I primi poeti e Le vergini di Sion. Dal 1856 al 1862 realizza diversi quadri di soggetto sacro destinati a chiese di Catania e dintorni: L'Addolorata (1856), per la Chiesa Madre di Mascalucia (Catania); San Vito e Artemia (1857), per la chiesa di San Vito; L'Immacolata (1858), Il Sacrificio di Gedeone e La cena in Emmaus (1860-1861), per la chiesa del monastero di San Placido di Catania; San Benedetto benedice San Placido (1861), per la chiesa di San Benedetto di Catania; San Luigi Gonzaga (1862), per la chiesa di San Vito di Mascalucia.
Dal 1865 si dedica anche al paesaggio ed alla scena di genere, con vivo colorismo.

Muore a Firenze il 19 dicembre 1886.

Alla sua morte, a firma dell'amico e poeta Mario Rapisardi, viene scolpita una targa marmorea nella sua casa natale: "Michele Rapisardi - Il pittore corretto ed elegante - nasceva in questa casa - Addì XXVII dicembre MDCCCXXII".

 

 

 

Giorgio Catania

 

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA:

 

AA.VV.: La Pittura in Italia - L'ottocento - Electa,  Milano 1991

 

A. Ficarra, Michele Rapisardi pittore (1822-1866), Catania 1987

 

Dizionario Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al XX secolo, Torino 1972

 

A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni, Milano 1962