Paolo Klodic (Trieste 1887 - 1961)

 

 

Paolo Klodic nacque a Trieste nel 1887 da Matilde Pagliaruzzi discendente di una famiglia veneziana e da Anton Ritter Klodic von Sabladoski, che fu Curatore e Conservatore Museale in Istria. Risulta che i nonni paterni vissero a Clodig una località del cividalese; la famiglia Klodic, indipendentemente dall’origine del cognome, è iscritta nel libro d’oro e nell’Elenco della Nobiltà Italiana con il titolo di Cavaliere dell’Impero Austriaco e il predicato di Sabladoski concessi nel 1880 e riconosciuti dall’Italia nel 1927.

Paolo iniziò gli studi nella città natale continuandoli in Austria a Graz dove ottenne la laurea in legge. Entrato nel Governo marittimo dell’Impero Austro-Ungarico, rimase presso la Capitaneria di Porto fino al termine della Seconda Guerra Mondiale quando fu nominato Comandante del Porto dal Governo Militare alleato; ricoprì questo incarico fino al 1954 anno nel quale andò in pensione.

Iniziò a disegnare precocemente dimostrando una naturale propensione; ancora ragazzino lo fece con sorprendente metodo, convinzione dei propri mezzi e serietà tanto da tenere per se un registro illustrato di tutte le navi, salvo rare eccezioni, che vedeva entrare nel porto di Trieste. Questi disegni che nella loro quasi totalità appartengono ora al Museo del Mare, sono raccolti in ventinove volumi di circa 200 – 250 pagine ciascuno; la collezione comprende il periodo dal 1898 al 1961.

Ogni volume, solidamente rilegato, è fornito di un indice e di un frontespizio che riproduce una delle navi illustrate; i libri sono numerati da 1 a 29, ma tra l’ottavo e il nono è stato inserito uno diverso “fuori serie” nel quale compaiono le navi incontrate da Klodic in un suo viaggio in Medio Oriente avvenuto nel 1922.

Risalgono pure allo stesso anno alcuni stupefacenti quadri con vedute diporti mediterranei tra i quali Atene, l’indimenticabile, seducente e ‘vaporosa’ Istanbul, Alessandretta, Said, ma anche del monte Varasona presso Patrasso, di Berruti, di Candia, d’Alena Dagh e del Tauro presso Adalia.

I disegni del Museo del Mare sono in gran parte in bianco e nero tranne le annate 1901 e 1903 e alcuni di loro eseguiti dopo il 1937; Klodic li effettuava su foglietti bianchi di quaderni ‘tascabili’ della misura di cm. 18,5 x 11,5; egli seguiva progressivamente le pagine e non mi risulta disegnasse mai da ambo i lati del foglio perché, ordinato per sua natura, preferiva le pagine immacolate e lisce per tirare linee decise laddove era indispensabile.

Usava con maestria sia le matite tenere per le ombreggiature che quelle dure per significativi dettagli.

Ciascun foglio reca non solo il nome della nave illustrata, ma anche i nomi precedenti (e successivi), il luogo e la data di costruzione, l’armatore, il porto d’armamento, il tonnellaggio e in certi casi anche la lunghezza, eventualmente il luogo e la data del naufragio e così via. Le note sono scritte in tedesco fino al 1918 e in italiano dal 1918 in poi.

Il loro valore è preminentemente documentaristico poiché i disegni di Klodic costituiscono spesso, per molte di quelle navi scomparse per cause diverse, l’unica testimonianza iconografica.

Nel loro complesso, dunque, sono un’opera unica al mondo una fonte insostituibile d’informazioni su un particolare aspetto della storia di Trieste.

L’esordio artistico di Klodic avvenne nel 1906, a soli diciannove anni, in una mostra collettiva nella città d’Innsbruck; l’anno seguente fu presente per la prima volta in modo ufficiale a Trieste in una mostra del bianco e nero organizzata dal Circolo Artistico nelle sale della Permanente. Da allora il suo curriculum via via si infittisce ed egli, superato il timore di confrontarsi con artisti più anziani di chiara fama, incomincia ad esporre regolarmente non solo nella nostra città, ma anche altrove. Va ricordata la presenza di sue opere a Graz nel 1909, a Capodistria nel 1911 e nell’Esposizione Adriatica a Vienna nel 1913.

Le cronache locali ricordano una mostra presso il Salone Michelazzi nella quale quattro sue piccole e belle marine furono esposte accanto ad opere di Croatto, Parin, Grimani, Flumiani, Wostry e Bergagna.

Nel 1923 nelle stesse sale di Via Mazzini 16, egli fu il protagonista di una personale intitolata “Impressioni di un viaggio nel Levante col piroscafo Lloydiano Semiramis”; così il Benco: “…il coloritore non ha le attitudini naturali del disegnatore e Klodic non è ancora riuscito a vincere una certa durezza nel superare i contrasti”.

Nel 1926, quando partecipò a Padova all’Esposizione d’Arte delle Tre Venezie con Bolaffio, Nathan, Finazzer Flori, Sbisà ecc. Klodic era un artista conosciuto e aveva un ‘suo’ pubblico.

Ma il mare come paesaggio, o come elemento di paesaggio, è di rado nella sua pittura il protagonista; più spesso la pittura serve da decorazione e da sfondo al soggetto principale che è la nave. E alle mostre di Klodic si incontravano tecnici e costruttori dei nostri cantieri, dirigenti delle società armatrici, dilettanti di sport nautici, specialisti in assicurazioni navali, periti dei vari ‘registri’. Klodic fu molto conosciuto anche a Genova dove espose due volte nel 1928 e nel 1935; nella Mostra della Laguna svoltasi a Grado nel 1949 la cui commissione di premiazione era presiedutala Biagio Marin, ottenne un premio ed un ampio riconoscimento di critica con una Mareggiata. Ma il pittore ricevette forse la più grande soddisfazione artistica della sua vita quando, nell’autunno del 1950, fu a Londra alla Guildhall, sede ufficiale della Municipalità della City. Klodic fu invitato alla Society Marine Artists ed espose pure alla Rowley Gallery Ltd a Kensington. Nel 1953 fu presente a Brescia e l’anno successivo a Ravenna e a Roma; nella nostra città partecipò sempre a varie rassegne: presso il Circolo Artistico, al Yacht Club Adriatico, al Circolo Capitani, presso il Salone Ierco e dall’amico Mario Coscia proprietario della celebre Galleria Trieste, alle Mostre del Mare, a quelle natalizie ed infine presso la Sala Comunale d’Arte di Piazza dell’Unità.

Le opere di Klodic sono molto note in Italia e nel Regno Unito e i suoi quadri hanno una buona e costante valutazione nel mercato dell’arte.

In questi ultimi anni, alcuni suoi pregevolissimi dipinti sono stati venduti o messi all’asta con grande interesse del pubblico. Va ancora detto che negli anni Sessanta il dottor Klodic svolse l’attività di Curatore del Museo del Mare di Trieste; durante questo periodo egli diede alle stampe il volume intitolato Guida al Museo del Mare edito a cura della Società Adriatica di Scienze e dell’Ente Provinciale per il Turismo della nostra città.

Lo dedicò alla gente di mare ed ai costruttori navali dei quali il Museo, che ben documenta il sorgere e l’affermarsi della marineria triestina, conserva importanti testimonianze.

Quando Klodic ripercorse la storia del museo che è uno dei più interessanti tra quelli esistenti nelle città del Mediterraneo (alcune sezioni sono ricche di cimeli e la Biblioteca vanta una pregevole raccolta di carte nautiche!), esso era sistemato in via dell’Annunziata.

Ma il mare non fu l’unica passione del dottor Klodic, artista ‘indipendente’ i cui quadri sono spesso ‘canti intonati ai calmi orizzonti, alle bonacce o ai venti impetuosi’: egli, come altri pittori della nostra area geografica, Alfredo Tominz, Giuseppe Barison, Gino de Finetti, Adolfo Levier per citarne alcuni, amò i cavalli e il mondo delle corse; si recava spesso a Montebello a vedere gli allenamenti all’Ippodromo e divenne anche giudice di gara.

Klodic era un uomo coscienzioso ed equilibrato e per queste sue doti umane era molto rispettato e stimato; la sua signorilità determinava uno stile di vita esemplare e la sua eleganza si manifestava anche in un semplice saluto sussurrato ad un passante lungo la via.

Fu assai amico del barone Ralli, del barone de Banfield, del collega Passauro con il quale talvolta dipingeva, ma anche dei pittori Garzolini, Lucano e Stracca.

Klodic morì improvvisamente per un attacco fulminante di pancreatine all’età di settantaquattro anni il 30.11.1961.

 

 

Walter Abrami