Raffaele Casnedi (Ruino/PV, 1822 - Milano 1892)

 

 

 

Raffaele Casnedi nasce a Ruino di Varese il 26 settembre 1822.

Giovanissimo si trasferisce  a Milano, dove i genitori possiedono l'albergo "San Marco", in via del Pesce. A soli nove anni dimostra una precoce attitudine per la pittura affrescando una cappella nel cimitero di Cremenaga, (Varese), con un Cristo crocifisso. Nel 1840 esegue inoltre un olio con l’Annunciazione della Vergine per la Parrocchiale di Cremenaga. Nello stesso anno si iscrive all’Accademia di Brera dove rimane dal 1840 al 1850, e vi segue un brillante e articolato percorso di studi, conseguendo vari premi e menzioni onorevoli: nel 1840 alla "Scuola di elementi di figura", alla "Scuola di prospettiva"  l’anno successivo, alla "Scuola di architettura e scultura" nel 1842, a "Prospettiva e nudo" nel 1843 e 1844, a pari merito con Giuseppe Bertini, e ancora un "Nudo" consegue tre premi nel 1845. Parallelamente agli studi esegue alcune commissioni (Due Muse, 1846, Teatro di Mortara, Pavia). Nel 1851 vince il pensionato di studio a Roma dove continua l’attività di frescante con alcuni medaglioni (Santi) per la chiesa di Santa Maria sopra Minerva. Nei saggi accademici di quegli anni (Bacco e Sileno, 1853; L’obolo della povera vedova, 1854, Milano, Accademia di Brera) sono evidenti le atmosfere puriste accolte nell’ambiente romano. Nel 1855 Casnedi rientra a Milano dove si apre per il pittore l’ascesa nell’ambiente artistico cittadino grazie sia al riconoscimento governativo ottenuto con un dipinto ispirato a Byron Il prigioniero di Chillon (1855, Milano, Pinacoteca di Brera, premiato all’esposizione di Brera del 1859), sia all’incarico accademico (1856)  mutatosi poi nel 1860 nella nomina a professore ordinario della "Scuola di Disegno". Attività questa che lo impegnerà molto e con costanza, egli infatti  formerà  intere generazioni di artisti lombardi. Nella sua scuola e in quella dell’amico Bertini si formeranno i futuri protagonisti del rinnovamento pittorico della seconda metà del secolo, tra cui ricordiamo: Pietro Bouvier, Angelo Morbelli, Giovanni Sottocornola. A partire da questo periodo Casnedi dirada le sue partecipazioni espositive, affidate in genere a quadri di costume (Contadine lombarde che lavorano al lago, Donne della campagna romana, esposti a Firenze nel 1861; Erbaiola romana, esposta a Milano nel 1881), mentre continua intensamente l'attività di frescante. Con Giuseppe Bertini nel biennio 1861-1863 esegue la decorazione del vecchio sipario del Teatro alla Scala con Le Fabulae atellanae.  Fra il 1863 e il 1865 decora la volta del salone Reale della nuova stazione ferroviaria di Milano (Allegorie delle Province italiane), subito dopo, tra il 1865 e il 1867, esegue due lunette nella Galleria Vittorio Emanuele (L’America e Allegoria dell’Arte). Casnedi resta attivo come decoratore anche in numerose chiese lombarde, ispirato da una sincera fede, si avvalse della più matura tradizione accademica sorretta da un saldissimo mestiere, come nel ciclo di affreschi eseguiti tra il 1873 e 1877 per la chiesa dei Santi Pietro e Marcellino a Befana Brianza (Milano). Muore a Milano il 29 dicembre 1892.

 


Pasqualina Di Gaeta

 

 

 

BIBLIOGRAFIA:

 

Pittori e Pittura dell’Ottocento Italiano, De Agostini, Novara 1997-1998

 

Thieme-Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler, Leipzig 1992

 

AA.VV.: La Pittura in Italia - L'ottocento - Electa,  Milano 1991

 

Raffaele Casnedi, in Mostra dei Maestri di Brera (1776-1859), catalogo della mostra, Milano 1975

 

Dizionario Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al XX secolo, Torino 1972

 

A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni, Milano 1962