Luigi Chialiva (Caslano, Canton Ticino 1841 –  Parigi 1914)

 

 

Dal documento di nascita e di battesimo, redatto in lingua latina da Don Giovanni Petrini, allora parroco del luogo, risulta che Eugenio Giuseppe Giovanni Luigi Chialiva sia nato a Caslano, piccolo borgo del Canton Ticino, il 16 luglio 1841, data questa che anticipa di un anno quella che viene tradizionalmente riportata dalla maggior parte dei testi specialistici in materia e che oramai è accettata pressochè unanimemente, con una scelta piuttosto discutibile, da studiosi e critici d’arte.

Il padre Abbondio, notaio di professione e fervente patriota originario di Traversella, un paesino piemontese non molto distante dai confini con la Valle d’Aosta, in conseguenza degli eventi che si vengono a determinare dopo i moti del 1821, a causa dei quali perde la vita sulla ghigliottina lo zio avvocato Giuseppe, è costretto a riparare dapprima in Spagna e successivamente, a partire dal 1828, in Messico, ed è qui che con ogni probabilità fa la conoscenza di Maria Medina, la giovane messicana che diventerà in futuro sua compagna di vita e madre di Luigi. In terra messicana rimane almeno fino al 1836, svolgendo, tra l’altro, il lavoro di corrispondente per alcuni importanti giornali e riviste francesi.

Una volta rientrata da Oltreoceano, dove ha accumulato una discreta fortuna economica, la famiglia Chialiva si stabilisce dapprima nuovamente in Italia e in seguito nel Canton Ticino, dove appunto, durante un breve soggiorno a Caslano, viene alla luce Luigi. Secondo altre fonti biografiche, invece, la madre naturale di Luigi risulterebbe essere una certa Luigia Tosi, ticinese, forse originaria proprio di Caslano.

Negli anni che vanno dal 1842 al 1865, la famiglia del nostro artista si stabilisce a Lugano prendendo residenza a Villa Tanzina, che in quel periodo, grazie alla patriottica ospitalità del buon Abbondio, viene ad assumere le vesti di sicuro ritrovo anche per altri illustri esuli politici, quali G. Mazzini e C. Cattaneo, e a costituire un punto di incontro per noti intellettuali, letterati e artisti italiani, come A. Fogazzaro e A. Fontanesi. Con quest’ultimo L. Chialiva intratterrà rapporti di frequentazione negli anni 1861-63.

La formazione scolastica ed educativa di Luigi, assai diversificata e qualificata grazie alle buone possibilità economiche famigliari, avviene dapprima presso alcuni istituti di Berna e di Londra. Negli anni 1856-58 frequenta la Scuola Superiore Industriale di Zurigo e nel 1858 si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Zurigo, presso il quale consegue l’abilitazione all’esercizio della professione di Architetto nel 1861.

Nei tre anni successivi, dal 1861 al 1864, il giovane Chialiva frequenta lo studio di Gottfried Semper, famoso architetto tedesco, rifugiato politico in Svizzera dopo i moti di Dresda del 1849 e già suo insegnante al Politecnico, con il quale collabora alla realizzazione di alcune opere architettoniche e di alcuni importanti monumenti, primo tra tutti quello in memoria di H. Simon a Quarten, piccolo centro situato nel Cantone di San Gallo. Per il tramite di Semper, ha anche l’occasione di conoscere e frequentare il compositore R. Wagner, divenendone amico e anche uno dei suoi più grandi estimatori.

Nel corso del 1864 abbandona completamente l’attività di architetto per dedicarsi, con tutta la propria partecipazione, all’arte della pittura, manifestando fin dall’inizio una indiscussa predisposizione e predilezione nel trattare i temi paesaggistici. Parimenti inizia una intensa attività espositiva che lo vede presente, nel 1864, alla sua prima Promotrice di Torino, dove espone i dipinti Il mercato delle erbe in Piazza Castello in Milano e La chiesa di San Marco in Milano all’ora del tramonto, con nevicata.

A questa importante manifestazione, alla quale parteciperà in maniera costante fino al 1871, si presenta nel 1865 con le opere La valle Scairolo presso Lugano e Paesaggio; nel 1866 vi espone Una vallata del Canton Ticino e In riva al lago di Lugano; nel 1867 Una riva di lago; Un orto e Gli oleandri dell’isola Borromeo; nel 1868 Strada campestre; Il primo ghiaccio e Dopo la pioggia; nel 1869 Pecore; Orto con bambini e Natura morta; nel 1870 Ragazza con pecore; Interno di cortile e Branco di pecore; nel 1871 non espone alcuna opera, limitandosi a visitare l’Esposizione torinese in compagnia dell’amico Heilbuth.

Nel 1864 inizia anche la sua partecipazione alla Esposizione di Brera, dove si ripresenterà negli anni 1866, 1867 e 1869. Nel 1865 espone due dipinti alla Turnus Ausstellung des Schweizerischen Kunstvereins di Berna: Scairolotal bei Lugano e Am Luganersee.

Dal 1866 la famiglia del Chialiva, a cui nel frattempo è scomparsa la madre Maria, risulta residente a Milano, in via del Conservatorio 30. E’ molto verosimile che in questa città, forse anche in tempi antecedenti alla suddetta data, egli riceva gli insegnamenti del paesaggista C. Mancini, del quale risulta ben evidente l’influsso nelle sue opere di quegli anni, non alla Regia Accademia di Belle Arti, come viene comunemente riportato da più parti, dove il maestro insegnerà Paesaggio solo a partire dal 1869 e dove, dai documenti, non esiste alcuna traccia di iscrizione ai corsi da parte di Luigi, ma più probabilmente in via privata, lontano dai corsi ufficiali, situazione questa che gli permette di instaurare con il maestro anche un rapporto di cordiale e ben documentata amicizia. Nel 1867 frequenta le lezioni dei Corsi di Nudo che si tengono presso la Regia Accademia milanese e, oltre ad essere presente alla Promotrice di Torino con le tre opere sopra ricordate, ha l’opportunità di visitare L’Esposizione Universale di Parigi, dove conosce e ammira l’opera di F. Heilbuth, con il quale instaura un rapporto di amicizia destinata a durare nel tempo e avvia un confronto di tipo professionale da cui ricava, attraverso l’assidua frequentazione del suo studio, un bagaglio di nuove esperienze che risulterà prezioso per il proprio cammino artistico.

Nel 1869, con il dipinto Animali all’abbeveratoio, dove emergono evidenti gli insegnamenti del maestro C. Mancini, vince il Premio Mylius per la "Pittura di animali", indetto presso l’Accademia di Brera, giungendo a pari merito con C. Pittara.

Nel 1870 è già documentato come socio effettivo dell’Esposizione Permanente di Belle Arti di Milano e nel contempo iniziano le sue partecipazioni alle esposizioni dei Salons parigini, che si protrarranno, attraverso la costante presenza a numerose edizioni, fino al momento della sua scomparsa.

Nel dicembre 1870 subisce la perdita del padre Abbondio e dal 1871 inizia a vivere stabilmente a Parigi, come ci viene testimoniato anche da F.P. Michetti, con il quale, dopo un primo e casuale incontro avvenuto quello stesso anno a Modane, stringe rapporti di stima e di amicizia.

Ai primi anni parigini sembra risalire l’inizio del suo rapporto di lavoro con il mercante A. Goupil, con il quale stipula pure un contratto per la suddivisione degli utili societari. Una innata abilità e una saggia oculatezza negli affari, lo porteranno poi a diventare, verso la fine del secolo, uno degli amministratori di quel gruppo societario che proseguirà, come "Successeurs de Goupil", nella gestione della prestigiosa Maison.

Nel 1874 convola a nozze con Corinne Elisabette Bujac e sempre nello stesso anno si trasferisce stabilmente a Ecouen, località non molto distante da Parigi, dove risiederà a lungo, fin verso la fine dei suoi giorni, e dove entra in contatto con gli artisti Tissot e Dawant. Dal 1874 al 1883, compie diversi viaggi in Inghilterra, nel Massiccio Centrale, nel Delfinato, nell’Île de France, nell’Auvergne e in Normandia.

Tramite l’eclettico amico H. Rouart, ingegnere, uomo d’affari, pittore e collezionista d’arte, ha modo di conoscere diversi e importanti artisti francesi del tempo e di stringere amicizia con E. Degas, al quale presterà in seguito la propria collaborazione nell’opera di restauro di due suoi dipinti, Interieur e Le viol, che si erano accidentalmente danneggiati. Nel 1901 fa la sua prima esperienza alla Biennale di Venezia, presentando i dipinti Vacche al pascolo; Abbeveratoio di un villaggio francese; Guardiana di oche; La mungitura; L’incontro; La pastorella e il cane. Alla Biennale veneziana è presente anche nel 1903 con Montoni all’abbeveratoio; Pastorella sotto gli alberi e Colpo di vento; nel 1905 con La guardiana di tacchini e Pollame; e infine nel 1914, in una mostra per lui postuma in quanto l’Esposizione ha inizio pochi giorni dopo la sua scomparsa, con L’uscita del gregge; Il ritorno all’ovile e Primavera, che vengono collocati in una sala della Sezione Internazionale.

Nel 1906 partecipa all’Esposizione Triennale di Milano e nel 1908 fa la sua ultima apparizione alla Promotrice di Torino, esponendo i dipinti L’allier a Vichy e Troupeau au repos.

Negli anni che vanno dal 1904 al 1912 si presenta in maniera continuativa al Salon de la Société Nationale des Beaux Arts di Parigi, della quale egli è membro effettivo e, a partire dal 1912, anche Segretario.

Nel corso della sua operosa carriera, partecipa a numerose altre manifestazioni artistiche, oltre a quelle precedentemente segnalate, esponendo in città quali Berlino, Monaco, Londra, Manchester, Liverpool, New York e Santiago del Cile, riscuotendo ovunque ampi consensi e dando vita a una cospicua produzione artistica, quasi sempre di elevato livello qualitativo.

Tra le opere dell’artista, alcune delle quali sono già state menzionate in precedenza, meritano senz’altro di essere ricordate per la loro importanza: Pastorella e tacchini (Milano, Galleria d’Arte Moderna); Animali all’abbeveratoio, con la quale vinse il Premio Mylius nel 1869 (Milano, Pinacoteca di Brera); L’incontro (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna); Paese e L’allier a Vichy, 1907 (Torino, Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea); Paysage avec bétail (Sheffield, Museo); Gardeuse de dindons (Parigi, Musée du Luxembourg); sono inoltre da segnalare: Colpo di vento; La guardiana di tacchini e Armenti all’abbeveratoio, tre importanti dipinti ad olio su tela collocati attualmente in prestigiose raccolte private.

Luigi Chialiva, Cavaliere della Legion d’Onore, termina la sua esistenza il 7 aprile 1914 nella sua casa di Parigi, in Rue de Douai 48.

 

 

 

Brevi note critico-stilistiche

 

 

La sua arte prende avvio, verso la metà degli anni sessanta dell’ottocento, nel clima tipico del verismo, dapprima orientata verso una forma pura di pittura di paesaggio, che in seguito, alla fine di quello stesso decennio, vira verso quel genere animalista, quasi sempre integrato nel paesaggio, che ne caratterizzerà tutta l’opera futura e ne decreterà il successo in campo artistico.

I suoi paesaggi sono traboccanti di delicata poesia, ma soprattutto sono veri, reali, e trasmettono la piacevole sensazione, fortemente voluta dall’artista, di ritrovarsi in una realtà naturale, fatta di pace e di tranquillità, nella quale uomini ed animali convivono serenamente, come in mutua simbiosi, alla continua ricerca di una reciproca e profonda intesa.

Da un punto di vista squisitamente stilistico, appaiono evidenti, in molte delle sue opere, le reminiscenze degli insegnamenti manciniani e, in modo sporadico, gli echi del linguaggio di Corot, senza che da parte sua, come denotano alcune altre composizioni, venga trascurato e disconosciuto quel certo interesse che si é sviluppato in lui per il movimento impressionista e per il suo modo nuovo di raffigurare la realtà.

Oltre che con la pittura ad olio, generalmente di elevato livello qualitativo, si esprime nelle sue proposte artistiche utilizzando frequentemente la tecnica del pastello e quella dell’acquarello, riuscendo in ultimo ad ottenere, anche con tali mezzi, risultati di pari abilità e sensibilità. E’ inoltre un valente acquafortista: negli ultimi anni dell’ottocento, la Maison Goupil pubblica, con una edizione speciale su carta pregiata e a tiratura limitata, un nutrito corpus delle sue acqueforti.

 

 

Enzo Montanari