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 Glauco Cambon (Trieste 1875 – Biella 1930)

 


Giovan Battista Glauco Cambon nasce a Trieste, il 13 agosto 1875. La madre, Elisa Tagliapietra si dedica alla poesia - il padre Luigi,  avvocato e dirigente del partito Liberal-Nazionale  è autore di un romanzo storico, Marco Ranfo.
Nel 1891 Glauco lascia Trieste per iscriversi all'Accademia di Monaco di Baviera e contemporaneamente frequenta la scuola privata di Knirr. In questo ambiente, Cambon assorbe il simbolismo classicheggiante di
Böcklin e la pittura secessionista di Franz von Stuck. La sua prima opera documentata, Il portatore di cero,  è del 1889. Nel 1892  espone a Trieste il  Ritratto di Attilio Hortis.  A gennaio del 1893  riceve una menzione d'onore all' Accademia di Monaco, nel concorso a soggetto dato, con il dipinto Il cieco e la musica. Nel 1894 è ancora a Trieste con un ritratto e una figura allegorica, quest'ultima premiata a Monaco in un'esposizione dell'anno seguente. Nel 1896, terminato il pensionato romano vinto con il concorso Rittmeyer,  rientra a Trieste, e nel 1897 partecipa alla Seconda Esposizione Internazionale di Venezia con due ritratti a pastello. Sempre nel 1897 è anche presente all' Esposizione di Belle Arti al Circolo Artistico di Trieste. Dal 1901 è a Roma, dove partecipa alle esposizioni Amatori e Cultori di Belle Arti del 1902 e 1903. Nel 1906 espone a Milano e partecipa alla mostra d'apertura della Permanente di Trieste. Dal 1907 al 1908 espone  a Venezia, Vicenza, Torino, Pisino e Parigi. Nel 1910 è presente a Monaco di Baviera; alla IX Esposizione Internazionale di Venezia; all' Esposizione di Arezzo; alla Provinciale Istriana di Capodistria e all' Esposizione di caricature alla Permanente di Trieste.
Nel 1911 è all'Esposizione Internazionale di Roma. Partecipa anche al concorso per i dipinti decorativi della Cassa di Risparmio di Trieste. Ancora a Venezia nel 1912 alla X Esposizione Internazionale e a Napoli all'Esposizione d'Arte Giovanile.
Il 1913 lo vede in Dalmazia. A Zara, presso la biblioteca Paravia, allestisce una personale. Espone al Palazzo di Vetro di Monaco di Baviera, quindi alla "Collettiva" Bevilacqua La Masa di Venezia e alla II Esposizione Nazionale di Belle Arti di Napoli.
Nel 1915 presenzia all' Esposizione Internazionale di San Francisco (USA) e alla Mostra di Guerra alla Permanente di Milano, dove si trasferisce dopo la chiamata alle armi del suo contingente nelle file dell'esercito austroungarico.
Nel 1917 si reca in Toscana, ospite del conte Spannocchi nei castelli di Lucignano e Modanella; espone alla IV Mostra Internazionale della "Secessione" a Roma.
Dopo la Liberazione di Trieste, nel 1919, tiene una personale presso l'Albergo Savoia. Partecipa inoltre alla Nazionale di Belle Arti a Torino e alla III Mostra della Federazione Artistica Lombarda a Milano. Da questo momento sarà presenza assidua alle Esposizioni di Venezia e Milano. Nel 1923 sposa la pittrice milanese Gilda Pansiotti, allieva di Ambrogio Alciati. Nel 1924 è alla prima  Esposizione Biennale del Circolo Artistico di Trieste. Entra in rapporti di amicizia con Italo Svevo.  Nel 1927, assieme ai pittori Barison, Bergagna, Croatto, Flumiani,  Grimani, Lucano, Orell, Sambo, Zangrando, De Carolis, B. Ciardi e Nomellini, partecipa alla decorazione della motonave "Vulcania".
Nel 1929 è ricoverato in clinica a Regoledo (Como), dove continua a lavorare.
Nel 1930 si reca a Biella per allestire una mostra personale. Vi muore il 7 marzo.

 

 

Giorgio Catania