Geremia Abbiati  (Milano? 1779 o 1781 - Roma 1838)

 

 

Geremia, così sarà anche conosciuto nell'ambiente artistico, nasce, probabilmente a Milano, da Francesco e Orsola Vailati. Intorno al 1798, la famiglia si trasferisce a Roma, dove, fino al 1816, Geremia è registrato nella parrocchia di Sant'Andrea delle Fratte. Attivo soprattutto nell'ideazione e decorazione di apparati liturgici, nel 1810 realizza il gruppo in cera Mosè ritrovato nel Nilo, in occasione dell'Ottavario dei morti in Sassia.  Tra il 1810 e il 1821, la sua attività è documentata nelle parrocchie di Santa Maria della Consolazione, e in Sant'Andrea delle Fratte. Nel 1818 viene citato come esecutore della XIII stazione della Via Crucis e Gesù deposto dalla Croce, sempre per Sant'Andrea delle Fratte. L'anno seguente disegna il gruppo Core, Datan e Abiron. Nel 1825, esegue, come pittore di ornati, nella Basilica Vaticana, le finte statue a chiaroscuro della Fede, della Speranza e della Carità.

I suoi ultimi lavori, eseguiti nel 1837, furono tre tempere del santo Martino da Porres: Un giovinetto caduto da un'impalcatura viene salvato dal Beato Martino da Porres; Elvira Moriano riacquista l'occhio grazie ad una reliquia del Beato Martino da Porres; Il Beato Martino da Porres in gloria.

Muore a Roma durante un'epidemia di colera nel 1938.

 

 

Giorgio Catania
 

 

 

 

 

Bibliografia:

 

Pittori e Pittura dell’Ottocento Italiano, De Agostini, Novara 1997-1998

 

Thieme-Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler, Leipzig 1992

 

AA.VV.: La Pittura in Italia - L'ottocento - Electa,  Milano 1991