Giulio Sommati (Chieri, 1858 – Oderzo 1945)

 

Flavio Bonardo

 

 


Giulio Sommati di Mombello - Il ripasso, 1907 - Fossano, collezione privata

 

 

Ignazio Butitta, intellettuale e poeta dialettale siciliano, cantore appassionato della sua terra, con il cuore pieno d’amore ma anche di amarezze, diceva che: “Il pittore è sempre poeta. Se non è poeta non è pittore”. Giulio Sommati di Mombello pittore, è stato sicuramente un grande poeta e la sua poesia, si è estrinsecata nei colori della natura (madre e maestra) che ha riportato sulla tela rispettandone la leggerezza, l’intensità e anche l’incanto poiché, i colori hanno il potere d’influenzare l’anima, e quindi d’incantare e mi ritornano alla mente le parole che spesso soleva ripetere Enrico Reycend: “La natura è sempre delicata”. I Sommati oriundi da Marsiglia raggiunsero il nostro paese nella seconda metà del 1700 stanziandosi in Colleretto Canavese, oggi Colleretto Giacosa, in memoria del grande drammaturgo che qui vide i natali. Il paese dista da Torino, meno di cinquanta kilometri e fa parte dell’Unione Comuni –Terre del Chiusella- torrente che nasce dal monte Marzo e scorre con le sue acque chiacchierine (specie in primavera) sino in prossimità della città di Strambino dove confluisce nella Dora Baltea. I Sommati operanti per la Casa del Re raggiunsero poi Torino. Uno di questi: Domenico Antonio acquistò dai Milliet de Faverges una parte del feudo di Mombello della Frasca (oggi Mombello Torinese) acquisendo così il titolo di Conti. Nell’albero genealogico della famiglia il nome Giulio non manca, e il nostro vide la luce a Chieri nell’anno 1858 da Massola Egidia e da Ernesto. Cresciuto, umile e gentile dopo le scuole dell’obbligo frequentò il Liceo e ancora diciottenne fu iscritto all’Accademia Albertina di Torino. Crebbe così alla scuola dotta e impegnata di Pier Celestino Gilardi (Professore di disegno) e di Andrea Gastaldi (Professore di pittura) insegnante quest’ultimo, capace e severo, del quale lo Stella scrisse: “La dignità del Maestro era in lui sostenuta, non solo dall’autorità dell’artista, ma anche da una vastissima cultura estetica e letteraria, della quale si compiaceva trasmettere agli allievi l’intelligenza”. Nel 3° anno di studio, (1878/1879) primo del Corso Superiore, il giovane Giulio (mostrando sempre grande impegno) alla Scuola d’Incisione in Legno, ottenne ex aequo con il compagno Giovanni Balbo la medaglia d’oro mentre il premio in denaro fu diviso e alla Scuola di Pittura ebbe una menzione onorevole. Angelo De Gubernatis circa gli studi compiuti dal nostro artista scrisse: “Allievo del Professor Gastaldi nella Regia Accademia Albertina di Belle Arti, dove compì l’intero corso superiore di pittura, informandosi alle serie qualità di disegno e chiaroscuro del chiarissimo maestro”. A compagni di studio ebbe il coetaneo Andrea Tavernier, e i più giovani (un anno o due) Vittorio Cavalleri, Giacomo Grosso e Paolo Gaidano, pittori che segnarono un periodo importante della pittura piemontese. Il suo esordio artistico avvenne all’annuale rassegna della Promotrice di Torino nel 1884 col dipinto –Poesia del chiostro- (lodato dalla critica del tempo), che oggi è in una pubblica collezione di Buenos Aires e come scrisse un anonimo dell’epoca: “Resta uno dei migliori saggi dell’attività dei giovani pittori piemontesi del periodo”. Confermato così nella sua attività pittorica, il giovane Giulio aprì studio in Torino al civico 10 di piazza Cavour dedicandosi in particolar modo al ritratto  e alla pittura di genere (mutuata questa dal suo maestro Pier Celestino Gilardi), ma passando ben presto alla pittura di paesaggio con uno speciale riguardo verso quello montano. Intanto aveva fatto il suo ingresso espositivo anche al Circolo degli Artisti di Torino dove, sarà presente sino al 1927. Nel 1886 sempre alla Promotrice espose: -Fiore alpestre, Fior di serra- e –La montagna rossa- (Valle di Mezzenile). Il primo era un dipinto di figura eseguito in montagna, mentre il secondo la così detta montagna rossa, era rossa assai, perché da essa si estraeva il ferro. Il paese di Mezzenile con Pessinetto e Traves è stato nei secoli passati un importante centro per la produzione di chiodi e quella parte della valle, di Lanzo era anche detta: dei chiodaioli. Assieme ai due dipinti sopra citati, di Sommati figuravano anche –Ritratto d’uomo- e –La raccolta delle zucche in montagna-. Nel 1887 sempre alla Promotrice espose: -Piccola fioraia- un altro gioiello che mostrava la sua grande capacità espressiva e realizzativa. Sempre nel 1887 e precisamente il 2 maggio a Venezia, alla presenza del Re e della Regina fu inaugurata ai Giardini l’Esposizione Nazionale Artistica. La sua organizzazione era stata assegnata a Venezia dal V Congresso Artistico tenutosi a Roma nel gennaio del 1883; ma poi per motivi vari slittò al 1887. Giulio Sommati fu invitato e vi espose –Alla guardia del Curato-. Nel 1888 fu presente alla Promotrice di Genova con i dipinti: -Per la sorella sposa- e –Una Carmen- lavoro quest’ultimo, eseguito a pastelli colorati che fu assai lodato e che ripresenterà l’anno dopo alla Promotrice di Torino. Data la sua grande passione per la montagna, elesse le meravigliose Valli di Aosta a palestra preferita, e non si contano i dipinti realizzati in loco, con particolare riguardo verso quella di Gressoney che dipinse in tutte le ore e stagioni; tutti dipinti che poi immancabilmente erano esposti nelle annuali rassegne della Promotrice di Torino. Nel 1892 a Genova furono inaugurate –Le Colombiadi- (quarto centenario della scoperta dell’America) l’esposizione fu denominata –Esposizione Italo/Americana-; alla stessa presenziarono il Re e la Regina che raggiunsero La Superba con il panfilo reale –Savoia- scortato nell’occasione da una squadra navale della Regia Marina che comprendeva: l’Andrea Doria, la Duilio e la Lepanto. Tra gli invitati dalla Promotrice di Belle Arti figurava anche Giulio Sommati che espose –Faust e Margherita-. Nel mese di ottobre del 1902 a Torino fu inaugurata la Quadriennale di Belle Arti. Le venti sale disponibili furono riempite di oltre mille opere tra dipinti e sculture. Purtroppo l’esposizione di queste, dette adito a critiche molto pesanti. Efisio Aitielli nella sua recensione su Emporium scrisse: “E queste venti sale della –Quadriennale- risentono i criteri che predominavano in chi le ordinò. Più che un locale d’esposizione artistica è una camerata di quartiere. Sull’arco di ogni porta sembra di dover leggere il più bugiardo degli aforismi umani: -La legge è uguale per tutti-“. Giulio Sommati fu presente con l’opera titolata –L’abbigliamento di un angelo-. Pur essendo una persona umile, modesta e persino un po’ timida, Giulio godeva di grande stima e le Promotrici di varie città d’Italia ne richiedevano la presenza alle loro Esposizioni. Fu così che risultò presente a Milano nel 1906 alla –Esposizione Internazionale del Sempione-. La Mostra Nazionale di Belle Arti, riservata ad artisti italiani e stranieri, ma residenti in Italia con opere inedite, fu allestita in 54 sale più due gallerie. Le opere dei pittori piemontesi capeggiati da Marco Calderini occuparono la XV sala e il nostro Giulio fu presente con il dipinto –Da Gressoney al monte Rosa-. Nello stesso anno fu presente anche alla Mostra Nazionale d’Arte di Firenze.

 

 

Giulio Sommati di Mombello - Baite in Valle di Gressoney, 1910 - Bra, collezione privata

 

 

Nel 1911 Torino (come Roma e Firenze) festeggiò con un’Esposizione Internazionale, il cinquantenario dell’Unità d’Italia e anche la Promotrice delle Belle Arti fece la sua parte; Giulio Sommati fu presente con una grande opera titolata: -Dai cantieri dell’Esposizione-.

 

 

Giulio Sommati di Mombello - Fiori in riva al mare, 1912 - Fossano, collezione privata

 

 

Sul finire di quegli anni dieci del Novecento, ormai in età matura, Giulio s’innamorò del mare; la sua scelta cadde sulla Riviera di Levante, e a Lavagna in special modo dipinse bellissime marine. Alla Promotrice fu ancora presente nel 1912 col dipinto –Giovane aretina- prima che il conflitto bellico stoppasse la manifestazione che riprese solamente la sua attività nel 1919. Nel 1904 morì a Sanremo all’età di appena cinquantanove anni il pittore e incisore torinese Celestino Turletti, insegnante di disegno presso l’Istituto Sociale di Torino. Di antiche origini, l’Istituto fu fondato dai Padri Gesuiti e assunse questo nome soltanto nel 1881. Nell’ultimo Novecento lo frequentarono allievi famosi quali Cesare Pavese, Mario Soldati, il Cardinale Carlo Maria Martini, il sensitivo Gustavo Adolfo Rol e il pittore Enrico Paulucci; solo per citarne alcuni. Tornando a quel 1904, a sostituire l’illustre Professor Turletti fu chiamato Giulio Sommati di Mombello, che tenne l’incarico sin dopo al 1920. Nel 1923 sempre a Torino, il 14 aprile nella palazzina del Valentino fu inaugurata La Quadriennale di Belle Arti: Ernesto Quadrone presentando il Vernissage sulla Gazzetta del Popolo, scrisse: “Nella seconda sala, Carlo Pollonera espone un –Ritratto di signora-; Giovanni Grande –Ritratto di filosofo-; Romolo Bernardi espone –Passa la bella-: una splendida figura di popolana dalle carni sode e abbrunate, soggetto di una felice ispirazione. Giulio Romano Vercelli è presente con –Modelle sulla spiaggia- un gruppo di signore che camminano e parlottano sulla spiaggia avvolte in un’atmosfera grigia. Giulio Sommati presenta –Orto presso al mare-; il mare, una scoperta di questi suoi ultimi anni”. Fu ancora presente alla Promotrice di Torino nel 1926 con –Borgata Entrèves di Courmayeur- e con–Rustico in Frazione Giordanino a Pianezza-.

 

 

 

Giulio Sommati di Mombello - Angolo fiorito, 1915 - Fossano, collezione privata

 

 

Giulio Sommati di Mombello - Dintorni di Courmayeur, 1927 - Bra, collezione privata

 

 

L’ultima sua presenza fu l’anno successivo con –Dintorni di Courmayeur 1927- (l’opera portante lo stesso titolo e recante la stessa data, potrebbe essere quella qui esposta, ma non ne ho la certezza). Purtroppo dopo quella data, motivi di salute non gli permisero più di essere presente a manifestazioni di questo genere, ma nel suo studio ospitava ancora allievi desiderosi d’imparare da cotanto maestro. Nel 1932 la Rivista d’Arte ABC di Torino dette inizio nelle sue pagine a una rassegna degli artisti contemporanei; e il primo a essere nominato fu proprio Giulio Sommati. L’ignoto P.B. scrisse: “Giulio Sommati di Mombello è un maestro: modesto e racchiuso in sé, ma un maestro. Per questo ne facciamo parola; e la modestia dell’uomo, e la timidezza dell’artista non deve impedire lo si additi ai giovani, anche perché ne piace questa semplicità di vita e di artista schivo di onori e di nomea. Non pochi tra coloro che oggi maneggiano matita e pennello ricordano la bontà di questo Maestro e non senza commozione vedranno rievocato qui un nome che pur essendo modesto, merita tanta viva lode”. Nella seconda metà degli anni trenta, la sua salute peggiorò tanto da renderlo invalido. Lui solo (non si era mai sposato) non era più in grado di espletare le sue più semplici necessità e grazie all’interessamento di una nobile figura fu sistemato presso una Casa di Riposo. Gli eventi bellici resero Torino una città molto a rischio e Giulio fu trasferito a Oderzo (Treviso) presso -l’Opera Pia Casa di Riposo- sita al civico 33 di via Luzzatti, dove chiuse la sua vita terrena il 18 aprile 1945, all’età di ottantasei anni. Giulio Sommati dipinse con freschezza: ritratti, scene di genere, paesaggi, marine, e i mercati della sua Torino; da ricordare un –Mercato dei fiori a Porta Palazzo- a suo tempo ammirato e lodato. Tra i suoi estimatori e acquisitori, ricordiamo: il Re (dal quale ottenne la nomina a Cavaliere del Regno) la Regina Margherita, Elisabetta di Sassonia Duchessa di Genova, la Promotrice di Torino, Principi, Pinacoteche comunali e nazionali e amatori d’arte sparsi in tante regioni d’Italia. Negli anni del secondo dopoguerra era citato come -Il pittore dei notai- poiché questi, chiamati a dirimere contese ereditarie d’importanti famiglie si trovavano sempre di fronte a opere pittoriche di Giulio Sommati. La firma dei suoi elaborati era ridotta a: -G. Sommati- o solo –Sommati- magari seguito da una data, mentre al retro degli stessi a volte si poteva leggere –Sommati di Mombello di Chieri Cav. Giulio- non volendo tralasciare né il suo casato e né la sua città natale. Il mercato antiquario non propone spesso opere del nostro artista ma i collezionisti di pittura figurativa, espressa tra il secondo Ottocento e il primo Novecento, sappiano che anche il suo più breve elaborato è, intriso di sapienza artistica e di amore verso i suoi simili e la natura.

 


Flavio Bonardo – sabrotu@yahoo.it -

 


Bibliografia:

A. De Gubernatis – Dizionario degli Artisti Italiani Viventi – Edit. Le Monnier/Gonnelli – Firenze 1889;

E. Aitielli – La Quadriennale di Torino – Emporium n° 94 – Ottobre 1902;

P.B. – Artisti contemporanei: Giulio Sommati di Mombello -  ABC Rivista d’Arte – Torino, maggio 1932;

E. Bellini – Pittori piemontesi dell’Ottocento e del I° Novecento – Edit. Libreria Piemontese – Torino 1998;

M.C. Bonagura – Dizionario degli Artisti – Istituto Matteucci;

L. Balice – Servizi Demografici Città di Torino – Torino, 23 febbraio 2018.