Antonio Cannata (Polistena ( RC ), 1895  –  Roma, 1960)

 

 

Pittore autodidatta, esordì nel 1920 a Napoli, dove si era trasferito e dove conobbe vasta popolarità, entrando subito nel clima della cultura artistica cittadina. Nel corso della sua carriera partecipò a tre Biennali di Venezia  (1930 - con Fondaco rustico, sede centrale del Banco di Napoli; 1934 - con due pastelli; 1936 - con una pittura) ed ordinò molte personali in numerose città italiane: 1928, Roma - Associazione Calabrese, con cinquanta opere; 1932, Reggio Calabria - con trentuno opere, tra cui Marina di Ostia, Case rustiche calabresi, Pagliaia della Piana, Lago di Como, Cortile di Caivano; primi anni ’30, Napoli - Compagnia degli Illusi, con presentazione in catalogo di Salvatore Di Giacomo; 1933, Catanzaro - Salone del Municipio (X  Mostra del pittore A. C.), con trenta opere, tra cui Nuvole sull’Aspromonte, Aia calabrese, Montagne di Cittanova, Arco di Tito, Valle del Bufalo (Sila), Case rustiche di Polistena, Le Dolomiti, Monte S. Elia (Palmi), Montagne di Cittanova,  Anoia visto da Polistena, Via del Ponte Vecchio, Tramonto sul lago di Patria, con un catalogo contenente giudizi critici di Francesco Jerace, Vincenzo Gemito (“Mi esprimo così sulle vostre opere: pastelli sensibili ed amorevoli per quanto in nostra epoca si produce”); 1934, Cosenza - Nuova sede dell’Accademia cosentina (XI  Mostra del pittore A. C., dedicata a Michele Bianchi), con quarantaquattro opere, tra cui Tramonto nella Sila Piccola, Aspetti dell’Ampollino, Il Vesuvio, Una via di Polistena, Il castello di San Giorgio Morgeto, Prato fiorito  Venezia, Marina di Pozzuali (sic), Napoli orto botanico, Frutta, Nella villa di Catanzaro, Laghetto, Vecchia vite, Pesci, Primavera.  Espose anche all’estero, Parigi, New York, Bruxelles, ottenendo sempre buon successo in virtù  dell’alta qualità della sua pittura,  sempre legata ai motivi più semplici della vita romantica e grazie sopratutto al colore, elegante morbido dolce. Nel 1932 lo studio dell’artista, in via Foria a Napoli, fu visitato dal poeta Libero Bovio, che sull’arte di Cannata così scrisse: “ E’ un antico, questo pittore, che ha una sensibilità moderna. Egli sa che il nuovo è nel vero, e che tutto il resto è acrobazia e menzogna”. Alla domanda del pittore: ”Che vi pare? Che nome dareste a questa mia pittura?”, il poeta di rimando: “Un solo nome, un grande nome, Poesia“.  Fu pittore di paesaggi e ottimo pastellista (pastelli e gessetti su tavola). Fu presente alla 2a Mostra d’arte di Polistena del 1955 con due Paesaggi. Alcune sue opere nel Museo di Palmi e nel Municipio di Polistena. Il pastello Case del Calvario fu acquistato del Governo nazionale per la Galleria d’arte moderna di Roma. Numerosissime le opere in collezioni private, sopratutto in Calabria e a Roma.

 


Enzo Le Pera

 

 

 

BIBLIOGRAFIA: