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Dolores Del Giudice

Renato Birolli (Verona 1905 - 1959)

 

 

 

 

 

Nato a Verona il 10 dicembre del 1905, già giovanissimo manifesta un forte interesse verso la pittura che concretizzerà solamente nel 1925 iscrivendosi all'Accademia di Belle Arti della propria città. Espulso per indisciplina nel 1928 si trasferisce a Milano. Qui svolge diversi lavori e conosce Edoardo Persico, il direttore della Galleria del Milione dove espone nel 1930, anno in cui partecipa anche alla Biennale di Venezia con due opere. Le opere di questo periodo, pensiamo al San Zeno pescatore,  presentano una ricerca di rigore e semplificazione formale volta a superare gli stilemi pittorici nazionali; ma è solamente dopo il viaggio a Parigi del 1936 che la pittura di Birolli si fa più marcatamente antinovecentista ispirandosi all'espressionismo europeo di Ensor, Kokoschka, Van Gogh e Matisse, in sintonia con le scelte di molti artisti italiani del momento. Nel 1938 è tra i fondatori di Corrente (movimento che accomunava artisti, intellettuali e poeti sotto l'unico imperativo del rinnovamento e superamento dei confini di un'arte "Nazionale"). Negli anni Quaranta si intensificano le partecipazioni alle esposizioni sia all'estero che in Italia, inoltre partecipa attivamente alla Resistenza documentandone le atrocità in un ciclo di ottantasette disegni noti come Italia '44. Nell'immediato dopoguerra è promotore insieme a Giuseppe Marchiori del Fronte Nuovo delle Arti (gruppo di artisti ansiosi di svecchiare la pittura italiana e di indirizzarla verso le nuove conquiste europee). Dopo l'esordio alla Biennale di Venezia del 1948 gli artisti si scindono in due opposte fazioni, neorealista e astrattista, a quest'ultima aderisce Birolli, che dopo lunghi soggiorni a Parigi dal 1947 al 1949 intride la sua pittura di dettami picassiani, approdando a quello che Cavellini, il suo più importante collezionista definisce "cubismo sentimentale" ricco di ritmi circolari?. Nel 1950 aderisce al  Gruppo degli Otto, patrocinato dal critico Lionello Venturi che chiama la pittura di Birolli e degli altri esponenti "astratto-concreta"; questi artisti seppur diversi tra di loro pervengono ad un comune linguaggio pittorico non figurativo: un'astrazione lirica libera dalla sudditanza al soggetto pur avendo un'origine concreta e naturale. In questi anni Birolli inizia a viaggiare assiduamente, nel 1952 in Francia e Germania, nel 1953 in Spagna, in Italia invece soggiorna in diversi luoghi: d'estate nella Laguna Veneta e d'inverno nelle Alpi Apuane. Egli ora ricrea le forme naturali tramite composizioni libere ove forma e colore si fondono compiutamente. Nel 1954 il Gruppo degli Otto si disgrega, ma Birolli continua ad esporre in importanti sedi italiane ed estere ed esplora sempre nuovi paesi, nel 1956 durante una visita nelle Cinque Terre realizza una serie di Vendemmie e di Incendi, mentre nel 1957 nei cinque mesi che trascorre ad Anversa si dedica ai cosiddetti Canti. Nella sua ultima produzione,  venuto a contatto con le nuove tendenze artistiche europee ed americane, abbandona gradualmente la componente figurativa per una composizione libera e una tecnica a "macchia" con risultati prossimi all'informale. Birolli è tra i migliori interpreti di un "ultimo naturalismo", espressione coniata dal critico bolognese Francesco Arcangeli per definire un ambito che non considera la pittura informale come un'espressione delle proprie angosce, e neppure come manifestazione autonoma, autoreferente, ma come rappresentazione di una natura in decomposizione: il segno e la materia sono quelle della natura, non del sè una natura che si disfa nel colore e nella materia, appunto, ma che rimane proiezione, raffigurazione, sostituzione, in una frase sapiente rinnovamento della tradizione paesistica e della natura morta".

Birolli muore prematuramente il 3 maggio 1959. Ci rimangono di lui i Taccuini, importanti scritti di poetica e riflessione che realizza a partire dal 1936, e un copiosa produzione pittorica sebbene privata di un gran numero di opere che personalmente distrusse. Al Gabinetto G. P. Vieusseux a Firenze è conservato l'intero archivio dell'artista.

 

 

 

Dolores Del Giudice

 

 

 

 

Bibliografia:

Butturini Francesco e Sileno Salvagnini, Birolli 1953-1954: dipinti, storie di terra e di mare, Firenze, Vallecchi, 2002.

Venturi Lionello, Pittori italiani d'oggi, Roma, De Luca Editore, 1958.

Zuffi Stefano, L'Arte contemporanea, Collana, La Storia dell'Arte, Milano, Electa, 2006.