Fucina degli Angeli        

 

 


Nasce come cooperativa d'artisti nel 1950, ad opera di Egidio Costantini, Fioravante Seibezzi, Armando Tonello, Gino Krayer, Mario Carraro, Aldo Bergamini, e altri, con l'intento di avere una sede permanente con relativa esposizione a Murano. L'apporto tecnico viene dato inizialmente dal maestro Aldo Bon, detto "Polo", che provvede ad istruire i pittori sulle potenzialità espressive offerte dal vetro. La prima mostra si tiene a Murano, il 18 aprile 1953, e vengono presentate opere di Guidi, Calder, Moore, Le Corbusier, Kokoschka.
Il Centro, un anno dopo, cambia il suo nome in Fucina degli Angeli, su suggerimento di Jean Cocteau. Da quel momento in poi, è un susseguirsi di esposizioni in tutto il mondo: Basilea, Parigi e New York. Con la mediazione di Costantini, innumerevoli sono gli artisti che si avvicinano al vetro, ne ricordiamo alcuni: Andersen, Arp, Bodmer, Braque, Cagli, Calder, Chagall, Dall'Acqua, Dova, Ernst, Fontana, Guidi, Guttuso, Hundertwasser, Kokoschka, Le Corbusier, Léger, Le Witt, Licata, Minguzzi, Novati, Picasso, Ponti, Tobey. È proprio Jean Arp a disegnare il simbolo della vetreria. Le opere vengono realizzate con l'ausilio delle maggiori vetrerie, per mano dei migliori maestri vetrai, quali: Aldo "Polo" Bon, Albino Carrara, Luciano Ferro, Gino Fort, Francesco Martinuzzi, Aldo Nason, Archimede Seguso, Angelo Tosi, Ferdinando Toso. Da non dimenticare il ruolo determinante avuto dalla miliardaria americana Peggy Guggenheim nelle vicende della fornace. Grazie al suo apporto molti nomi prestigiosi dell'arte si mettono in contatto con Costantini, ed è sempre grazie a lei che il Museo di Arte Moderna di New York nel 1965 organizza una grande mostra di sculture in vetro.
Il suo innato mecenatismo la vede partecipe dell'iniziativa, sovvenzionando la Fucina attraverso un contratto societario al cinquanta per cento, che permette così l'apertura, nel 1966, della nuova sede a Castello 4463, dove ha sede tuttora, dopo un accurato restauro, avvenuto alla fine degli anni '80.
I rapporti commerciali tra gli artisti e Costantini venivano stipulati con un accordo che prevedeva la realizzazione di ciascuna opera in triplice copia, una veniva venduta con spartizione dei ricavi, una andava all'artista e una rimaneva patrimonio della Fucina. In seguito sorsero contrasti e contestazioni, specialmente per quanto riguardava la reale paternità delle opere. Si preferì scegliere una soluzione diversa per cui, nei cataloghi di esposizione della Fucina dopo gli anni '70, le attribuzioni vengono fatte nel seguente modo: "Ogni opera originale è realizzata ed interpretata da Egidio Costantini su studio, disegno, maquette o idea dell'artista".
È ovvio che una definizione del genere può dare adito a varie considerazioni sul ruolo reale svolto da ogni singolo artista, rendendo estremamente delicata la vera paternità dei pezzi, data l'importanza dei nomi in gioco e i conseguenti sbalzi di valutazione, anche in termini prettamente economici.
Egidio Costantini, personaggio di cui è stato detto tutto il bene e tutto il male possibile, pupillo di potenti, ora osannato ora osteggiato dai critici, negli oltre quarant'anni di attività, ha comunque costituito qualcosa di unico, e ha mosso intorno al vetro di Murano una tale mole di idee, di opinioni, di ricerche, di personaggi illustri e geniali, che in ogni caso la storia del vetro di questo secolo, gli è in qualche modo debitrice.
Di lui ha scritto Enrico Crispolti: "Il grande. sostanziale rinnovamento del vetro veneziano è legato soprattutto alla sua collaborazione con i maestri della pittura e della scultura contemporanea e si delinea perciò sul piano dell'arte pura, non più dell'artigianato valente. È la frattura: il vetro diventa marmo, olio, tempera, legno, diventa mezzo nuovo in mano, a disposizione degli artisti. Diventa mezzo non già per riprodurre, come in passato, ma per creare. Grazie a Costantini esso diventa un nuovo modo di ricerca di espressione". Ed è forse in quest'ultima frase la chiave di lettura più corretta per interpretarne l'importanza.

 

 

Franco Deboni

 

 


Bibliografia:
 

Lorenzetti C., Vetri di Murano, Bergamo 1940
Mariacher G., L'Arte del Vetro, Verona 1958
Gasparetto A., Il Vetro di Murano dalle origini ad oggi, Venezia 1962
Polak A., Modern Glass, Londra 1979
Tagliapietra S., La Magnifica Comunità di Murano, 1900-1925, Verona 1980
Barovier Mentasti R., Il Vetro Veneziano, Milano 1987
Neuwirth W., Italian Glass, Vienna 1989
Deboni F., I Vetri Venini, Torino 1992
Barovier Mentasti R., Vetro Veneziano 1890-1990, Venezia 1993
Heiremans M., Art Glass from Murano, Stoccarda

 

 

 

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