Le fonti militari austriache presso l'Archivio di Stato di Trieste

 

 

 

Maria Carla Triadan

 

 

 

 

Il presente studio si basa necessariamente anche su fonti documentarie fra cui quelle conservate presso l'Archivio di Stato di Trieste.
La gran mole di dati personali scrupolosamente raccolto dall'Autore non poteva permettere di fornire un riscontro puntuale sulla reperibilità di ciascun elemento che è stato reperito nel corso della ricerca, operazione che avrebbe appesantito notevolmente l'esposizione. Pare possa essere di qualche utilità accennare agli archivi conservati presso l'Istituto archivistico per proporli come strumenti per approfondire le storie di luoghi o persone che non sono state trattate in questa pubblicazione.
Già durante la guerra parte degli archivi dell'amministrazione statale austriaca erano stati trasportati negli archivi di Vienna, a Graz e a Lubiana per metterli in salvo da eventuali danni o occupazioni nemiche. Le autorità politiche austriache nell'imminenza dello sfacelo della Monarchia spedirono da Trieste diverse casse di documenti e ne distrussero altri. Manomissioni e dispersioni ulteriori si verificarono nel breve lasso di tempo che precedette l'arrivo delle prime truppe italiane.
Alla fine della prima Guerra Mondiale, il 10 settembre 1919, viene firmato fra l'Austria e le Potenze dell'Intesa il trattato di S. Germain-en Laye in base al quale vengono ripartiti i territori appartenuti alla cessata Monarchia austriaca. Nel trattato è prevista anche la restituzione degli archivi asportati dai Paesi che avevano fatto parte di quella monarchia. Viene in tal modo riconosciuto il principio di "provenienza", molto importante per la disciplina archivistica, in base al quale la documentazione prodotta da un ente nell'ambito di un determinato contesto storico-politico non deve essere smembrata a seguito dei cambiamenti istituzionali che possono succedersi nell'amministrazione di quel territorio.
A seguito delle trattative della Commissione italiana d'armistizio in Vienna che elabora le richieste per la rivendicazione degli archivi asportati, il Governo austriaco restituisce, a partire dal 1922, anche la "Miscellanea ex austro ungarica" (1856/1900) che raccoglie gli atti militari dell'ex Litorale austriaco (comprendente la zona di Trieste, Gorizia, Sesana, Comeno, Plezzo, Tolmino, Monfalcone, Cervignano, l'Istria, Cherso, Lussino e Veglia) che, con limitate variazioni territoriali, corrisponde al territorio della Venezia Giulia costituita dopo la guerra.
La Miscellanea ex.a.u. riguarda gli appartenenti all'esercito, alla milizia territoriale e in minima parte alla marina, ufficiali esclusi; si presenta piuttosto lacunosa per quanto riguarda i fogli matricolari veri e propri e quindi non sempre è utile a documentare il servizio militare svolto. La gran parte della documentazione è costituita da cartelle cliniche di ricovero e da documentazione prodotta per il riconoscimento di invalidità e di sussidi legati al servizio militare e alle operazioni di guerra. Oltre che per ricerche sulla singola persona viene spesso utilizzata per testimoniare e localizzare storicamente la presenza di un cognome in una certa area e, come dimostra la presente ricerca che si è servita di questa fonte, da ogni tipo di documento si possono ricavare elementi utili alla ricostruzione di una realtà del passato.
Nel 1980 il Distretto militare di Trieste ha versato all'Archivio di Stato anche i fogli matricolari relativi alla ex provincia di Trieste e di Pola (1877/1899). Quindi, per alcuni militari appartenenti a quelle classi di leva, può essere reperito sia il foglio matricolare austriaco che quello compilato successivamente dall'esercito italiano.
Il reclutamento per l'esercito a Trieste inizia a partire dal 1858, con un certo ritardo rispetto alla coscrizione già in vigore a Gorizia e nell'Istria. Fra i compiti delle amministrazioni comunali c'era quello di cooperare alle operazioni di coscrizione e leva militare assumendosi la responsabilità dell'identità delle persone che si presentavano alla leva. Le autorità distrettuali in loro presenza provvedevano al sorteggio dei chiamati alla leva e ne compilavano le relative liste.
Con legge 6 giugno 1886, BLI n.90, in Austria viene istituita la leva di massa (Landsturm) alla quale sono obbligati tutti i cittadini atti alle armi, dal 19° al 42° anno d'età, non appartenenti all'esercito, alla marina o alla milizia (Landzverh).
Sempre a Trieste, nel 1906 i compiti dell'amministrazione comunale in materia militare vengono trasferiti al neo costituito Consiglierato di Luogotenenza (1906/1918) di cui si conservano diversi registri di abili alla leva, di coscritti stranieri insinuatisi per la leva, di fuggiaschi, disertori etc...


     Si riporta di seguito un riepilogo con l'indicazione degli estremi cronologici della documentazione prodotta dall'amministrazione militare austriaca che è possibile consultare presso l'Archivio di Stato di Trieste, con l'avvertenza che le serie non sono complete.
Miscellanea di atti militant ex-a.u. (dal 1856 con documenti fino al 1920).
L'ordinamento dei fogli è alfabetico, secondo cognome. Come già specificato, si riferisce all'ex Litorale austriaco con alcuni documenti della zona di Fiume e della Dalmazia.
Ruoli della leva in massa del Litorale ex-a.u.
Trieste (1864-1900); Carso (1862-1900)
Istria, Cherso, Lussino, Veglia (1865-1900)
Gorizia (1862-1901); Goriziano (1867-1900)
Liste di leva del Litorale ex-a.u.
Trieste (1870-1896);
Trieste (1862-1897; per Pinguente solo l'anno 1856)
Postumia-Senosecchia (1865-1897); Sesana-Comeno (1867-1897); Vipacco (1867-1887);
Aidussina (1860-1893); Canale (1865-1892); Cormons (1897)
Fogli matricolari di Trieste, Istria, Carso (1877-1899 con documenti dal 1873); Pola (1888-1895)
L'ordinamento dei fascicoli è per Comune e anno di leva. Compilati dal Distretto militare italiano, possono riportare anche i dati del servizio precedentemente prestato nell'esercito ex.a.u.
Altri fondi archivistici conservati presso l'Archivio di Stato di Trieste utilizzati in questa pubblicazione:
Commissariato per il distretto politico di Monfalcone (1915-1922)
Fu istituito in seguito all'avanzata delle truppe italiane oltre l'Isonzo e funzio­nò fino alla ritirata di Caporetto, per essere ricostituito nel 1918.
Commissione distrettuale di sostentamento per la Venezia Giulia (1914-1922)
Avevano il compito di decidere sull'assistenza e sulla concessione di contributi da parte dello Stato ai familiari di richiamati alle armi austro-ungarici. La docu­mentazione è costituita da fascicoli nominativi.
Governatorato della Venezia Giulia, poi Commissariato generale civile per la Venezia Giulia, Atti Generali e di Gabinetto (1918-1922).
È la documentazione dell'amministrazione militare provvisoria e successivamente di quella civile delle Nuove Provincie. Fra i suoi compiti vi è quello di gestire l'assistenza logistica, i sussidi e il rimpatrio di civili e militari, profughi, reduci, internati e prigionieri di guerra austriaci ed italiani. Nella serie degli atti generali si segnalano, fra le altre, le buste contenenti i fascicoli nominativi dei prigionieri ex-a.u. pertinenti alle Nuove Provincie per i quali viene chiesto il rimpatrio da parte dei familiari o dagli stessi interessati (nn. 253-272, anni 1919-1920). L'eventuale nulla-osta viene rilasciato su informativa dei Carabinieri e parere dell'Ufficio informazioni truppe operanti dello Stato maggiore dell'Esercito.
Per le note istituzionali ai fondi documentari si rinvia alla voce "Trieste" della Guida generale degli Archivi di Stato italiani, vol. IV, Roma 1994.
 
Maria Carla Triadan  - Archivista di Stato

 



 

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