IN VIAGGIO CON GLI ASBURGO

 

" Davanti ai nostri occhi si susseguiva un bel paesaggio dietro l'altro "

 

Massimiliano d'Asburgo viaggiatore
 

 

 

Rossella Fabiani

 

 

 

Carl Haase (?) Ritratto dell'arciduca Ferdinando Massimiliano. Metà del XIX secolo
 


La volta del cielo del Sud si curvava sconfinatamene; i colori erano netti, dal cupo turchino dei monti lontani al luminoso rosa delle rocce chiare. Si dice che un mattino sulle Alpi sia lo spettacolo più bello della natura; io l'ho visto ed è veramente grandioso, ma non raggiunge la magnificenza e lo splendore del Sud, e le leggere nebbie in fondo alle valli non sostituiscono l'incanto del mare." Così Massimiliano descrive, l'8 settembre 1850, il suo primo giorno in terra greca: diciottenne egli intraprende un viaggio - il primo - a bordo della nave a vapore Vulkan con destinazione Grecia a Turchia. Si tratta di una vacanza premio che i genitori - gli arciduchi Francesco Carlo d'Asburgo e Sofia di Wittelsbach - concedono ai due figli minori, Massimiliano e Carlo Ludovico: una vacanza all'insegna dello svago ed alla scoperta di mondi ancora non conosciuti e di esperienze non provate. Questa avventura lascerà un segno indelebile nella vita dell'arciduca perché gli aprirà, da un Iato, la consapevolezza della navigazione e, dall'altro lato, la prova della scrittura cronachistica. Saranno i viaggi effettuati sulle onde e fissati sulla carta a costituire una preziosa testimonianza di un momento felice della sua vita, scandita dalla passione per il mare, per il vivere a contatto con esso, in sintonia con la natura. E come per il vero marinaio, anche per l'arciduca i mari sono divenuti la sua stessa patria, la nave è divenuta una parte di essa, i viaggi hanno rappresentato una continua esplorazione alla ricerca del conoscere.

 

Album dell'imperatrice Elisabetta, Trieste 1856

 


Il mare rappresenta il filo che si snoda lungo la sua vita, nelle sue imprese, nella sua biblioteca e nei suoi viaggi: quasi una ricerca del cambiamento attraverso lo strumento della tradizione, quasi una scoperta nel mantenimento dell'idea attraverso il rinnovamento. Il navigare, dunque, è inteso da Massimiliano anche come sinonimo di esperienza teorica e di apprendimento pratico per voler imparare i primi rudimenti proprio da semplice ufficiale: "stamane dalle 8 alle 12 montai la mia prima guardia; il mare era molto mosso, la nave rollava notevolmente." Era il 31 luglio 1851 a bordo della Novara, l'imbarcazione che sarà legata strettamente agli eventi della sua esistenza.
Tanti fili conduttori, dunque, nella tessitura di un percorso esistenziale che, pur breve, ha avuto nella molteplicità degli interessi uno snodo unico: la capacità di essere in sintonia con l'attualità, il sentire la contemporaneità come valore importante. La sua adesione all'oggi, nella scienza come nell'arte, può proprio sintetizzarsi nelle parole scritte su un cartiglio, tenuto nel becco da un gabbiano in volo, dipinto all'interno di uno dei trentasei cassettoni che decorano il soffitto della stanza da pranzo adiacente alla sala del trono nel castello di Miramare, dove compare la scritta ultra oceanum. Dettata probabilmente dal colto committente, essa appare oggi quasi una premonizione del tragico epilogo di Massimiliano, ma racchiude in sé anche molteplici significati, legati strettamente alla breve, ma intensa vita dell'Arciduca, trascorsa alla scoperta del mondo e protesa alla creazione di nuove realtà. Ultra oceanum, vale a dire il coraggio dell'andare oltre, del guardare al futuro partendo dal presente. Il figlio di una dinastia che in quel momento faceva della tradizione la sua bandiera, è attento all'innovazione, vuol essere un principe borghese che guarda al domani, fare dell'imperialismo un trampolino verso la libertà. Il suo ultimo viaggio, senza ritorno, in Messico, va letto anche attraverso questa lente: la sua accettazione alla corona imperiale diventa l'esito di una vita che ha sempre guardato ultra oceanum. L'àncora sovrastata dalla corona, che sotto varie fogge decora, con il suo profilo, la tappezzeria nelle stanze del piano terra del castello di Miramare, la boiserie delle pareti, il basamento in pietra dei lampioni nel parco, rappresenta la sineddoche della passione incrollabile di Massimiliano per il mondo della navigazione, per il mondo altro da sé, per il mondo dell'ultra oceanum.
I viaggi sono per Massimiliano una componente importante, dunque, nel percorso formativo della sua persona. La conoscenza di luoghi d'arte, di spazi naturali e di giardini segna pietre miliari per la nascita della sua amata e fortemente voluta residenza triestina, il castello e il parco di Miramare.
I viaggi ancora come una prova di vita: spazi ampi e diversi, paesaggi dai colori e dalla luce nuovi, gente e odori sconosciuti. I panorami dalla nave, le coste montagnose viste sfilare davanti agli occhi dalla tolda del veliero, l'aria fresca, il vento sempre teso furono descritti dal giovane che manifestò proprio in occasione del primo viaggio in Grecia e in Turchia la sua inclinazione di scrittore, descrivendo con vivacità e amore, pur se talora inevitabilmente venati di ingenuità, i momenti cruciali della navigazione. Emergono, così, in modo tangibile due aspetti rilevanti della personalità di Massimiliano: l'amore per la natura e la volontà di far partecipare gli altri ai propri pensieri. Aspetti questi che si ritrovano, ad esempio, anche nella sfera privata, quando il giovane fidanzato scriveva nel gennaio 1857 a Carlotta del Belgio, sua futura sposa: "il primo giorno del nostro viaggio ci portò fino a Bolzano. Con uno splendido tempo invernale attraversammo bellissime regioni di montagna". E, ancora, nel maggio 1858: "tu conosci il Lago di Como in ottobre, prova a immaginartelo ora nel maggio rigoglioso e ricco di fiori, nel quale tutto è colmo di rose, rose che scendono come cascate dalle rocce, rose che si intrecciano come festoni da albero in albero."
Allora, il primo viaggio come una folgorazione verso il Mediterraneo, quello che egli riteneva di aver incontrato a Trieste, quando dopo aver viaggiato "per ore attraverso la desolata pietraia del Carso... si vola nell'ultima erta fino all'obelisco, ed ecco: ai piedi del viaggiatore incantato appare l'immagine dell'infinito, che il contrasto fra il mare di pietra e la natura viva rende ancora più affascinante. Sotto si apre il mare, sulle onde passano come cigni le vele splendenti, circondate da fertili coste a terrazzo disseminate di belle ville, e infine la città commerciale con la rada che si apre tutta come su una carta. Il panorama da Opicina è senz'altro uno dei più belli del mondo. Un'ottima strada scende con lievi curve e pendenza; fra ville e case di campagna si intravede sempre con incanto il mare, e qualcosa preannuncia il Sud: si sente già l'Italia."
La descrizione del Mein erster Ausflug è anche lo svelare il "banco di prova nella vita trascorsa a bordo con l'equipaggio, lontano dalla famiglia, senza gli stretti legami ai rigidi cerimoniali di corte."
Entusiasticamente egli ricorda che "fu una gioia immensa quando posai per la prima volta i piedi sulla terra ellenica. Erano trascorsi soltanto otto giorni da quando ridente e felice mi ero congedato dal mio vecchio amico, il campanile di Santo Stefano, e mi trovavo già, portato dal vapore, forza motrice della nuova epoca, nella terra del passato ed il cambiamento aveva qualcosa di magico per la sua rapidità. Ecco, ci trovavamo improvvisamente in una piazza di Patrasso." Questa prima tappa nell'Ellade, che segnerà un momento importante nella visita all'Acropoli di Atene, fa emergere l'elevata preparazione teorica impartitagli dai suoi precettori: "vede il Partenone e nota il danno arrecato da Lord Elgin nell'asportare i bassorilievi più importanti e preziosi, poi esposti al British Museum di Londra", ma anche lo ricorda come "il cimitero della storia, pur così in rovina, ma che conserva intoccato il fascino della storia."

"Se Atene ha risvegliato in Massimiliano il ricordo dell'antica storia dei greci, del mito degli dei, della grandezza artistica, Smirne lo colpisce per il fasto orientale da Mille e una notte, quasi inaspettato tanto si presenta reale per la ricchezza delle botteghe, la varietà dei tappeti e delle stoffe, il vocio, la policromia delle bancarelle."
Dopo il primo viaggio, così compiutamente reso vivace e partecipato dalla scrittura, Massimiliano affronta altri mondi e realtà diverse. Tra il 1851 e il 1853 si reca a Napoli, in Toscana, in Spagna, in Sicilia, in Portogallo, in Algeria e in Albania, fissando le sue impressioni nei Reiseskizzen. Non si tratta più soltanto di notazioni di carattere etnografico, ma ora, ormai più maturo, egli privilegia la bellezza dei paesaggi e il fascino della storia in una continua rivelazione dei monumenti "tipica dei viaggiatori che dal cupo Nord scendono al solare Sud secondo un itinerario già percorso da chi - artista e intellettuale che fosse, per motivi culturali o turistici - effettuava il Grand Tour nel meridione d'Europa."

Saranno decisive le tappe che gli faranno conoscere noti giardini, utile suggerimento per la creazione di Miramare, ma anche luoghi storici e monumenti antichi. Basti ricordare la visita a Napoli a Castel Sant'Elmo, al Castel dell'Ovo, alla villa Reale con puntate a Castellamare, Sorrento e Capri.
Massimiliano concepisce, dunque, il viaggio come scoperta e conoscenza declinate ai fini diretti dei propri interessi culturali e scientifici. Prova ne è il viaggio in Brasile effettuato "tra l'autunno del 1859 e l'estate del 1860, all'indomani della dolorosa perdita del Lombardo Veneto. Sulla nave Kaiserin Elisabeth, al comando di Tegetthoff, accompagnato nella prima parte del viaggio dalla consorte Carlotta - che si fermerà a Madeira - l'arciduca coronò una delle sue aspirazioni: fare ricerca nel campo della botanica, lasciare ai posteri il proprio nome legato al nome di una pianta." I viaggi di Massimiliano non sono solo momenti di piacere, ma al contempo costituiscono eventi legati al suo essere giovane rampollo di una importante dinastia monarchica europea. Egli ricorda, così a Carlotta - ancora sua giovane fidanzata - da Norimberga l'11 gennaio 1857: "Ieri ho percorso per la prima volta il Reno, da Bonn a Magonza e nonostante il freddo e l'inverno, sono rimasto entusiasta del bellissimo panorama...da Magonza mi sono recato in ferrovia a Francoforte, ove ho pernottato, ed al mattino si ritornò di nuovo, a vapore, ma con temperatura molto fredda, a Norimberga...ebbi il tempo di vedere buona parte dei monumenti più importanti di questa città curiosa."
Per nave, per ferrovia o in carrozza Massimiliano si muove con grande facilità. Scrive a Carlotta il 17 giugno 1857 da Buckingham Palace: "con grande piacere ho rivisto la splendida Firenze ed a Livorno ho salutato con giubilo il mare, il mio elemento. Il viaggio per mare mi ha rinvigorito e reso felice. A Gibilterra ci fermammo per due ore per proseguire poi per Cadix, dove la nostra nave dovette fermarsi per un giorno; ne approfittai per trascorrere 7 ore e mezzo nella bella Siviglia. Qui ho assistito ad una magnifica corrida... A Lisbona trascorsi 26 ore... Ora mi trovo dalla sera del 14 giugno a Londra." Anche se dettati da motivi istituzionali i viaggi di Massimiliano diventano occasione per visitare monumenti e conoscere usi e costumi dei luoghi. Le lettere e i diari diventano così prezioso serbatoio di notizie che rivelano carattere e inclinazioni. Testimonianza sono le guide di viaggio di cui è ricco contenitore la biblioteca del castello. Emblematico ricordo di momenti di vacanza sono i molti quadri con paesaggi di mare e alpini, che Massimiliano dispone di mettere alle pareti del Castello perchè "il viaggiatore deve cercare in un paese straniero l'espressione dello spirito, la concretizzazione dei suoi ideali."

 

 

 

Rossella Fabiani

 

 

 

P.S.: Nel testo sono state omesse le note dell'autrice.

 

 

 

 

 

Come viaggiavamo nella Mitteleuropa 1815-1915                 © Edizioni della Laguna