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Giuliano Confalonieri

 

 

 

OSKAR KOKOSCHKA  

(Pöchlarn,1886 – Montreux, 1980)

 

 

 

 

 

 

L’artista austriaco Oskar Kokoschka (1886/1980) frequentò la Scuola di Arti Decorative di Vienna. Le sue prime incisioni contribuirono a definire stili figurativi personali. Inoltre l’amicizia con A. Loos lo introdusse nei circoli culturali radicali, indirizzando il suo lavoro nell'ambito della cultura espressionistica. Collaborò alla rivista d'avanguardia «Dee Sturm» di Berlino (1910) e fu presente alle mostre del Blaue Reiter a Monaco (1912). Inizia a dipingere a 14 anni e quando la famiglia si trasferisce a Vienna si iscrive alla Scuola di Arti Applicate. Autodidatta influenzato dalla pittura di Klimt, cominciò a farsi conoscere facendo una serie di ritratti su commissione. Nel 1912 espose suoi lavori a Berlino e Colonia, tanto apprezzati da essere acquistati da diversi musei tedeschi. In alcuni disegni di quel periodo lascia volutamente spazi vuoti per concentrare l’attenzione sulla materia. Il Cavaliere errante fu l’ultimo suo quadro prima di arruolarsi volontario – prima guerra mondiale – in un reggimento austro ungarico nel quale rischiò la vita per una ferita grave. Dal 1920 al 1924 insegna all’Accademia di Dresda. Intraprende poi un ciclo di viaggi (Europa, Nord Africa, Asia Minore) intensificando nel frattempo l’attività artistica che però i nazisti considerano degenerata. Fugge in Gran Bretagna per stabilirsi definitivamente in Svizzera nel 1953.  

I primi ritratti mostrano una forza di penetrazione psicologica ed una violenza cromatica estreme (in quegli anni ideò anche un'opera pittorica-letteraria-teatrale). Dopo la guerra insegnò all'Accademia di Dresda (1917-24), dove studiò lo stile di Rembrandt e della pittura antica interessandosi anche alla scenografia. Nel 1917 espose alla Galleria Dada di Zurigo con M. Emst, P. Klee e V. Kandinskij, nel 1922 partecipò con dodici opere alla Biennale di Venezia. In occasione di  viaggi e soggiorni lavorò anche in Africa ed Irlanda. Nel 1934, dopo la confisca dei suoi lavori per ordine delle autorità nazionalsocialiste che li ritenevano «arte degenerata», si rifugiò a Praga – dove dipinse le prime composizioni allegoriche – e Londra. Dagli anni Venti la sua pittura si è progressivamente allontanata dalle tematiche legate all'analisi psicologica ed al subconscio per privilegiare la creazione visiva di grandi spazi  (Paesaggi e vedute di città). Molte sue opere esprimono dualismi opposti come uomo/donna e luce/ombra. Realizzò le scene ed i costumi per Un ballo in maschera di Verdi rappresentato nel 1963 al Maggio musicale fiorentino.

 

 

Giuliano Confalonieri

giuliano.confalonieri@alice.it