MICHELANGELO
 

 

Giuliano Confalonieri

 

 

 

 

Città del Vaticano, Cappella Sistina

 

 

Michelangelo Buonarroti (Caprese 1475/Roma 1564) scultore, pittore, architetto e poeta. Mostrando inclinazioni artistiche, ottenne dalla famiglia il permesso per andare a lavorare nella bottega del pittore Bigordi detto Ghirlandaio, con un contratto d’apprendistato di tre anni. Le sue prime prove attirarono l’attenzione di Lorenzo il Magnifico che lo ospitò, offrendogli così la possibilità di frequentare artisti della cerchia medicea, assimilando conseguentemente le loro dottrine (i primi disegni rilevati dagli affreschi di Giotto e Masaccio ed i bassorilievi della Madonna della Scala e della Battaglia dei Centauri, scolpiti fra il 1490 e il 1492, hanno già una loro valenza). La morte di Lorenzo e la predicazione del Savonarola, lo costrinsero però a fuggire da Firenze per sistemarsi a Bologna dove scolpì per l’Arca di San Domenico alcune figure sacre. A Roma si affermò come uno dei maggiori artisti dell’epoca per il virtuosismo tecnico, la conoscenza approfondita dell’anatomia, il dinamismo delle composizioni e la caratterizzazione dei personaggi. Nacquero così capolavori come il gruppo marmoreo della Pietà in Vaticano e il David a Firenze.

Invitato da Giulio II della Rovere per la realizzazione di un monumento funebre, mai concluso malgrado una lunga permanenza a Carrara per la scelta del marmo, si accinse all’opera ciclopica – costata quattro anni di lavoro – di decorare la Cappella Sistina. Un uomo tormentato, vulcanico nelle idee, diventato scultore per ordine del Papa ma soprattutto pittore esimio con un pessimo carattere, talmente orgoglioso da interrompere, per inezie, alcuni lavori già iniziati. Il 31 ottobre 1512  i  2.500 mq. della volta  erano completati e consegnati ad un Papa gravemente ammalato: un impegno imponente per Michelangelo a 25 metri d’altezza con la schiena sempre dolorante per la posizione scomodissima.

 

 

 

Lo storico dell’arte Giorgio Vasari scrisse: Questa opera è stata ed è veramente la lucerna dell’arte nostra, che ha fatto tanto giovamento e lume alla pittura, sufficiente ad illuminare il mondo.

Con il Giudizio appaiono travolte le certezze morali e intellettuali del primo Rinascimento, in una visione sgomenta del destino di un’umanità atterrita di fronte al giudizio divino.

Diversi Papi ebbero rapporti di lavoro con lui, imbottendolo di commissioni, spesso non concluse, ma il Giudizio della Sistina testimonia la genialità dell’uomo. La sua personalità non era incline ai rapporti sociali (al contrario di Raffaello), antipatico ai colleghi, molto ricco ma spartano nella vita quotidiana (nella camera da letto fu ritrovato un forziere colmo di monete).          

L’incompiuta Pietà Rondanini – alla quale l’artista lavorò fino all’ultimo – è la grande statua conservata al Castello Sforzesco di Milano che più di altre toccano la sensibilità del visitatore per gli evidenti colpi dello scalpello non rifiniti. Prima di morire, bruciò tutti i progetti per non evidenziare il faticoso iter che intercorre tra l’idea e la realizzazione. A 88 anni, funerali grandiosi per il genio nella Basilica fiorentina di S. Croce ed un sepolcro disegnato da Giorgio Vasari. Iniziava la seconda vita di Michelangelo all’insegna della rinomanza imperitura, anche se – specialmente nei secoli passati – il diverso ideale estetico contrapposto alla leggerezza del lavoro di Raffaello pesò notevolmente.

 

 

 

Giuliano Confalonieri

giuliano.confalonieri@alice.it