Leonardo da Vinci

 

"Trattato della pittura"

 

 

 


Leonardo da Vinci, Autoritratto, 1512. Torino, Biblioteca Reale

 

 

 

Del primo principio della scienza della pittura.
Il principio della scienza della pittura è il punto, il secondo è la linea, il terzo è la superficie, il quarto è il corpo che si veste di tal superficie; e questo è quanto a quello che si finge, cioè esso corpo che si finge, perché invero la pittura non si estende più oltre che la superficie, per la quale si finge il corpo figura di qualunque cosa evidente.

L. da Vinci, Trattato della pittura (Biblioteca Vaticana, Codice Urbinate lat. 1270, 31 v.).


 

 

    Agli inizi del Cinquecento, Leonardo Da Vinci, prototipo universale dell'artista scienziato, ha già completato gli scritti del Codice Vaticano Urbinate 1270, anche noto come Libro di pittura, o Trattato della pittura di Lionardo da Vinci

Il Trattato, un'opera composita, compilata postuma da uno o più allievi, contiene vari  precetti, teorie e appunti in cui vengono enunciati i principi filosofici e ideali della pittura. Per Leonardo, la pittura è scienza - equiparandola alle arti speculative quali filosofia, poesia e teologia, vi applica le discipline matematiche e geometriche - conduce il lettore nell'esercizio della "filosofia del vedere", cioè nel cogliere la Natura tramite l'osservazione di quei fenomeni fisici, matematici e geometrici che ne determinano la percezione visiva.

 

 

" Fra le scienze la pittura « è la prima; questa non s'insegna a chi natura nol concede, come fan le matematiche.... « Questa non si copia, come si fa le lettere [...] questa non s'impronta, come si fa la scultura [...] questa non fa infiniti figliuoli come fa i libri stampati; questa sola si resta nobile, questa sola onora il suo autore, e resta preziosa e unica...».

« e la pittura supera anche la poesia, perché mostra fatti, non parole; la pittura non parla, ma per sé si dimostra e termina ne' fatti - e la poesia finisce in parole, con le quali come briosa sé stessa lauda » ".

 

 

Leonardo quindi, non solo rende una definizione globale di scienza pittorica in grado di confrontarsi con le altre discipline, ma postula una scienza che riduce a se altri campi del sapere.  Tratterà i principi della prospettiva, l'utilizzo di luci e ombre, offrendo una serie di consigli sulle proporzioni di corpi e figure e sulla rappresentazione dei moti e degli elementi naturali. Il grande vinciano ha intenzionalmente voluto lasciare un trattato, per meglio comprendere  la sua pittura.  Nell'entrare a contatto con problemi tecnici e pratici, le sue considerazioni e suggerimenti educano l'occhio all'osservazione; da una consapevolezza accresciuta, la capacità di penetrare la pittura e di osservare la realtà, ne traggono beneficio.
 

 

" « ... La pittura è composizione di luce e di tenebre insieme mista colle diverse qualità di tutti i colori semplici e composti [...] ", « ... colui che ride [...] deve avere le ciglia alte e spaziose ",  « ... la carne [...] tiene un poco del trasparente »"

 

 

Leonardo da Vinci, Le proporzioni del corpo umano secondo Vitruvio. Venezia, Gabinetto dei Disegni delle Gallerie dell'Accademia

 

 

      Leonardo, sul finire del Quattrocento, aveva collaborato con Luca Bartolomeo de Pacioli (1445 c.-1517), realizzando 60 tavole per Il De Divina Proporzione, trattato sulle applicazioni della Sezione Aurea. Nella ricerca delle ideali perfette proporzioni del corpo umano (le proporzioni del corpo umano secondo Vitruvio),  Leonardo, in rapporto alle figure geometriche, dai rettangoli ai triangoli aurei,  ci rivela le misure della bellezza naturale da cui emergono i precetti della bellezza artistica e il rapporto Uomo-Universo.

 

 

Leonardo, Rombicubottaedro. Illustrazione per il De Divina Proportione
 

 

Considerata la chiave dell’armonia nelle arti, la Divina Proportione indaga sull’Armonia Universale, su come la natura ci riveli un ordine geometrico-matematico, a cui numerosi altri artisti del rinascimento faranno riferimento: Francesco di Giorgio Martini (1439-1501), Francesco Giorgi (1466–1540), Giovanni Giocondo (1433 c.–1515), Cesare Cesariano (1475 – 1543), Piero della Francesca (1416-1417 c.).


Un celebre esempio è proprio "L’Uomo Vitruviano" di Leonardo da Vinci, in cui un uomo è inscritto in un quadrato, a sua volta inscritto in un cerchio concentrico.  Leonardo utilizzò i parametri della Divina proportione anche nella Gioconda e nell'Ultima cena.

 

 

Giorgio Catania
 

 

BIBLIOGRAFIA:

Trattato della Pittura di Lionardo da Vinci, Milano, 1804;

L. Pacioli, De Divina Proportione, Venezia, 1509, ed. Winterberg, Vienna, 1889;

L. Beltrami, Documenti e memorie riguardanti la vita e le opere di Leonardo da Vinci, Milano, 1919;

G. Calvi, I Manoscritti di Leonardo da Vinci dal punto di vista cronologico, storico e biografico, Bologna, 1925;

Rinaldis, Storia dell'opera pittorica di Leonardo da Vinci, Bologna, 1926;

E. Verga, Bibliografia Vinciana, 2 voll., Bologna, 1931;

Leonardo da Vinci, Saggi e ricerche (a cura del Comitato naz. per le onoranze a Leonardo da Vinci), Roma, 1954;

C. Pedretti, Studi Vinciani. Documenti, analisi e inediti leonardeschi, Ginevra, 1957;

G. Fumagalli, Leonardo ieri e oggi, Pisa, 1959;
A. Marinoni, Leonardo da Vinci, Letteratura Italiana (I minori), Milano, 1960.