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Giuliano Confalonieri

 

 

 

GLI ARTISTI  “MARTINI”

Alberto, Arturo, Francesco, Simone

 

 

    

Un cognome di artefici che copre un lungo periodo sulla scena creativa italiana, dalla fine del Duecento all’Ottocento.

 

 

 

Alberto Martini, Ritratto di Wally Toscanini, 1925. Roma, collezione privata.

 

 

 

- ALBERTO MARTINI (1876/1954) – Perfezionò una tecnica litografica nuova ispirandosi ai maestri tedeschi dell’incisione. Considerato uno dei precursori del surrealismo Le sue prime opere, datate al 1892-93, sono disegni e schizzi di soggetto botanico e animalista o paesaggi della campagna. Il dipinto intitolato Antica gualchiera trevigiana del 1895, raffigurante un macchinario tessile per la lavorazione della lana e l’acquerello Villaggio di operai  hanno tematiche sociali. Nel 1895 avviò l’attività grafica di illustratore per opere letterarie che costituirà da allora in poi il centro focale della sua produzione artistica. I disegni eseguiti con l’inchiostro di china hanno un bianco e nero elegante legato anche al mondo fiabesco. Questo primo ciclo sarà  interrotto per intraprendere l’illustrazione della Secchia rapita di A. Tassoni. Ebbe unico maestro il padre, quasi un autodidatta ispirato dal lavoro di Dürer. Ebbe successo a Venezia con una serie di disegni, poi a Parigi, Monaco e Londra dove mostrò in diverse mostre la potenza del suo stile. Nei volumi: Trentun fantasie bizzarre e crudeli e Misteri si evidenzia la tendenza all'ispirazione macabra e sensuale. Riflessi del suo satanismo sono riscontrabili anche nella pittura, alla quale si dedicò sporadicamente. Disegni, litografie e incisioni del maestro sono esposti alla Galleria d'arte moderna di Roma e in altre capitali europee.

 

 

Arturo Martini, Gli amanti, terracotta, 1927, cm 21x16,5.

 

 

- ARTURO MARTINI (1899/1947) – Studiò l’arte della ceramica e della scultura. Monaco, Parigi, Roma, tappe utili ad affinare le opere molto vaste, caratterizzate dall’invenzione e dalla padronanza dei  processi tecnici per modellare pietra, bronzo, terracotta, ceramica. Con uno spiccato senso dello stile, si ispirò alle forme storiche, arcaiche, etrusche, romaniche, barocche, senza mai smarrire l'originalità dell'invenzione. Importante per la formazione artistica fu il lavoro che lo vide impegnato dagli anni giovanili nei laboratori come apprendista

 

 

Francesco di Giorgio Martini, Natività, 1490-95, tempera su tavola, 239 x 209 cm. Siena, San Domenico.

 

 

- FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI (1439/1501) nonostante le sue qualità di pittore/scultore e la sua sapienza inventiva nella progettazione di macchine belliche, è ricordato soprattutto per le sue doti di architetto, qualità che furono messe a disposizione del duca di Urbino Federico da Montefeltro. Grazie a questo sodalizio lasciò in territorio marchigiano ottime realizzazioni di architettura civile, religiosa e militare. A Urbino si trova la sua opera più celebre, il Palazzo Ducale. Oltre alla chiesa di San Bernardino ad una sola navata, di eccezionale ampiezza per l’epoca, mostra un attento studio di equilibrio e composizione. Su un’altura prospiciente sorge il Monastero caratterizzato da una serie di logge sovrapposte, aperte verso il paesaggio. Francesco di Giorgio realizzò la rampa a chiocciola all’interno del torrione cilindrico. Su un’altura nel paese di Frontone, si erge una Rocca che ricorda, nella forma, una nave dotata di prua. L’assetto attuale è il risultato, tuttavia, di numerose modifiche subite nel corso dei secoli. Altro esempio di architettura civile è il Palazzo della Signoria di Jesi (AN) eretto fra il 1486 ed il 1498.

 

Simone Martini, Polittico di Boston, 1321-25, tempera su legno, 235 x 405 cm. Boston, Isabella Stewart Gardner Museum.

 

 

- SIMONE MARTINI (1284/1344) – I concittadini senesi lo ritenevano il migliore artista del loro comune. Fu influenzato da un collega già famoso nella pratica dell’affresco e nella conoscenza di Giotto, consapevole comunque dei suggerimenti della cultura gotica francese. Le Storie di San Martino (Basilica inferiore di Assisi), racconto sacro definito uno degli aspetti più seducenti della cultura gotica. Nel 1340 si trasferì ad Avignone come pittore alla corte papale di Benedetto XII dove conobbe Petrarca e per il quale realizzò una miniatura per il frontespizio di un codice di Virgilio (biblioteca ambrosiana).  

 

 

 

Giuliano Confalonieri

giuliano.confalonieri@alice.it