FRATI   PITTORI
 

 

Giuliano Confalonieri

 

 

 

Fra Galgario, Ritratto di giovane pittore, Bergamo, Accademia Carrara

 

 

Vittore Ghislandi, in arte Fra’ Galgario (Bergamo 1655/1743, figlio di un autore paesaggista), fu artista operante dapprima nella città natale per poi completare la formazione a Milano con un collega tedesco. A Bergamo (dove diventò “frate minimo” nel convento del Galgario, da cui derivò il soprannome) iniziò la professione con ritratti a figura intera. I successivi contatti con la cultura emiliana, lo indirizzarono verso una precisione dei particolari per una maggiore aderenza al ‘carattere’ dei personaggi. I dipinti degli ultimi anni sono caratterizzati da un impianto libero perché manipolava spesso i colori direttamente con le dita, spinto probabilmente dal bisogno di fare risaltare fisionomia e psicologia con un impatto tattile più diretto. Risalgono  all’inizio del Settecento i ritratti a figura intera

 

Fra’ Bartolomeo della Porta - Adorazione del Bambino. Roma, Galleria Borghese

 

Fra’ Bartolomeo della Porta (Firenze 1472/1517), influenzato dalle idee di Savonarola, abbandonò la pittura per diventare monaco domenicano, ma riprese la professione artistica per occuparsi di quadri dedicati ad un’arte sacra semplice ed eloquente, solenne e composta. Alcuni viaggi gli forniscono l’esperienza necessaria per produrre una quantità di lavori (delicati paesaggi e studi preparatori per i dipinti).  

  

Beato Angelico - Polittico Guidalotti. Perugia, Galleria Nazionale

 

Guido di Pietro detto Beato Angelico (1395/1455), attivo come pittore nel convento di San Domenico a Fiesole, ne divenne priore. Le sue prime opere note si collocano ancora nella corrente gotica ma già verso la metà del Quattrocento realizza una serie importante di tavole (Museo di San Marco), un consapevole tentativo di porre le basi di una forma moderna di arte sacra, di impianto rinascimentale ma di tono autenticamente religioso. Alla fine del Quattrocento era ormai considerato il più noto pittore fiorentino tendente a creare una forma moderna di arte sacra di impianto rinascimentale. Un percorso interiore notevole per gli indispensabili ‘passaggi’ di stile e di contenuti, forse un travaglio alle soglie del misticismo nel quale incorpora la personale concezione del divino. Dal 1438 al 1446 diresse i lavori di decorazione a fresco di un nuovo convento a Firenze con il proponimento di porre un sigillo di austerità monastica al risultato finale. Si trasferì a Roma per gli affreschi di una cappella vaticana e di una nel Duomo di Orvieto. Definito autore mistico per la vita esemplare, ha aderito alla cultura umanistica con una spiritualità tendente alla trascendenza impegnata ad intendere l’arte con la funzione di proselitismo come la dottrina domenicana. La sua concezione di spazio circoscritto dalla luce lo libera dalla razionalità per inserirlo in una dimensione contemplativa.

 

 

 

Fra’ Giocondo - Verona, Loggia del Consiglio, fotografia del 1860 ca.

 

Fra’ Giocondo (Giovanni Monsignori 1433/1515). Unica sua opera documentata è la Loggia del Consiglio, prototipo dell’architettura veneta rinascimentale. Completò con 126 disegni l’opera di un trattatista, preparò uno studio sulle proporzioni e curò un’edizione di Vitruvio con xilografie. Dal 1514 affiancò Raffaello nella direzione dei lavori per San Pietro in Vaticano.        

 

 

Giuliano Confalonieri

giuliano.confalonieri@alice.it (2012)