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FOPPA VINCENZO

(1430/1515)

 

 

 Vincenzo Foppa - Madonna del Libro, 1460-1468 circa. Tempera su tavola, 37,5 x 29,6 cm. Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco.

 

 

Le sue prime opere conosciute sono San Bernardino e la Crocifissione. Foppa si stabilì con la famiglia a Pavia sotto la signoria degli Sforza. Due lavori di questo periodo sono la Madonna che abbraccia il bambino e Madonna del Libro, entrambi esposti al Castello Sforzesco milanese. Nel 1461 l'artista andò a Genova per affrescare una cappella ed un polittico. Fu richiamato da Francesco Sforza per decorare il portico dell'Ospedale Maggiore e lavorare alla Certosa di Pavia, dove riscosse un pagamento per aver dipinto profetis [...] et certis altris figuris nel chiostro grande, opere perdute. Comunque il lavoro più importante del periodo milanese è la Cappella Portinari nella Basilica di Sant'Eustorgio, dove affrescò Dottori della Chiesa, scene della Vita di San Pietro Martire, l'Annunciazione e l'Assunzione. Il ventennio successivo è un succedersi intenso di commissioni. A Pavia, città di cui acquistò la cittadinanza nel 1468, collaborò alla decorazione dell'Ancona delle Reliquie per il Castello su incarico del duca Galeazzo Maria Sforza. Nel Trattato di Architettura del Filarete si legge che nella loggia del giardino della sede milanese del Banco Mediceo erano dipinte scene di storia romana tra cui figurava “Traiano degnissimo e ben fatto, con altre figure di hornamento”. L'opera più importante del suo periodo milanese rimane la decorazione della  Cappella Portinari  (1464-1468) nella basilica di Sant'Eustorgio, in cui Foppa affrescò quattro tondi con Dottori della Chiesa  nei pennacchi, otto Busti di santi negli oculi alla base della cupola, le  lunette delle pareti laterali scene della Vita di san Pietro Martire, l'arco di trionfale con l'Annunciazione. Le immagine di ogni parete sono costruite con un unico punto di fuga che cade fuori dalla composizione, in modo da unificare gli episodi nelle  lunette. Foppa si distacca tuttavia dalla classica prospettiva "alla toscana" per l'originale sensibilità atmosferica, che smorza i contorni e la rigidità della geometria: è infatti la luce a rendere umanamente reale la scena e a graduare i volumi e le distanze, offrendo così un esempio eloquente di quella che sarà definita "prospettiva lombarda" In generale prevale un gusto per il racconto semplice ma efficace e comprensibile, ambientato in luoghi realistici con personaggi che ricordano tipi quotidiani, in linea con le preferenze per la narrazione didascalica: vi sono dei volti nelle storie della vita del Santo, che sono fra i più veri del Quattrocento. Negli ultimi anni l'artista rientrò a Brescia dove visse appartato fino alla morte, dipingendo, insegnando e ponendo le premesse per lo sviluppo di una scuola locale.


 

 

Giuliano Confalonieri

giuliano.confalonieri@alice.it