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Giuliano Confalonieri

 

 

 

CHARDIN, Jean-Baptiste-Siméon

 

 

 

 

 

Nato e morto a Parigi (1699/1779), questo pittore figlio di un ebanista frequentò alcuni studi d’arte prima di iscriversi all’Accademia dove presentò grandi ‘nature morte’.

«Ci si serve dei colori, ma si dipinge con il sentimento» affermava Chardin, l’originale artista che rifiutò i canoni artistici della sua epoca. Nel 1728 l’Accademia reale di pittura e scultura riconosce la qualità del suo lavoro e lo accoglie come pittore specializzato «nella raffigurazione di animali e frutta». Successivamente si dedica alla descrizione di interni della Corte, nella quale sono i domestici ad essere raffigurati nelle semplici attività giornaliere: Il garzone d’osteria, La governante, Il giovane disegnatore, Bolle di sapone, Bambina che gioca col volano, Bambino con la trottola, Mazzo di garofani. Il successo è sancito anche dalle reazioni del pubblico alle tele che l’artista espone al Salon dal 1737. Ad accoglierle con entusiasmo fu anche gran parte della critica, ad esempio una celebrità come Denis Diderot, che nel 1763 osanna pubblicamente il realismo delle nature morte del pittore che è molto apprezzato anche dal re di Francia Luigi XV, al quale dona la Madre laboriosa e il Benedicite, ricevendo in cambio (1757), il grande privilegio di dimorare e lavorare al Louvre. Probabilmente a causa di insofferenza verso i pigmenti dei colori a olio, il pittore cominciò a dedicarsi alla tecnica del pastello con la quale realizzerà ritratti molto intensi. Il suo merito principale comunque è stato quello di essere riuscito ad interpretare i soggetti nella realtà quotidiana fondendo forma e sentimento. Anche per questa sua peculiarità fu uno degli artisti ritenuti più prestigiosi anche da colleghi come Cézanne, Matisse, Morandi e Van Gogh che lo riteneva «grande come Rembrandt».

 

 

 

Giuliano Confalonieri

giuliano.confalonieri@alice.it