CANALETTO
 

Giuliano Confalonieri

 

 

   

 

Giovanni Antonio Canal, ovvero il pittore e incisore veneziano Canaletto, (1697/1768), nel suo lavoro è riuscito a rendere la magnificenza dei soggetti a lui familiari. Le tele realizzate presentano una felice sintesi tra luce e natura.

 

 

Canaletto, Piazza San Marco. Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza

 

 

Usava talvolta l'avveniristica camera ottica per cogliere meglio i valori della prospettiva, elemento essenziale in ogni tipo di quadro. Il soprannome lo distingueva dal padre pittore o forse per la bassa statura e sarà proprio il capofamiglia ad indirizzarlo alla professione facendolo dipingere fondali per il teatro. Un viaggio di lavoro a Roma lo metterà in contatto con i pittori vedutisti, incontri che continuerà a Venezia realizzando Canal Grande verso il ponte di Rialto, Bacino di San Marco dalla Giudecca e Piazza San Marco, uno dei suoi soggetti preferiti. Diventerà così uno dei maggiori pittori veneziani con alcune opere esposte al Museo Ermitage di San Pietroburgo: sono molto note le tele che ritraggono i fastosi ricevimenti della Repubblica di Venezia e anche quelle commissionate all'artista dagli estimatori. Diverse opere, molto accurate nella resa dei particolari, furono dipinte davanti al soggetto da ritrarre. Nel Settecento ebbe contatti con vari committenti inglesi tramite un mercante d'arte al quale offrì paesaggi e momenti celebrativi della città lagunare, tra i quali il Bucintoro al Molo il giorno dell'Ascensione (1729) che celebra lo sposalizio del mare, funzione che si teneva ogni anno il giorno dell'Ascensione. I suoi dipinti sono spettacolari per lo splendore delle celebrazioni della Serenissima, la cui secolare indipendenza si concluse comunque nel 1797.

 

 

Canaletto, Regata sul Canal Grande. Windsor, collezione Reale

 

 

Il console inglese Smith divenne un intermediario essenziale tra l'artista ed i compatrioti: per lui realizzò Regata sul Canal Grande e Interno di San Marco di notte, oggi conservate nelle collezioni dei reali d'Inghilterra; nella qualifica di mecenate, contattò ricchi conterranei che cominciarono a richiedere opere del Canaletto come Il doge alla festa di San Rocco, Piazza San Marco, Riva degli Schiavoni verso est. La guerra di successione austriaca bloccò il mercato d'arte – comunque già saturo – e pertanto il pittore si trasferì a Londra per procurarsi altri clienti. Nella nuova sede G.A. Canal cambia stile e soggetti lavorando per importanti committenti; tornò definitivamente a Venezia realizzando su commissione Veglia notturna a San Pietro di Castello e la Veglia notturna all'arzere di Santa Marta, soggetti celebrativi di gente festosa sulle imbarcazioni e sulle rive.

 

 

Canaletto, Capriccio palladiano. Parma, Galleria Nazionale

 

 

Completa la carriera con Capriccio palladiano, ovvero una veduta del quartiere di Rialto con il Ponte e la Basilica Palladiana di Vicenza. Nel 1763 il pittore diventa socio dell'Accademia Veneziana di Pittura e Scultura. Notizie incerte del lungo compassionevole male che lo farà morire nella sua casa di Corte della Perina. Venne sepolto nella chiesa veneziana di San Lio.
 

 

Giuliano Confalonieri

giuliano.confalonieri@alice.it