GAROFALO
 

Giuliano Confalonieri

 

 

 

 

 

   Benvenuto Tisi, detto il Garofalo per l’abitudine di firmare le sue opere con un garofano (1481/1559), fu pittore classicista con composizioni aperte su sfondi paesaggistici. La decorazione della sala del tesoro del Palazzo Contabili a Ferrara rivela anche la tendenza a spunti di vita contemporanea. Apprese precocemente i suggerimenti coloristici e paesaggistici di Giorgione e durante il soggiorno romano fu attratto dall’influsso di Raffaello. Il suo stile si arricchì avvicinandosi alle esperienze di Tiziano, rimanendo comunque collegato ad una tradizione tematica di tradizione ferrarese, soprattutto nelle tavolette di culto e nelle pale d’altare. Nella Galleria Estense di Modena è esposta  la Madonna in trono e santi, nella Pinacoteca di Napoli il San Sebastiano, nel Seminario ferrarese gli affreschi realizzati dopo il 1500. Ritornato a Roma, alla Corte di papa Giulio II conobbe Raffaello: ciò gli fece cambiare il suo stile da lombardo ad uno più classico. Nel 1512 tornò a Ferrara per lavorare su commissione del Duca Alfonso d’Este. Nel 1531 perse la vista all'occhio destro. Sebbene riuscisse a vedere malamente – con inevitabile influenza sulla percezione della prospettiva – continuò a lavorare fino al 1550 quando diventò totalmente cieco. Venne sepolto nella basilica ferrarese di Santa Maria in Vado nel loculo accanto a quello della moglie. Nel 1829 le  spoglie furono trasferite alla Certosa di Ferrara dove gli è stato dedicato un monumento nella Cella degli Uomini Illustri. Garofalo è uno degli artisti conosciuti e descritti da Giorgio Vasari, pittore-architetto ma soprattutto lo storico che scrisse Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architetti italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri, pubblicato nel 1550 e riedito con aggiunte.

 

 

Giuliano Confalonieri

giuliano.confalonieri@alice.it