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ANTON  MARIA  MARAGLIANO

 

 

 

A. M. Maragliano - Vergine col Bambino e angelo. Chiesa Parrocchiale di Voltaggio (AL)

 

 

Genova 1664, nasce Anton Maria Maragliano, destinato a diventare un conosciuto scultore-intagliatore del legno soprattutto con soggetti per altari. Allievo per alcuni anni da uno zio mobiliere, acquisì la manualità per creare opere proprie: anatomia, panneggi e colorazioni furono realizzati copiando opere esistenti, perfezionando così una professione che avrebbe dato notevoli risultati. I mobilieri dell’epoca alternavano la lavorazione tipica della loro professione con la creazione di statue e arredi particolari con l’ausilio di ottimi precetti sul modo di comporre le storie, di raggruppare le figure e di sagomare putti.

Confrontandosi con la tradizione ligure, Maragliano dapprima eseguì copie di opere esistenti per poi conseguire la maturità necessaria all’autonomia artistica. Autore di soggetti per presepi, di grandi carri processionali, di gruppi policromi per gli altari delle chiese genovesi (nei quali al realismo popolaresco tipico di questo genere, si accompagna ad un vigoroso senso della forma), caratteristici esempi della cultura locale ancorata ad esperienze extraregionali.

La vita familiare racconta lo sposalizio nel 1682 con la vedova Vaccaria che partorì sette figli. Racconta anche degli sforzi – insieme ad un collega – per essere cancellato dal registro della corporazione degli artigiani mobilieri (bancalari) per conseguire la qualifica più alta di ‘artista’ proprio per l’attività creativa di raffinati gruppi scultorei e conseguenti arredi (ebbe ottimi precetti sulla maniera di comporre le storie, d’aggruppare le figure, di formare putti). Fu aderente alla tradizione del suo tempo riuscendo però a dare al proprio lavoro un aspetto tridimensionale completo di elementi scenografici adatti agli spazi religiosi e teatrali.

 

L’epidemia di peste del 1630 – preceduta da periodiche analoghe calamità – rallentò le attività di ogni genere perché persone e corporazioni si rinchiusero a difesa della propria vita. Milano, come racconta Manzoni nei ‘Promessi sposi’, fu una delle città più gravemente colpite dal morbo. Carestie, mancanza totale di norme igieniche e fondamentale assenza di regole nutrizionali contribuirono – insieme al va e vieni delle truppe di ogni nazionalità con al seguito latenti potenzialità di diffondere malattie – furono alcune cause di crisi del settore.

 

Sono numerose le ‘casse’ ed i crocefissi da processione prodotti per le potenti confraternite genovesi. Nel suo laboratorio realizzò anche gruppi lignei con sacre rappresentazioni (Madonne, Santi, personaggi per presepi), attualmente diffusi in oratori e santuari liguri e piemontesi.

 

Alcune opere sono all’estero, Cadice e Principato di Monaco. A Porto Maurizio, il museo raccoglie un centinaio di statuine realizzate dall’artista.

 

 

Giuliano Confalonieri

giuliano.confalonieri@alice.it