Giuseppe Pavanello

 

I DISEGNI DELLA BIBLIOTECA CIVICA DI TRIESTE
PER L'EDIZIONE VENEZIANA
DELLE
RIME DI FRANCESCO PETRARCA (1756)

 

Tra i fondi antichi della Biblioteca Civica di Trieste, quello petrarchesco, fondato da Domenico Rossetti (1774-1842), è di certo uno dei maggiori, comprendendo, oltre a importanti manoscritti e volumi, un gruppo notevole di opere d'arte. Si vuol qui brevemente segnalare, rinviando a un futuro intervento una più puntuale messa a fuoco, la serie di disegni settecenteschi che servirono per le illustrazioni dell'edizione delle Rime del Petrarca brevemente esposte per Lodovico Castelvetro, pubblicata a Venezia in due tomi, presso Antonio Zatta, nel 1756 (G. MORAZZONI, Il Libro illustrato veneziano del Settecento, Milano 1943, p. 248).

 

1 - Le Rime del Petrarca brevemente esposte per Lodovico Castelvetro. Venezia, Zatta, 1756, frontespizio.

 

Un cenno su questi disegni è apparso in un opuscolo che mi capitò fra le mani alcuni anni fa, edito ad accompagnamento della Mostra Petrarchesca della Raccolta Rossettiana, organizzata nel giugno 1956 in occasione del X Congresso dell'Associazione per le Biblioteche, allora tenutosi a Trieste presso la Biblioteca Civica "Attilio Hortis". Ai numeri 83 e 84 di quel minuscolo catalogo sono elencati una composizione di Bartolomeo Crivellari ("Libreria con le effigi del Petrarca, di Laura e di Ludovico Castelvetro") e gli "acquarelli illustrativi del Canzoniere e dei Trionfi. Legati in un volume, senza sottoscrizione, ma certamente disegni originali" di "Girolamo Fontebasso, Giovanni Battista Moretti, Michelangelo Schiavonio, Gaetano Zompini", relativi appunto a quell'edizione delle Rime. I disegni, conservati nel fondo manoscritti della Biblioteca Civica triestina (Ms I 15) sono citati anche nel più recente studio di Stefano Zamponi dedicato a I manoscritti petrarcheschi della Biblioteca Civica di Trieste, Storia e catalogo, apparso a Trieste nel 1965. A pagina 147 si riprende sostanzialmente la breve segnalazione del cataloghino del 1956, fornendo in pari tempo la bibliografia più antica.

 

5 - GIOVANNI MAGNINI, I ritratti di Petrarca e di Laura dipinti da Simone Martini. Trieste, Biblioteca Civica.

 

 

I fogli si presentano incollati a formare un volume, quasi tutti forniti di numerazione progressiva, distinta per i due tomi. S'inizia con due composizioni nel gusto del trompe-l'oeil che presentano i cosiddetti ritratti di Petrarca e di Laura di Simone Martini accompagnati da due iscrizioni, una delle quali (con i riquadri rettangolari) disegnata e incisa per il secondo tomo da Giovanni Magnini. Fanno loro da corollario due scene di Francesco Fontebasso, eseguite a inchiostro rosso e acquerello grigio, entrambe con L'incoronazione di Francesco Petrarca in Campidoglio: una (mm 186 x 127) con varianti nelle architetture rispetto all'incisione eseguita da Giambattista Brustolon, che utilizzò l'altro disegno (mm 199 x 137), più fedele nella rappresentazione del complesso capitolino.

Segue il foglio con una civetta appollaiata su di un vaso fra rami d'alloro, utilizzata quale vignetta nel frontespizio, sotto la quale campeggia una parola greca allusiva a una sentenza già pronunciata. Il gusto del trompe-l'oeil impronta anche il disegno successivo, di carattere neo-cinquecentesco, utilizzato nel primo tomo all'inizio della vita del poeta ("Jo. Bapt. Morelli orn. B. Crivellari f."). Esso presenta i presunti ritratti di Petrarca e di Laura (conservati a Venezia in casa Nani e attribuiti a Gentile Bellini) compresi entro finte edicole d'una libreria, e, in basso entro cartiglio, il Ritratto di Lodovico Castelvetro (ricordiamo che la sua edizione delle Rime apparve postuma a Basilea nel 1582).

 

2 - GIAMBATTISTA MORETTI, I ritratti di Petrarca e di Laura dipinti da Gentile Bellini. Trieste, Biblioteca Civica.

 

3 - GIOVANNI MAGNINI, Due amanti sorpresi in una stanza svengono e Amore comanda a Petrarca di cantare "tale accidente". Trieste, Biblioteca Civica.

 

4 - GIOVANNI MAGNINI, Laura baciata dal re di Francia a un ballo; Petrarca prega Amore di scusarlo presso Laura se non sempre è di voglie oneste. Trieste, Biblioteca Civica.

 

6 - GAETANO ZOMPINI, Petrarca nello scrittoio ammira il ritratto di Laura. Trieste, Biblioteca Civica.

 

7 - MICHELANGELO SCHIAVONI, Petrarca preso dalla Stanchezza e dal Silenzio. Trieste, Biblioteca Civica.

 

8 - MICHELANGELO SCHIAVONI, Petrarca col Dolore accanto, abbandonato dalla Speranza, lacera i suoi scritti. Trieste, Biblioteca Civica.

 

 

9 - GAETANO ZOMPINI, Petrarca si duole con le stelle, la Fortuna, il Destino e la Morte; Sepolcro di Laura, pianta dalla Morte, da Petrarca e dal Mondo. Trieste, Biblioteca Civica.

 

10 - FRANCESCO FONTEBASSO, Incoronazione di Petrarca in Campidoglio. Trieste, Biblioteca Civica.

 

11 - GIOVANNI MAGNINI, Alessandro al sepolcro di Achille; Petrarca guarda un alloro percosso dal sole al tramonto. Trieste, Biblioteca Civica.

 

12 - GAETANO ZOMPINI, Dodici donne onestamente lasse. Trieste, Biblioteca Civica.

 

13 - GAETANO ZOMPINI, Trionfo del Tempo; Trionfo della Divinità. Trieste, Biblioteca Civica.

 

14  - GAETANO ZOMPINI, Trionfo d'Amore; Trionfo della Castità. Trieste, Biblioteca Civica.

15 - GAETANO ZOMPINI, Trionfo della Morte; Trionfo della Fama. Trieste, Biblioteca Civica.

Inizia quindi la sequenza delle centododici vignette relative all'edizione veneziana, e cinque altri grandi disegni a soggetto sacro. Colpisce la presenza di scenette con personaggi in costume contemporaneo, più goldoniane che petrarchesche, come quelle contrassegnate dai numeri 12, 21, 23, racchiuse entro cornici rococò, o altre, come i numeri 25, 28, e 29 (anch'esse ideate e incise da Magnini per il primo tomo) in cui l'ornato rocaille qualifica la scenetta conferendole un tono brillante. Si consideri anche la gradevole invenzione della barchetta con le giovani dame del numero 36 (incisa da Brustolon per il primo tomo), fra canne palustri, riccioli e motivi di conchiglia: un omaggio al gusto francese, come le scenette ai numeri 40 e 41, pure utilizzate per il primo tomo (ancora di Magnini) ed esemplate, si direbbe, su qualche table d'ornemens alla Lajoue, alla Mondon o alla Meissonier.

Siamo quindi in presenza, come pare verosimile, di un insieme di fogli che devono essere rimasti presso l'editore veneziano come fondo di bottega e quindi passati nelle mani di Domenico Rossetti. A chiarire i soggetti soccorrono soprattutto le due "dichiarazioni" pubblicate in entrambi i tomi a commento delle illustrazioni, utilissime per la precisione nel descrivere ciascun episodio, mentre i rami di carattere ornamentale vengono definiti "semplici geroglifici della Poesia".

Fra i disegnatori, un ruolo eminente spetta a Gaetano Zompini, responsabile di numerose invenzioni, fra le quali si segnalano, nel primo tomo, il numero 5 e, nel secondo tomo, i numeri 3-9, 12-24, 27-45, 47-51, 53-58 (quest'ultime per i Trionfi), per lo più incise da Magnini. Vanno inoltre menzionati Michelangelo Schiavoni (con disegni al tomo II, nn. 10-11), Bartolomeo Crivellari (tomo I, nn. 5, 6, 14, 26, 34) e gli incisori Giacomo Leonardis (tomo I, nn. 8, 9, 10, 15, 16, 17, 19, 20, 22, 31, 35, 46, 47), Giambattista Brustolon (tomo I, nn. 11, 13, 30, 37) e Giovanni Magnini (tomo I, nn. 18, 27, 32, 33, 38, 39, 42, 43, 45, 48; tomo II, nn. 46, 61-63).

La partecipazione di Zompini alle Rime di Petrarca non era sfuggita a Oreste Battistella, che nella sua monografia, pubblicata nell'ormai lontano 1930 (Della vita e delle opere di Gaetano Gherardo Zompini, pp. 52-54, 83-90), ne dà conto riproducendo alcune delle incisioni del volume edito da Zatta. Qualche anno prima era apparso inoltre il saggio di Giannantonio Moschini, Dell'incisione a Venezia (1924, p. 127), steso, come noto, un secolo prima, in cui si menzionava l'apporto di Magnini, Crivellari e Brustolon all'edizione delle Rime.

I nostri disegni triestini costituiscono dunque un raro esempio d'un complesso di fogli finalizzati a uno scopo editoriale, fogli che di solito andavano dispersi dopo essere stati utilizzati dagli incisori (e va citato almeno il meraviglioso gruppo di disegni di Piazzetta della Biblioteca Reale di Torino). Tanto più, allora, il fondo petrarchesco triestino si rivela prezioso per gli studi, sia in relazione ai vari artisti intervenuti nell'edizione zattiana delle Rime, sia, più in generale, al libro illustrato veneziano del Settecento.

 

 

 

Giuseppe Pavanello

 

 

Arte in Friuli, Arte a Trieste  N°18-19                                                 © Edizioni della Laguna