Gian Lorenzo Mellini


Addenda per Francesco Podesti

 

 

 

 

1. Francesco Podesti, Ritratto virile, 1825 ca. Collezione privata.


Quale occasione migliore di questa per offrire a un Amico la pubblicazione di qualche opera inedita e qualche ulteriore notizia o riflessione su Francesco Podesti (Ancona 1800 - Roma 1895), per il quale si ebbe ad allestire insieme una memorabile mostra ad Ancona il 1996? Sempre in attesa, naturalmente, di poter riprendere in toto l'argomento; come s'era sperato anche altri facesse nel frattempo, trattandosi di un artista rivelatosi grande, e non è stato.

 


2. Francesco Podesti, Venere uscente dalla conchiglia dischiusa dagli amori, 1852 ca. Collezione privata.


Le opere nuove sono due, e piuttosto interessanti. Cominciando dalla principale, si tratta, per usare il titolo originario, di Venere uscente dalla conchiglia dischiusa dagli amori, proveniente dalI' Earl of Fortescue a Pickwell Manor di Georgeham (Inghilterra), emersa nel 1998. Il dipinto si trovava presso i discendenti del medesimo diplomatico inglese che l'aveva commissionato nel 1852 e rappresenta la prima versione di un tema neopoussinesco che il Podesti avrebbe realizzato ulteriormente quattro anni dopo con una stupenda tela, che ora trovasi alla Galleria d'Arte Moderna di Roma. Con un tema e una rappresentazione un poco diversa, vale a dire il Trionfo di Galatea. Mentre una ulteriore versione a fresco esisteva nel palazzo Busca di Milano, perduta nell'ultima guerra; e altra ancora sarebbe stata eseguita per la Russia.
Cotesto tipo di dipinti nella seconda metà inoltrata dell'Ottocento e dopo, piacquero sempre meno, ma in realtà con essi si è di fronte al trionfo del gusto pompier in Italia, e ai suoi massimi livelli. Si tratta infatti di opere cariche oltre che di esteticità e di edonismo pure improntate di cultura e di forte evocazione storica ed è giusto rivelarne il carattere poetico neomengsiano, chiarissimo nell'ideale otticità o, che è lo stesso, nell'alta definizione grafico plastica, nel carattere aulico, nel colorito accesissimo e nei richiami che vanno da Poussin, come accennato, non escluso Domenichino, a ritroso fino ai Carracci della Galleria Farnese, al Raffaello della Farnesina, e ai marmi classici (le citazioni sono evidenti almeno da quelli augusteo medicei) con riflessi altrettanto palesi dalla contemporaneità, a partire dall'ammiratissimo Canova e, avanti, da Boucher e dalla cultura rocaille.
L'altra opera nuova, di cui si vuole far parola, è un ritratto virile (apparso sempre sul mercato) per il quale avevo preso un appunto che andrò a riassumere. Si tratta di opera non lontana dal 1825, cioè dal tempo dei ritratti dei Busca, che forse è da identificarsi nell'elenco delle opere, fornito dal pittore stesso e pubblicato da E. Masi nel 1856, ove è registrato, al n. 31 anno 1822, un Ritratto del Cavaliere M.; e in effetti il personaggio mostra una croce di cavalierato, mentre la figurina di un uomo su un cavallo al galoppo appare nel paesaggio di sfondo. Sfondo che è particolarmente interessante, perché — seguendo modelli protocinquecenteschi — la mezza figura è inquadrata dalle colonne di una loggia, mentre il paesaggio richiama quello del cosiddetto Sogno del cavaliere del Sanzio (Londra, National Gallery).
Dicevo in avvio di altre informazioni e riflessioni. Tra le prime occorrerà ricordare che il favoloso doppio ritratto dei Busca ha trovato un aggancio di qualche interesse in seguito alla scoperta dei rapporti almeno epistolari tra il marchese Antonio Marco (quello in piedi sulla destra) con il grande Gioacchino Rossini. Recente è inoltre la pubblicazione di altra monumentale conversation piece, quale il ritratto multiplo in scala uno a uno della Marchesa Patrizi con le figlie, ancora presso i discendenti, anche se non è stato adeguatamente commentato e documentato, in quanto risulta nei sunnominati inventari al n. 81 (al n. 82 la sola mezza figura della marchesa, pure nella medesima raccolta), alla data del 1828. Interessantissimo infine pure il riemergere di un altro cartone podestiano nella raccolta dell'Accademia di Carrara, che rivela ancora una volta la grande educazione e abilità grafico-manuale dell'artista, in ciò autentico prosecutore del Camuccini, quel medesimo Podesti che, invece, nelle risoluzioni dipinte, mostra un pittoricismo di schietta ascendenza neoveneziana, e tenerissimo, per niente accademico e più moderno di quanto al solito si presuma.
 

 

Gian Lorenzo Mellini

 

 

ARTE Documento N°19  2003 © Edizioni della Laguna

 

 

P.S.: Nel testo corrente sono state omesse, per questioni di spazio, le note dell'autore.